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Crisi Inter, Bergomi: “50% colpa di De Boer ma non c’è attaccamento alla maglia”

Per lo ‘Zio’ i problemi nascono da pochi chiarimenti e linee guida ambigue tra società, allenatore e giocatori. Non c’è condivisione di obiettivi, sentimento di gruppo, conoscenza delle dinamiche del nostro calcio. Contro la Juve è vietato sbagliare, ma la sensazione è che si ricadrà nei vecchi errori.
A cura di Alessio Pediglieri
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Non c'è pace per quest'Inter. A poche ore dal match contro la Juventus che delineerà questa prima parte di stagione, in casa nerazzurra si respira aria pesante. Giorni tesi tra dirigenza, allenatore e giocatori: ognuno si prende le proprie responsabilità, apparentemente accettando il proprio carico di colpe. Ma sarà il campo a dare il metro di questo bagno d'umiltà: se contro i bianconeri ci sarà il riscatto che va oltre il semplice risultato, si potrebbe anche abbassare la scure e ritrovare segnali di pace. Ma per chi il nerazzurro l'ha vissuto da sempre, la sensazione è che non vi siano i presupposti, come Beppe Bergomi.

Per lo ‘Zio' nazionale il demerito di un inizio così in sordina è condiviso tra allenatore e giocatori. Da un lato c'è un tecnico appena arrivato, catapultato in una  realtà comunque nuova e inedita. Dall'altro un gruppo che è a metà tra il passato e il futuro, in parte rinnovato, in parte mantenuto, in parte sopportato. Linee guida non ne appaiono, o se ci sono sembrano essere poche e insufficienti. Mai prossimi 90 minuti contro la Juventus saranno il primo spartiacque importante.

Giocare in una squadra significa condividerne gli ideali, i colori, gli obiettivi. Senza scomodare campioni o bandiere, il concetto di Bergomi è semplice: avere l'attaccamento alla maglia e dimostrarlo ogni volta che si scende in campo. Non è facile, per ottenerlo ci deve essere anche la complicità di società e tecnico che spieghino questi concetti: "L’Inter sembra una squadra senza anima, l’allenatore deve incidere più sotto l’aspetto mentale, la squadra non gioca con l’attaccamento alla maglia, quello che un allenatore italiano sa trasmettere, dobbiamo dare tempo al tecnico di incidere sotto questo punto di vista".

Se i giocatori hanno le loro colpe, De Boer ha le proprie e su quelle deve lavorare da subito. L'olandese ha sicuramente delle qualità, avrà necessità di tempo, ma il tempo stringe e le occasioni le ha già sprecate. L'inizio in campionato è stato tutt'altro che proibitivo con Chievo, Palermo e Pescara così come in Europa contro l'Hapoel. I risultati sono stati però completamente inaccettabili: "Spesso il limite degli allenatori stranieri sta nel capire che soprattutto all’inizio ci si dovrebbe concentrare di più sulla fase difensiva, per fare risultato. Il nostro è un campionato molto tattico, è importante fare risultato pur non giocando bene, lui invece imposta una squadra troppo aperta”. 

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