Comunque vada, sarà un successo. Coraggio, Napoli, puoi fare la storia
La sfida di questa sera allo stadio Santiago Bernabeu fra il blasonato Real ed il “proletario” Napoli attirerà l’attenzione di tantissimi tifosi e appassionati curiosi di assistere alla prova degli azzurri al difficile esame Blancos. Prima però di conoscere il “grado di preparazione” della compagine partenopea guidata da mister Sarri, vediamo come giocano entrambe le squadre analizzando tutti i numeri e le cifre statistiche fatte registrare dalle compagini di scena a Madrid nella prima parte della loro stagione europea.
Qui Madrid, gli uomini di Zidane in netta ripresa
Il Real di Zidane dopo aver perso per strada alcuni tasselli importanti della propria formazione (vedi Bale, Modric, Marcelo, Carvajal, tutti o quasi abili e arruolabili per stasera) ed il doppio black out di metà gennaio con due sconfitte in tre giorni contro Siviglia e Celta Vigo (2-1 in entrambi i casi), sembra essersi ritrovato con 3 vittorie ed 1 pareggio nelle ultime 4 fra campionato e Coppa del re.
Un rendimento in linea col trend stagionale (solo 2 le sconfitte in 35 match complessivi tutte le competizioni) che ha permesso alle Merengues, fra l’altro in grado di vincere in stagione Supercoppa Uefa e Coppa del mondo per club, di tornare a +1 sul Barcellona con ancora due gare da recuperare (con Valencia e Celta Vigo). Certo, la compagine madrilena non si presenta al top della condizione ma, questa è la sensazione, in netta ripresa rispetto alle uscite del mese scorso con tante prove ancorché vincenti non all’altezza della classe e della forza del proprio collettivo.
Real uguale negli 11, camaleontico nei moduli
Una delle caratteristiche che potrebbe mettere in crisi l’impianto di gioco e la tenuta tattica del Napoli è, oltre all’infinita classe equamente distribuita in ogni singolo reparto della squadra spagnola, la capacità per i Galacticos di aver metabolizzato e, quindi, di poter impiegare più moduli all’interno della stessa partita. E sì perché gli uomini di Zidane, passati definitivamente, o quasi, al 4-3-3 sono in grado di potersi sistemare sul rettangolo di gioco in maniera differente adottando il 4-2-1-3 con, in attacco, Bale/Vazquez, CR7, Benzema e James alle loro spalle, il 4-2-3-1 di derivazione Ancelottiana ed il 3-4-1-2 visto a Pamplona sabato contro l’Osasuna con Varane, Sergio Ramos e Nacho in difesa, Isco in mediana e Benzema e Ronaldo assistiti dall’ex Espanyol Lucas Vazquez.
Una qualità questa che, alla lunga, potrebbe risultare un grosso problema per gli azzurri già stretti dalle maniacali attenzioni da dover destinare non ad uno o due straordinari talenti in squadra ma ad una formazione completa dal portiere all’attaccante (valore rosa di 766 milioni di euro). In più, questa sera, Zidane dovrebbe affidarsi per battere il Napoli e magari archiviare già la pratica qualificazione al Bernabeu alla formazione tipo (Bale a parte, che potrebbe rientrare per la sfida di ritorno al San Paolo) con Navas fra i pali, il rientrante Carvajal sulla destra, Varane e Ramos al centro, Marcelo sulla sinistra, Modric, Casemiro e Kroos in mediana e Vazquez, Benzema e Cristiano Ronaldo (appena 2 reti in 6 gare di questa edizione della Champions) in attacco.
Movimenti madridisti e statistiche di gioco
Una delle peculiarità principali dei Blancos e del loro modo, spesso molto simile a quello partenopeo, di sviluppare il football è la forza delle catene laterali della propria formazione. Carvajal–Vazquez (34% sul totale delle azioni da destra) da una parte e Marcelo–Cristiano Ronaldo (37% sul totale delle azioni a sinistra) dall'altra, infatti, sono quelli che, con le assistenze perfette, le spettacolari geometrie ed i precisi suggerimenti dei centrali Modric, Casemiro (ago della bilancia degli equilibri in mediana) e Kroos, riescono a produrre più gioco in assoluto con tante sovrapposizioni e traversoni al centro (49 totali in Coppa Campioni).
In più, per variare il tema tattico del match, i madrileni riescono a sfruttare la possibilità, derivante dalla loro grande tecnica di base, di stringere al centro con fraseggi corti e uno-due micidiali (70% delle conclusioni totali dal centro), in grado di poter perforare le difese avversarie e presentarsi in area davanti agli estremi difensori avversari, con risultati tutt’altro che clementi (98 gol totali in stagione).
Qui Napoli, l’entusiasmo dei 18 risultati utili
Il Napoli di Sarri non poteva affrontare il Real Madrid in una condizione psico-fisica migliore per costanza di rendimento, fiducia e risultati messi a segno. E sì perché i ragazzi del Patron De Laurentiis digerito lo schock dell’infortunio dell’attaccante polacco Milik e le ravvicinate sconfitte casalinghe contro Roma e Besiktas, hanno inanellato una serie di 18 risultati utili consecutivi straordinari fatti da 12 vittorie, 6 pareggi, 42 gol fatti e 17 subiti. Uno score esaltante che ha garantito ai partenopei, con tutta la sfortuna della beffarda urna di Nyon, il doppio match contro il Real, il terzo posto in classifica in Serie A e le semifinali di Coppa Italia contro la Juventus. Un rendimento che assicura entusiasmo, non certo cieco ottimismo, e che potrebbe dare maggiore forza e coraggio agli inesperti calciatori napoletani al cospetto dei navigatissimi interpreti del Madrid.
Il 4-3-3 il credo tattico degli azzurri
Se il Real ha imparato a diversificare, anche a gara in corso, il proprio canovaccio tattico con più sistemi di gioco, il Napoli sembra affidarsi (e fidarsi) solo ad uno: il 4-3-3. Un modulo importante che ben si adatta alle caratteristiche dei ragazzi in rosa e che ha regalato a pubblico e tifosi una qualità di calcio che forse non si era mai vista a Napoli e dintorni con tante azioni fantastiche, disimpegni palla a terra, fraseggi degni del miglior tiki taka e fulminee verticalizzazioni. Una proprietà di palleggio fenomenale frutto di sinergie perfette di alchimie speciali del tanto lavoro nonché garantita da una formazione importante con più cambi in più ruoli grazie alla presenza di calciatori di spessore anche in panchina.
Insigne, leggermente più dietro le due punte
Tutti questi complimenti e questa grande qualità espressa nel gioco azzurro è merito di automatismi ben precisi e della volontà da parte di Sarri di aggiornare alcuni movimenti, dopo l’addio di Higuain. Da quest’anno, infatti, l’esterno sinistro alto, nel 90% dei casi Insigne, diventa quasi un trequartista leggermente defilato con la possibilità di leggere i tagli degli avanti, far inserire senza palla il capitano Hamsik, e servire col suo delizioso piede destro i vari Mertens, Callejon o le accorrenti mezzeali (Zielinski su tutti). Uno stratagemma tattico molto semplice che ha creato, contestualmente, spazio al terzino Ghoulam con le sue costanti sovrapposizioni che consentono al Napoli di sviluppare la manovra offensiva proprio sulla prediletta corsia mancina col 41% degli attacchi complessivi provenienti da quella particolare zona di campo.
Le probabili formazioni
Zidane schiera la formazione migliore, a parte l'infortunato Bale. Vazquez appare favorito su Isco e James Rodriguez per giocare accanto a Benzema e a Cristiano Ronaldo. Il Napoli conferma il modulo 4-3-3 con Milik che sembra destinato alla tribuna.
Real Madrid (4-3-3): Navas; Carvajal, Varane, Sergio Ramos, Marcelo; Modric, Casemiro, Kroos; Lucas Vazquez, Benzema, Cristiano Ronaldo. A disposizione: Casilla, Pepe, Nacho, Isco, J. Rodriguez, Morata, Kovacic. Allenatore: Zidane.
Napoli (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Zielniski, Diawara, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne. A disposizione: Rafael, Maggio, Maksimovic, Giaccherini. Chiriches, Allan, Jorginho, Pavoletti. Allenatore: Sarri.
Arbitro: Skomina (Slovenia).