Crotone contro Bologna e storia: matricole (quasi) mai vincenti all’esordio

Sarà un esordio speciale per il Crotone, atteso dalla prima partecipazione in serie A nella sua ultracentenaria vita sportiva. Una sfida non solo alle altre 19 avversarie, ma anche – forse soprattutto – alla storia che l'ha condotta in A dopo una cavalcata vincente conclusa al primo posto del torneo cadetto. I precedenti rendono ancora più irto e incerto il cammino dei calabresi. Da un lato, l'evidenza secondo cui negli ultimi trent'anni almeno una, più spesso due, delle neo-promosse hanno fatto immediato ritorno in B (l'anno scorso Carpi e Frosinone); dall'altro anche la statistica negativa relativa agli esordi delle "matricole". Dal 1990 a oggi, infatti, solo il "Chievo dei miracoli" di Delneri, alla sua prima apparizione nella massima serie nel 2000/2001, riuscì a centrare il bersaglio grosso contro la Fiorentina (2-0, reti di Perrotta e Marazzina) all'Artemio Franchi.
Al contrario a tutte le altre dieci esordienti non è riuscito di cominciare la nuova stagione con un successo. Nel 1990/1991 è il Parma a inaugurare la serie facendo subito la tara alle difficoltà della A trafitta per 2-0 dalla Juventus di Baggio; due anni dopo è stato il turno dell'Ancona, sconfitta per 4-1 dal Torino, e nel 1993/1994 delle emiliane Piacenza e Reggiana che hanno collezionato una poco onorevole "doppietta" contro Torino (0-3) e Inter (2-1). Da una Reggio all'altra, la Reggina fa in parte eccezione nel 1999/2000, grazie all'1-1 in casa della Juventus e detto del Chievo, dal 2003 a oggi si è "salvato" solo il Siena pareggiando 2-2 a Perugia, mentre Treviso (3-0 dall'Inter nel 2005/2006), Sassuolo (2-0 dal Torino nel 2013-2014), Carpi (5-2 dalla Sampdoria l'anno scorso) e Frosinone (1-2 ancora dal Torino) non si sono sottratte alla serie negativa.
Il primo avversario del Crotone è il Bologna di Donadoni: rivale due anni fa in B e, guarda caso, unica formazione a salvarsi delle tre neo-promosse di un anno fa. Il test giusto per mettere alla prova le potenzialità di una squadra, quella di Nicola, che ha perso i suoi tasselli migliori (Budimir su tutti), ma ha conservato spirito di gruppo e qualche elemento (Capezzi e Martella in particolare) che potrebbero subito mettersi in mostra.