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Cosa ha fatto l’Inter? Cosa manca, cosa non va, cosa rischia Luciano Spalletti

Quattro punti in 4 partite, Luciano Spalletti ha fatto come Gasperini (esonerato alla quarta giornata) e peggio di Frank de Boer. Perché l’Inter non decolla? Cosa manca a una squadra che in estate è stata rafforzata sul mercato? Cosa non va e non funziona? E soprattutto cosa rischia il tecnico che con la Champions (martedì, ore 18.55, contro il Tottenham) si gioca una buona fetta di fiducia? Sabato sera c’è stato il primo vertice sulla crisi con la dirigenza.
A cura di Maurizio De Santis
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Come Gianpiero Gasperini e peggio di Frank de Boer. Basta questo raffronto per tratteggiare il momento di difficoltà in cui versa l'Inter di Luciano Spalletti. Avvio di stagione peggiore non poteva esserci per l'allenatore e la squadra che, dopo la campagna acquisti estiva, non immaginavano di spaccare il mondo a vestire i panni dell'anti-Juve ma di essere lassù, a sgomitare nella corsa al primato, almeno sì. Invece dopo 4 giornate i nerazzurri con un pugno di mosche e polemiche in una mano, 4 punti nell'altra.

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E' la terza peggior partenza di sempre. Bisogna salire a bordo della DeLorean e viaggiare a ritroso nel tempo per trovare periodi anche più disastrosi: nelle stagioni 1935/1936 e 1936/1937 i punti in classifica dopo 4 turni di calendario furono solamente 3 (allora, però, era differente l'attribuzione e il calcolo del punteggio); per trovare un'Inter a quota 4 punti non è necessario spingersi così a ritroso… nella stagione 1995/1996 e in quella 2011/2012 i nerazzurri registrarono identico andazzo.

Il confronto con il passato. Due sconfitte (Sassuolo e Parma), una vittoria (Bologna), un pareggio (Torino) a corredo di un altro dato preoccupante: a San Siro non ci sono luci ma solo ombre che si allungano fino al 2011 quando alla quarta di campionato la sconfitta per 3-1 contro il Novara costò la panchina a Gasperini (4 punti in 4 gare). A rendere tutto a metà tra una farsa e un brutto sogno – ma è tutto vero – è il paragone con l'olandese (poco) volante che a Milano volò così basso fino ad andarsi a schiantare contro l'esonero nonostante la sua partenza (7 punti in 4 partite, vittoria sulla Juventus per 2-1 alla quarta giornata) fosse stata migliore del collega toscano.

Tanti tiri, nessun gol. La sconfitta maturata contro il Parma, al di là delle contestazioni arbitrali, ha sollevato rabbia e perplessità anche per un altro aspetto statistico che evidenza un fattore: ovvero, il gioco c'è ma la squadra non riesce a capitalizzarlo perché là davanti Icardi è ancora a mezzo servizio, Lautaro Martinez è infortunato e Keita schierato al centro dell'attacco per la prima volta da Spalletti non ha creato grattacapi agli avversari.

  • Nonostante siano state ben 28 le conclusioni complessive verso la porta di Sepe, il gol non è arrivato. Contro il Novara nel 2012 il numero dei tiri toccò quota 30.
  • Nel primo tempo l'Inter ha subito un solo tiro (record stagionale in Serie A)
  • Sempre nella prima frazione sono stati ben 9 i calciatori nerazzurri che hanno toccato più palloni.

Il colloquio della dirigenza con Spalletti. Situazione da allarme arancione perché all'orizzonte c'è anche la Champions contro il Tottenham. C'è qualcosa che non va, non funziona e vanno trovati i giusti rimedi. E' stato questo il senso del colloquio avuto a San Siro da Spalletti con i dirigenti (il ds Ausilio e il dg Gardini). Un vertice effettuato dopo la gara per serrare le fila e analizzare subito la situazione sì da trovare contromisure adeguate. Non c'è tempo, né si può perdere altro terreno prezioso. Martedì (ore 18.55) c'è il Tottenham e partire col piede sbagliato in Coppa può rendere tutto maledettamente complicato. A cominciare dalla posizione del tecnico.

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