Da Hamsik al Faraone, in Serie A i mohicani del gol

Tutto (o quasi) ebbe inizio a cavallo degli anni '80 quando in serie A arrivò un certo Ruud Gullit, il tulipano nero della triade olandese che tanto fece impazzire – di gioia – i tifosi rossoneri e – di rabbia – gli avversari. Proprio lui, salì subito alla ribalta delle cronache sportive (e non solo) per il suo curioso taglio di capelli: una folta chioma ondulante fatta da treccine rasta che imperversavano i campi della serie A, distinguendolo tra tutti sempre e comunque, ancor prima dei suoi assist vincenti e delle sue rocambolesche giocate. Antitesi perfetta della grazia di Van Basten e naturale complemento del fosforo di Frank Rijkaard, Ruud Gullit fu – col senno di poi- l'antesignano degli attuali giocatori che in serie A mostrano orgogliosi l'ultima moda tricologica, facendola diventare un elemento di riconoscimento e quasi uno status symbol: la cresta.
Ed è proprio la cresta che accomuna oggi in Italia i vari Marek Hamsik, Stephan El Sharaawy e Arturo Vidal. I fiori all'occhiello di Napoli, Milan e Juventus non sono collegati tra loro per la corsa al tricolore, per essere punti di riferimento delle rispettive squadre, per le qualità calcistiche. E nemmeno per i gol e le prestazioni maiuscole. Loro, insieme a moltissimi altri, sono "quelli con la cresta", con quel taglio di capelli che oramai sembra un lavoro architettonico fatto più da geometri che da semplici parrucchieri. Creando proseliti in ogni dove, dai colleghi meno famosi ad altri che militano in squadre di seconda o terza fascia, in un crescendo di novelli mohicani del terzo millennio.
Un record? Sì, anche se tutte le altre squadre non sono da meno.
Sotto il Vesuvio non è però solo: insieme a lui ci sono Valon Behrami, Angel Britos, Andrea Dossena, Lorenzo Insigne, Edu Vargas. Persino Pandev che non può certo definirsi un ‘capellone' accenna per quanto possa, una parvenza di cresta. Poi, nella Juventus campione d'Italia ecco Vidal con la ‘cresta geometrica' che richiama da vicino i segni Maya, poi Paul Pgoba, Simone Padoin. Nell'Inter Samir Handanovic, Fredy Guarin, Marko Livaja.
Ma anche Gillet e Meggiorni nel Torino; Lamela, Lopez, Tachtsidis e Castan alla Roma; Agazzi e Cossu a Cagliari; Agliardi, Paponi e Pasquato a Bologna; Bergessio a Catania; Morganella, Pisano, Miccoli a Palermo. E così via. Ce ne sarebbero molti altri da elencare, ma lasciamo a voi il piacere di scoprire e segnalarci tutti i ‘mohicani' di serie A. Ricordando che c'è chi è pronto – come El Shaarawy – a tagliarsi la cresta in caso di scudetto e in attesa di vedere se – in caso di replica – anche Antonio Conte sarebbe pronto a sfoggiarla. Questo sì, sarebbe l'ultima frontiera tricologica abbattuta.