Dal 4-3-3 al 4-2-3-1, ecco come potrebbe giocare il Milan di ‘Ringhio’ Gattuso
Con l’addio di Montella e l’arrivo di Gattuso è già tempo di attualità, anzi, di prossimo futuro con quelle che saranno le scelte, tattiche, del neo-tecnico dei rossoneri. Eppure, almeno all’inizio, al di là dei sistemi di gioco da adottare, l’ex mediano del ‘Diavolo’ dovrà lavorare al meglio sulla testa dei calciatori che, in questo avvio di stagione, sono corresponsabili di uno degli inizi di campionato con maggiori sconfitte (6) della storia meneghina dal 1941/42 ad oggi.
Intanto, in attesa delle prime parole ufficiali di ‘Ringhio’, con la conferenza stampa del campione del mondo prevista per domani, vediamo quali potrebbero essere le scelte di formazione dell’ex Pisa in vista dei prossimi impegni del Milan.
Modulo preferito: il 4-3-3
Nella sua breve carriera da allenatore, prima al Sion, poi al Palermo, all’OFI Creta e poi al Pisa e alla Primavera del Milan, Gattuso ha sempre amato un calcio coinvolgente, propositivo e offensivo con un deciso 4-3-3. Vestito adatto anche a questo Milan e fatto indossare in più occasioni, nella sua ultima panchina importante nel calcio che conta, al Pisa nella Serie B 2016/17.
Qui, malgrado una situazione societaria complicata ed una annata terminata con la retrocessione a quota 35 punti con una media di 0.91 punti per partita, ‘Ringhio’ ha insistito molto su questo modulo presentandolo in 34 gare sulle 42 a referto in cadetteria. Un modulo, come dicevamo, nato per mantenere il possesso del pallone, il controllo del match e affondare davanti, prima e meglio degli altri. Un modulo, possibile anche a Milano col Milan con Donnarumma fra i pali, il ritorno alla difesa a 4 con Abate e Rodriguez sulle corsie laterali, Romagnoli e Bonucci centrali e, a centrocampo, Biglia in regia, Bonaventura e Kessié mezzeali con, in avanti, Suso, Calhanoglu dietro a uno fra Kalinic e André Silva.
Prima alternativa? Il 4-2-3-1
In alternativa, fermo restando la propensione di Gattuso a giocarsela difensivamente con un pacchetto arretrato a 4 in linea, troviamo il 4-2-3-1, sistema di gioco adottato da tutte, o quasi, le migliori compagini europee. In carriera, infatti, l’ex mediano della nazionale azzurra si è spesso affidato a questa soluzione per cercare di variare il tema tattico offensivo e sfruttare al meglio le potenzialità in attacco dei suoi. Ed anche questa soluzione potrebbe avere diritto di cittadinanza al Milan con una formazione piuttosto sbilanciata in avanti ma con una grande varietà di talento alle spalle della prima punta.
In porta, Donnarumma, in difesa, in attesa del recupero di Conti, Abate o Calabria a destra, con Bonucci, Romagnoli e Rodriguez a chiudere il pacchetto arretrato. A centrocampo, Biglia e Kessié e, in attacco, da destra a sinistra, Suso, Calhanoglu e Bonaventura, con quest’ultimo chiamato a scalare dietro in fase di non possesso, a sostegno della punta centrale, più Kalinic o Cutrone rispetto al meno fisico André Silva.
Figlio di Ancelotti, l’insegnamento dell’albero di Natale
Da esponente del grande Milan di Ancelotti, Gattuso ha assimilato molte lezioni dal proprio padre calcistico. Una di queste, proprio il 4-3-2-1, il cosiddetto modulo ad ‘albero di Natale’. E così, 10 anni dopo e pure con continuità, al Meazza, potrebbe tornare questo sistema di gioco che, specie negli ultimi anni di Carletto, tante soddisfazioni ha portato ai tifosi meneghini. E così, porta e difesa immutate, centrocampo con Biglia, Bonaventura e Kessié e attacco, con Suso–Calhanoglu a sostegno della punta centrale, con André Silva, dotato di maggior tecnica individuale a spuntarla, idealmente, su Kalinic e Cutrone.
Il centrocampo a rombo e l'attacco a due punte
Sullo sfondo, ma da non trascurare, anche il 4-3-1-2 con il trequartista alle spalle delle due punte centrali.
Difesa a 3? No, grazie
Alla fine dei giochi, una considerazione sembra emergere su tutte: l’allergia di ‘Ringhio’ alla difesa a 3 impostata qua e là da Montella per far giocare insieme Musacchio, Romagnoli e Bonucci ed esaltare le qualità di quest’ultimo. In 124 gare da lui allenate, infatti, solo in 5 occasioni Gattuso ha schierato, in piena emergenza, la difesa a 3 con 2 sconfitte, altrettante vittorie ed un solo pareggio. Una soluzione, quindi, che ci sentiamo di escludere pur al netto dell’intelligenza del calabrese che ha sempre dimostrato di sapersi adattare al materiale umano a sua disposizione.