Da Parma a Genova, facciamo acqua da tutte le parti
E' possibile che una partita di calcio venga rinviata per impraticabilità di campo? Sì, può succedere. Soprattutto se un campo di Serie A (Marassi, non un impianto dei Dilettanti) è sprovvisto dei teloni necessari per assicurare adeguata copertura al terreno di gioco, evitando che il rettangolo verde si trasformi in una piscina a cielo aperto. Sì, può succedere in totale assenza di organizzazione e carenze strutturali che – ancora una volta – sporcano la faccia del nostro calcio, quello che i cinesi del Gruppo Wanda hanno comprato – in riferimento ai diritti televisivi – pagando un miliardo di euro. Un fiume di denaro, certo, che fa gola alle società capaci di essere divise su tutto ma stringere sodalizi di ferro quando sul piatto c'è la torta dei proventi da spartire.
Un fiume di denaro, certo, ma nulla a confronto dei soldi (4 miliardi di sterline, 5.5 miliardi in euro) versati nelle casse della Premier League. A testimonianza della notevole differenza d'appeal. E non potrebbe essere diversamente sia per la brutta figura in relazione al caso Parma – con Lega e Federcalcio costrette a intervenire anzitutto per evitare azioni legali da parte della ‘pay tv' che non ha sborsato fior di quattrini per mandare in onda un campionato falsato – sia per l'ennesima prova d'impreparazione palesata dal rinvio del derby della Lanterna.
Perché mancavano i teloni? Perché sia la Sampdoria, sia il Genoa hanno 2 milioni di affitti ed oneri arretrati da pagare al consorzio che ha in gestione lo stadio della zona di Marassi. Se non verranno saldate le spettanze arretrate, così da consentire alle finanze dell'Ente di respirare ed evitare il collasso, è impossibile pensare a qualsiasi altra ipotesi o iniziativa lodevole (la richiesta da parte di Ferrero, patron dei blucerchiati, di dividere col Grifone la gestione diretta del Ferraris). Non può piovere per sempre, intanto facciamo acqua da tutte le parti.