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Doping, blitz dei Nas nel ritiro del Benevento

Le sedi operative del club giallorosso sono state oggetto questa mattina di un vero e proprio blitz dei carabinieri del Nas in seguito all’inchiesta scattata con l’accusa di doping a capitan Lucioni.
A cura di Marco Beltrami
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Non c'è pace per il Benevento. Le sedi operative del club giallorosso sono state oggetto questa mattina di un vero e proprio blitz dei carabinieri del Nas. Il motivo? L'inchiesta nata dall'accusa di doping per il capitano della squadra sannita Lucioni. Gli investigatori, secondo quanto riportato da Il Mattino, si sono presentati sia nella sede sociale del club, nelle strutture sportive e nell'hotel romano dove il gruppo agli ordini di Baroni sta svolgendo il ritiro.

Blitz dei Nas nel ritiro del Benevento

I carabinieri del Nas per le conseguenze del caso doping che ha visto coinvolto il capitano della matricola giallorossa Lucioni, hanno perquisito in primis la sede sociale del Benevento in via Santa Colomba. Nel mirino anche tutti i centri sportivi giallorossi, a partire dallo stadio Ciro Vigorito, e a Paduli dove la squadra si allena normalmente. Gli investigatori però si sono recati anche presso l'Hotel Mancini a Roma, dove la squadra di Baroni da due settimane è alle prese con il ritiro dopo il disastroso avvio di stagione con 0 punti all'attivo.

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Caso doping per Lucioni, rischia 4 anni di squalifica

Tutto è nato dal caso Lucioni. Il capitano del Benevento è risultato positivo ad un farmaco proibito, ovvero il Clostebol nel controllo  del 10 settembre, dopo la partita col Torino. Il giocatore, dopo essere stato fermato in via cautelare, si è presentato in audizione davanti alla procura antidoping nella giornata di ieri. Se dovesse risultare colpevole, la bandiera del Benevento potrebbe rischiare una squalifica da 1 a 4 anni.

La difesa di Lucioni dalle accuse di doping

Il calciatore ha ribadito la propria innocenza, affermando di aver assunto la sostanza in quanto contenuta in uno spray cicatrizzante, come da prescrizione medica. Queste le sue parole riportate dall'Ansa: "Sono tranquillo, confido nella giustizia anche perché responsabilità dirette non ne ho. Non mi sono inventato storie, ho spiegato come sono andati i fatti, mi sono attenuto a quello che è successo. Mi auguro tutto si risolva nel più breve tempo possibile perché non vedo l’ora di tornare in campo e dare una mano alla squadra".

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