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Da Gagliardini a Cristante: l’Atalanta è la regina delle plusvalenze

L’operazione che ha portato Bryan Cristante dalla Dea alla Roma per 30 milioni di euro è soltanto l’ultimo esempio di quale sia il modus operandi della società bergamasca che nelle ultime due stagioni è riuscita ad aumentare i propri risultati sia sul campo che per quanto riguarda i conti economici. A testimonianza di ciò il +26,7 milioni di euro di utile calcolato al 31 dicembre 2017, un numero che assume ancora più valore se si considera che un anno fa quella stessa voce recitava soltanto +257mila euro.
A cura di Michele Mazzeo
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Ormai non è più un segreto: progettualità, scouting, conti in ordine e un continuo ricircolo di giovani talenti da valorizzare per fare poi “vitali” plusvalenze. È questa la base su cui si fonda il modello-Atalanta che con Antonio Percassi al timone ha toccato picchi assoluti: riuscendo a coniugare i risultati sportivi (due qualificazioni consecutive all’Europa League) agli utili economici. A testimonianza di ciò il +26,7 milioni di euro di utile calcolato al 31 dicembre 2017, un numero che assume ancora più valore se si considera che un anno fa quella stessa voce recitava “soltanto” +257mila euro.

Plusvalenze e Atalanta: un binomio vincente

Un risultato sorprendente che ha come ulteriore spiegazione anche il grande lavoro svolto da Gian Piero Gasperini in termini di valorizzazione e ricircolo dei calciatori. Questo ultimo aspetto infatti influisce, e non poco, non solo per ciò che riguarda i risultati sportivi, ma anche e soprattutto sul piano delle plusvalenze, fondamentali per la crescita societaria della Dea, quelle stesse plusvalenze che secondo un’analisi fatta qualche tempo fa dal sito Calcio e Finanza dal 1999 hanno avuto un impatto del 30% sui conti del club bergamasco. Una costante dunque del modello Atalanta che nelle ultime due stagioni ha raggiunto dei livelli mai toccati prima sia sul campo che sul bilancio.

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Cristante alla Roma: 25 milioni incassati senza sborsare un euro

L'ultimo esempio di come si regge in piedi questo modello è Bryan Cristante (23 anni) preso in prestito con diritto di riscatto a 5 milioni dal Benfica nel gennaio del 2017, “sfruttato” sportivamente al massimo (15 gol e 6 assist in 59 presenze in nerazzurro), valorizzato (sono già 5 le presenze in Nazionale maggiore), e riscattato dal cub portoghese quando già era stato trovato l’accordo per la cessione alla Roma per 30 milioni (prestito oneroso a 5 milioni e obbligo di riscatto a 25 milioni). Risultato: 25 milioni di plusvalenza senza aver sborsato nemmeno un euro.

Kessié, Conti, Gagliardini, Caldara e Bastoni: l’oro di Bergamo

Ma se si pensa che si tratti di un unicum nella gestione atalantina, ci si sbaglia clamorosamente. Senza andare troppo indietro nel tempo basta andare a vedere quanto accaduto nelle ultime 4 sessioni di mercato per accorgersi come questo sia il modus operandi scelto dal club: è stato lo stesso infatti  per Franck Kessié e Andrea Conti, ceduti al Milan la scorsa estate per 52 milioni totali (51,7 milioni di plusvalenza), per Roberto Gagliardini all’Inter per 22 milioni e Mattia Caldara alla Juve per 15 milioni più 4 di bonus nel gennaio del 2017 (che fanno altri 41 milioni di plusvalenza essendo entrambi prodotti del vivaio orobico), per il giovanissimo Alessandro Bastoni già ceduto all’Inter per 8 milioni tutti da considerarsi plusvalenza.

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Due ricchissime stagioni per la Dea: +136 milioni di plusvalenze e due qualificazioni in Europa

Considerando anche le cessioni di Luca Cigarini (minusvalenza di 700mila euro), Marten De Roon (pagato 1,3 milioni e rivenduto a 10,5) , Davide Brivio (pagato 2,7 milioni rivenduto a 4) e Richmond Boakye (minusvalenza di 700mila euro) nel 2016/17 per un totale 20 milioni, quelle di Jasmine Kurtic (pagato 3,5 milioni rivenduto a 4,8) e Alberto Paloschi (acquistato e rivenduto a 6 milioni) alla Spal per 11 milioni, con l’ultima cessione di Bryan Cristante alla Roma, l’incasso della Dea nelle ultime due stagioni tocca quota 162 milioni, di cui 136,1 milioni di plusvalenza. Più che un unicum dunque si tratta di un vero e proprio modello operativo che si basa sulle cessioni e sul continuo ricambio dei giocatori. Un ultimo aspetto che avrebbe potuto in qualche modo peggiorare il rendimento in termini di risultati, e invece con Gian Piero Gasperini sono arrivate due delle migliori stagioni dell’intera storia del club orobico con due storiche qualificazioni all’Europa League.

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