Coppa d’Africa 2019: ecco le formazioni più (e meno) costose
Le competizioni internazionali, ma in particolare la Coppa d’Africa, hanno spesso scritto pagine di calcio epiche. Dove l’underdog, lo sfavorito di turno, è riuscito poi a battere d’astuzia il più titolato avversario guadagnandosi di diritto un posto negli annali del football del continente nero. Poi, però, c’è la realtà, o meglio, la routine che pure il pallone è costretto a subire: il più forte, di frequente, vince. E così, con un campionato africano allargato per la prima volta a 24 squadre in 32 edizioni e, dunque, con l’introduzione degli ottavi di finale, questi scontri, fra top team e nazioni di secondo livello, potrebbero avverarsi con maggiori probabilità proponendo occasioni da non perdere a molte ‘piccole’. Quando mancano poche ore al calcio d’inizio della rassegna africana, con Egitto-Zimbabwe che alle 22 apre i giochi, ecco, dunque, quali sono i collettivi più attrezzati, e di conseguenza accreditati alla vittoria finale, e quelli che, invece, si presentano ai nastri di partenza come vittime sacrificali (?) potendo contare su rose meno apprezzate e valide, almeno negli austeri e talvolta miopi, algoritmi dei valori di mercato.
L’élite del calcio africano: in testa, il Senegal di Koulibaly e Mané. A seguire, Costa d’Avorio e Algeria
Il trofeo finale che, nell’albo d’oro è andato per ben sette volte all’Egitto padrone di casa, stando ai valori di mercato, non dovrebbe andare a nessuna formazione priva di tradizione e di successi nella propria storia. Eppure, fra le pieghe di questo sacrosanto ragionamento, il Senegal fa storia a sé. E già perché proprio i Leoni della Teranga che hanno raccolto solo un secondo e tre quarti posti nel loro rapporto con la coppa, sono, considerando il market value della rosa a disposizione del Commissario tecnico Cissé, la formazione favorita per questa edizione della rassegna africana.
Già, perché i vari Koulibaly (75 mln) e Mané (120 mln), Keita (25 mln) e Sarr (30 mln), Gueye (25 mln) e Niang (12 mln) mettono insieme la valutazione più alta della ‘pista’ raggiungendo quota 386,4 milioni di euro. Una cifra ragguardevole e che esprime, almeno sulla carta, la potenza di fuoco di una squadra, stavolta sì, pronta per alzare al cielo il suo primo trofeo continentale. Ma non sarà facile perché oltre a dover superare il suo Gruppo, quello C, con Mauritania, Tanzania e Algeria, i leoni di Koulibaly dovranno fare i conti con altre selezioni in grado di dire la loro. Come, ad esempio, la Costa d’Avorio, che vanta una quotazione collettiva da 284,7 milioni di euro, con Pepe (65 mln), Zaha (45 mln) e Kessié (33 mln) sugli scudi, nonché eredi di Drogba, proprio l’Algeria, già rivale nel girone, a quota 196,5 milioni, ma anche Nigeria (196,5 mln) e l’Egitto che, in soldoni, vanta un valore da 196,2 milioni, di cui ben 150 provenienti dalle imprendibili sortite dell’ex Roma Momo Salah (150 mln).
Poi, via, via, appena a ridosso delle prime cinque, il Marocco, con un solo successo nel 1976, a 176,53 milioni di euro, il Camerun di Onana (35 mln) e Anguissa (25 mln) a 129, il Mali a 121,15 e il Ghana, che non vince la manifestazione dal 1982, a 115 milioni e spiccioli.
Tre debuttanti nel novero delle meno costose: Burundi, Mauritania e Madagascar
L’allargamento a 24 squadre ha permesso a molte compagini d’Africa di potersi finalmente iscrivere nel novero delle partecipanti abbandonando il ruolo di sparring partner o di periferia del pallone del continente nero. E infatti, questa edizione, verrà ricordata anche per il ballo delle debuttanti con Madagascar, Burundi e Mauritania, per la prima volta, ai nastri di partenza di una kermesse così importante e seguita.
Anche, a livello internazionale. Oltre a questa soddisfazione però, non si dovrebbe andare dalle parti delle capitali, in ordine, Antananarivo, Bujumbura e Nouakchott. I loro calciatori che, di fatto, hanno già compiuto una autentica impresa, valgono pochissimo con la Mauritania del Ct Martins a toccare quota 4,25 milioni di euro, lo 0,4% dell’intero costo del cartellino di Mbappé, il Burundi di Berahino (7 mln) a 11 milioni e spiccioli e il Madagascar di Marco Ilaimaharitra (calciatore più interessante degli Scorpioni) a 13,9. Nel mezzo, la Namibia (4,38 mln), alla sua terza partecipazione, l’Uganda (a 6,18 mln) che nel 1972 sfiorò il miracolo sportivo in finale col Congo, e Tanzania e Guinea-Bissau, rispettivamente, a 14,8 e 15,78 milioni di euro. Insomma, con questi testacoda, ci sarà da divertirsi.