Dietro al polverone delle scommesse, troppe sensazioni e poche prove certe per gridare allo scandalo

In attesa di sapere se dietro allo scandalo del calcio scommesse c'è la camorra, l'ndrangheta o qualche altra corrente criminale e mafiosa, ad oggi si resta con un polverone innalzato al cielo da un gruppetto di persone – certo propense all'illegalità e ad attività non ortodosse – che hanno messo su una organizzazione che, a dire la verità, leggendo alcuni stralci di intercettazioni, faceva acqua da tutte le parti. Più che un'industria rodata e consolidata sembra un'impresa tirata su alla bell'e meglio da un dentista, un tabaccaio e qualche ex giocatore pronto a millantare amicizie e contatti altolocati.

DILETTANTI ALLO SBARAGLIO – Un'organizzazione che si basava su due punti fermi, il gruppo dei "bolognesi" e quello degli "zingari" e coinvolgevano scommesse illecite su tutto il territorio e in tutte le categorie, dalla Lega Pro alla serie B fino a qualche sortita in serie A. Ma c'è anche da registrare il fatto che questi signori – sempre come si legge dalle telefonate – sbagliavano un risultato su due, ripuntavano per recuperare i soldi persi precedentemente, si accordavano e maneggiavano per far sì che le gare andassero in una determinata maniera per poi lamentarsi che non era uscito il risultato voluto. In verità, siamo davanti ad una organizzazione anche un po' goffa, al limite del comico, con la maldestra somministrazione di tranquillanti ai proprio compagni – facilmente evinta da una semplice analisi del sangue ai giocatori; carte, ricevute e documenti lasciati in bella mostra nello studio del commercialista di turno; telefonate – su cellulari e su skype – dove emergono tentativi goffi di corrompere altri tesserati senza riuscirvi; giocatori che hanno "più debiti che capelli"; l'arbitro "puttaniere" incontrato in discoteca; aguzzini e creditori che inseguono i calciatori; presunti boss mafiosi a bordo campo e gli immancabili commenti a risultato acquisito dove ci si vanta delle proprie conoscenze e dei propri contatti giusto per spillare nuovi soldi e nuove puntate. Insomma, senza voler sminuire tutto, al momento siamo di fronte ad un tornado imbarazzante di personaggi dalla dubbia moralità con il vizietto della scommessa e che pizzicati sul fatto, iniziano a contraddirsi in modo quasi paradossale. Anche stando a cosa esce negli interrogatori con i protagonisti che si smentiscono senza tregua come il tabaccaio Erodiani, interrogato, che è certo non vi siano partite di serie A nel giochino delle scommesse pilotate, il dentista Pirani, interrogato anche lui, che parla invece di una trentina di gare e di almeno 5-6 della massima serie.

TU CHIAMALE SE VUOI, SENSAZIONI – C’è comunque d’avere paura. Tra tanto fumo, un po' di arrosto ci sarà sicuramente visto che il mondo del calcio ci ha abituato che quando si grida "al ladro", alla fine il mariuolo c'è sempre piccolo o grande che sia. Ma siamo ancora in una fase abulica, dove vengono sparati a caldo nomi importanti per far grancassa e gli investigatori stessi sono ancora nel limbo delle "sensazioni", come il Procuratore della Repubblica Di Martino che sente un palpabile futuro coinvolgimento diretto di alcune società calcistiche o come il dubbio se FIGC e società sapessero qualcosa ma avessero lasciato correre il tutto. Ma le prove? Appunto, queste al momento mancano visto che si è di fronte a intercettazioni in cui la parola d'ordine era ‘millantare' per poter acquisire prestigio e fiducia e divenire il punto di riferimento delle operazioni illecite. E' vero, i dati ci sono quindi qualcosa c'è: addirittura si parla di un tariffario per corrompere i giocatori nelle varie serie e per ‘comprare' un risultato dalla serie A alla Lega Pro. Ci sono le carte e le ricevute del commercialista di Beppe Signori, interrogato illustre, che dimostrano il coinvolgimento dell'ex bomber e dell'esistenza di una attività criminosa. Ci sono i faldoni dati alle varie procure dal bookmakers austriaco SkySport365 che attestano le giocate anomale. Ci sono anche le confessioni e le ammissioni di colpa.

TANTO FUMO IN ATTESA DELL'ARROSTO – Ma al momento, è più il sensazionalismo della notizia a fare scalpore che la notizia stessa. Francesco Totti tirato in ballo da una serie di congetture è stato "scagionato" dallo stesso avvocato difensore di Erodiani che ha confermato che il "capitano della Giallorossa" non è di certo il Pupone romanista. Christian Vieri, citato in alcune intercettazioni è coinvolto semplicemente perchè ama scommettere, non per questo da coinvolgersi in eventuali attività criminose. La stessa posizione di Beppe Signori esce ridimensionata dopo il suo interrogatorio, mentre i nomi di Bettarini e di De Rossi – altri calibri da 90 – come quello del leccese Corvia sembrano essere stati semplicemente dei passepartout della novella Triade per far accrescere la propria popolarità nel giro di scommesse illecite.
Ad oggi “Last Bet” è semplicemente fuoco che cova sotto la cenere e i piromani di notizie sono semplicemente inutili e deleteri. Prima o poi divamperà da sola, basterà aspettare.