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Da CR7 a De Ligt: cosa prevede il piano di crescita aziendale della ‘nuova’ Juventus

Con l’acquisto di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid la Juventus ha dato una svolta epocale alla propria politica economica/finanziaria continuata con il recente acquisto di Matthijs de Ligt dall’Ajax. Ecco come i grossi investimenti e gli aumenti del monte ingaggi e dei costi operativi sono bilanciati dalle plusvalenze e dall’indebitamento finanziario oltre che dall’aumento dei ricavi commerciali.
A cura di Michele Mazzeo
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Negli ultimi due anni la politica economica della Juventus è cambiata: con l’acquisto di Cristiano Ronaldo e relativo cospicuo investimento il piano economico della Vecchia Signora ha subito una svolta epocale aprendo di fatto la fase espansiva del piano di crescita quinquennale con vista 2023. Di questa fase espansiva, come vederemo più tardi, fa parte anche l’operazione, sempre molto costosa, che pochi giorni fa ha portato Matthijs de Ligt in bianconero. Procediamo però per gradi andando a vedere in cosa consiste questa evoluzione e soprattutto in cosa consiste, quali sono i modi e le finalità di questo piano di crescita avviato la scorsa estate dal club campione d’Italia.

Costi e ricavi: gli aumenti dopo l’affare CR7

Come detto la svolta è arrivata lo scorso luglio con l’acquisto del cinque volte Pallone d’Oro Cristiano Ronaldo dal Real Madrid, acquistato per 100 milioni più 15 di contributi e commissioni capitalizzati e a cui è stato garantito un quadriennale da 31 milioni di euro netti a stagione. Tra ammortamento e ingaggio al lordo il campione portoghese infatti pesa annualmente a bilancio circa 85 milioni. Investimento importante che ha fatto impennare i costi della società piemontese come dimostrano il +27% e il +42% fatti registrare rispettivamente alle voci costi operativi e ammortamenti già nella relazione semestrale della scorsa stagione. Ovviamente a tale aumento corrisponde anche quello registrato nei ricavi grazie alla spinta dell’affare CR7: dal rinnovo con Adidas (51 milioni a stagione fino al 2027 + un bonus aggiuntivo da 15 milioni già versato a dicembre 2018) all’incredibile aumento degli introiti derivanti dal merchandising (+81% nel primo semestre della passata stagione) fino all’incremento di quelli dal botteghino.

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Plusvalenze e indebitamento finanziario: gli investimenti vanno oltre il rosso da 60 mln

Balzo in avanti è atteso anche per quel che riguarda il fatturato che, dopo essersi attestato sopra quota 400 milioni, secondo le stime, riguardo al bilancio 2018/2019 dovrebbe superare abbondantemente i 450 milioni di euro. Nonostante ciò però l’aumento dei costi dovrebbe portare ad una perdita di circa 60 milioni per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2019. Come può dunque la Juventus continuare la sua fase espansiva del piano di crescita? Semplice, grazie al fattore di rischio aziendale che il presidente Andrea Agnelli ha deciso di assumersi per colmare definitivamente il gap con le big del calcio mondiale. Fattore di rischio che comprende le plusvalenze che nell’ultimo bilancio hanno superato quota 120 milioni (contando anche quelle derivanti dalle cessioni di Orsolini, Spinazzola e Rogerio iscritte nell’esercizio 2018/2019) e l’aumento dell’indebitamento finanziario (quantificato in 384 milioni a dicembre 2018 a cui si aggiunge il bond da 175 milioni piazzato lo scorso febbraio). Agnelli insomma ha alzato l’asticella delle spese allo scopo di avere un riscontro in termini di competitività sportiva e di appeal commerciale a livello globale.

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Colpo de Ligt e aumento del monte ingaggi: la crescita prosegue, ma adesso serve cedere

In questo progetto va fatto rientrare anche l’importante investimento fatto qualche giorno fa per il forte difensore olandese Matthijs de Ligt acquistato dall’Ajax per 75 milioni di euro ai quali si aggiungono i 10,5 milioni spesi per le commissioni. A bilancio il classe ‘99 ex capitano dei Lanceri peserà ogni anno poco più di 17 milioni soltanto per quel che riguarda gli ammortamenti. Considerando tutto il mercato fatto fin qui dalla Vecchia Signora al momento i costi annuali rispetto alla passata stagione hanno avuto un aumento di oltre 70 milioni (passando dai 450 milioni del 2018/2019 ai circa 520 milioni attualmente stimati). C’è dunque ancora una volta bisogno di ricorrere alle cessioni con relative plusvalenze sia per alleggerire ammortamenti e monte ingaggi che per continuare la fase espansiva del piano di crescita senza bisogno di aumentare ulteriormente l’indebitamento finanziario.

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