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Diritti tv, ecco le fasce orarie delle partite della Serie A 2018/2019

Conto alla rovescia per l’assegnazione dei diritti televisivi per il triennio 2018-2021 che potrebbe costringere i tifosi a sottoscrivere due abbonamenti per assistere a tutte le partite trasmesse in ben 8 orari diversi. Un rischio che i network rischiano di scongiurare cercando l’accordo, e puntando sul diritto di ritrasmissione.
A cura di Marco Beltrami
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Approvate le regole per la vendita dei diritti televisivi del triennio 2018-2021, è partito il conto alla rovescia per l'assegnazione degli stessi prevista per mercoledì 13 giugno. C'è grande curiosità dopo la pubblicazione dei pacchetti, che sono per prodotto e non per piattaforma. Una situazione che fa sì che nessuno possa acquistare i diritti tv dell’intero campionato con gli utenti che dovrebbero così sottoscrivere due abbonamenti. Tutte le parti però sono al lavoro per evitare il profilarsi di questo scenario che ha già scatenato numerose polemiche, che si sono aggiunte a quelle relative al possibile addio a trasmissioni storiche come 90° minuto, essendo le immagini in chiaro non visibili prima delle 22

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Le fasce orarie delle partite della Serie A 2018/2019

Senza accordi commerciali tra gli operatori licenziatari ci sarà dunque il rischio per appassionati e tifosi di dover sottoscrivere due abbonamenti per assistere a tutte le partite. Il tutto è legato alla vendita di 3 pacchetti, con delle esclusive per ogni prodotto: nessun operatore potrà acquistarli tutti. I pacchetti non sono più costruiti in base alle squadre, ma alle fasce orarie. Le fasce orarie in cui si giocheranno le partite della prossima Serie A, sono le seguenti: sabato alle 15, sabato alle 18, sabato alle 20.30, domenica alle 12.30, domenica alle 15 (3 partite), domenica alle 18, domenica alle 20.30, lunedì alle 20.30. 

I pacchetti in vendita dei diritti tv per il triennio 2018/2021

8 fasce orarie dunque che saranno distribuite in 3 pacchetti e nessun operatore potrà acquistarli tutti. Il primo pacchetto avrà 114 incontri, pari a tre gare per giornata in tre fasce orarie: ore 18 del sabato, ore 15 della domenica e ore 20.30 della domenica (cambia l’orario d’inizio del posticipo) e ha un valore di 452 milioni di euro. Il secondo permetterà all’acquirente di trasmettere 152 gare: le partite delle 15 del sabato e della domenica, la gara delle 18 di domenica e il Monday Night per 408 milioni. Il terzo e ultimo ha 114 partite: quella delle 20.30 del sabato, quella delle 12.30 di domenica e una di quelle in programma alle 15 di domenica. Costo di 240 milioni. Oltre a questi, come evidenziato da Sportmediaset, c'è la possibilità di scegliere dei pick, ovvero gare rimaste fuori dal proprio pacchetto, soprattutto big match che sarebbero 8 per i primi 2 e 4 per il terzo. L'obiettivo della Lega di A  è di incassare 1.100 milioni di euro.

Il rischio del doppio abbonamento e la speranza dei tifosi

Stando così le cose per vedere l'intero campionato non basterà un unico abbonamento, visto che non potendo sapere in anticipo a che ora giocherò la propria squadra sarebbe costretto a sottoscrivere due abbonamenti per non correre rischi pagando così, per esempio, sia Sky che Mediaset. La soluzione però potrebbe arrivare da un accordo tra le due emittenti che si aggiudicheranno i diritti televisivi che potrebbero poi concedere i match anche alla contendente, sulla scia per esempio di quanto accaduto proprio per Sky e Mediaset per i canali cinema. Con il diritto di ritrasmissione sarebbe possibile per esempio girare pezzi di palinsesto con il proprio marchio ad altri network

Le trasmissioni in chiaro e il rischio chiusura di 90° minuto

Brutte notizie anche per quanto concerne la possibilità di vedere il calcio in tv in chiaro. Il bando obbliga a trasmettere le partite dopo le 22 sui canali free e tre ore dopo il fischio finale delle partite sul digitale. Con questa situazione, trasmissioni storiche come il vecchio "90° minuto" chiuderebbero i battenti. Ecco allora che gli appassionati e i tifosi hanno deciso di alzare la voce anche sui social scagliandosi contro la decisione dei vertici della Lega

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