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Dopo De Boer, consultazioni Inter: Hiddink-Pioli testa a testa

Sono giorni frenetici all’interno del club nerazzurro animato da due correnti opposte. La prima che spinge per la soluzione italiana, la seconda che propende per il profilo internazionale. Oltre a Pioli e Hiddink, ci sono sempre alla porta Marcelino, Leonardo e Marco Silva.
A cura di Alessio Pediglieri
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La prima contro il Southampton si è conclusa come peggio non poteva concludersi: sconfitta attraverso un imbarazzante autogol dopo essere andati in vantaggio e aver sventato il ritorno degli inglesi grazie ad Handanovic che ha neutralizzato un rigore. Adesso c'è il Crotone, per l'undicesima di campionato, altro ostacolo da affrontare con l'ansia di chi è consapevole che non sta andando bene nulla. Per mister Vecchi, che ha preso le redini della squadra in attesa che Suning dica cosa abbia deciso di fare, il momento è delicatissimo e le possibilità di condurre in porto una prestazione dignitosa e un risultato importante sembrano ridotte ai minimi storici. Intanto, si continua a vociferare quale sia il dopo De Boer ma senza una linea societaria precisa: ci sono le Colombe che vorrebbero una soluzione italiana e i Falchi che propendono per un nome di appeal internazionale.

Bravi a esonerare

I nuovi proprietari cinesi del Suning Group che hanno preso la maggioranza delle quote nerazzurre da Erick Thohir che a sua volta aveva prelevato la maggioranza di Massimo Moratti, hanno dimostrato in questi mesi di essere bravissimi ad esonerare gli allenatori. Lo hanno fatto ad inizio agosto con Roberto Mancini, si sono riproposti in questi giorni con Frank De Boer. Ma si sono altrettanto distinti per non saper trovare valide alternative e sostituti in tempo utile per evitare preoccupanti vuoti tecnici.

Incapaci a progettare

Era già successo con Roberto Mancini. Nella tournèe americana l'allenatore di Jesi era stato di fatto esautorato del suo incarico ma l'ufficializzazione arrivò solamente una volta ritornati a Milano. Anche in quell'occasione Suning tergiversò sul nome del successore poi identificato il 9 agosto in Frank De Boer presentato alla stampa. Ma la sensazione – poi confermata dai fatti – che l'olandese non fosse comunque già allertato prima, permettendogli di arrivare a Milano con una pianificazione ben chiara di ciò che si sarebbe trovato tra le mani e ciò che avrebbe voluto fare, si era evidenziata nel corso delle successive settimane con un mercato estivo che si concludeva con la classica ansia da prestazione, ingaggiando due top player: Joao Mario e Gabriel. Il primo inserito in campo da De Boer in ruoli non suoi, il secondo sempre confinato tra panchina e tribuna.

L'incapacità di progettazione si è riconfermata in questi giorni, quando lo stesso De Boer era già un ex allenatore la sera stessa della sconfitta di Bergamo (23 ottobre) ma la cui rescissione è stata ufficializzata solamente dopo il ko di Genova, il 1 novembre. Nel mezzo, Suning non è stata capace di decidere chi fosse il successore. Non solo. Ad oggi, 4 novembre si è ancora in alto mare, con le ‘consultazioni' che si sono appena iniziate, mentre oramai si è compromessa l'Europa League (sconfitta con il Southampton) e si prospetta una nuova novena in campionato contro il Crotone.

Il toto allenatore, sfida interna

Il successore di De Boer si saprà dunque solamente durante la pausa per le nazionali. Ma la domanda resta la stessa: perché si è dovuto attendere così tanto per un cambio tecnico quando era oramai evidente che De Boer non avesse più futuro? La risposta è nel bipolarismo nerazzurro di queste ore con due fazioni che si contendono il nome giusto. Da un lato la parte dirigenziale italiana (AUsilio-Zanetti-Gardini), dall'altra i proprietari e la presidenza asiatica (Thohir-Zhang). In mezzo, il toto-allenatore. Stefano Pioli resta il candidato forte della corrente italiana della dirigenza interista. Ma bisognerà fare i conti con le spinte che arrivano dal "super-agente" Kia Joorabchian contrario alla scelta dell'ex tecnico della Lazio.

I nomi del dopo de Boer

Non è nemmeno scartata la pista Marcelino né quella che porta all'ex tecnico dell'Olympiakos Marco Silva, lasciato "libero" dal Wolverhampton che avrebbe virato su Paul Lambert e che potrebbe interessare alla voglia di internazionalità di Suning. Joorabchian starebbe spingendo in queste ore anche per la candidatura di Guus Hiddink, visto dai vertici dell'Inter come uno che è in grado di prendere in mano la situazione a cavallo in corsa.

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