Come sta Gianluca Vialli, racconta la malattia: “Ho avuto il cancro, non so come finirà”
Prima la fortunata esperienza da calciatore con le maglie di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea (con il bronzo conquistato con la Nazionale ai Mondiali di Italia 90), poi la breve ma positiva avventura in panchina a Londra. Gianluca Vialli dopo aver regalato emozioni sul terreno di gioco, con le sue doti da bomber di razza, è diventato uno dei volti noti di Sky. Da un po' di tempo però l'opinionista classe 1964 è sparito dai radar dell'emittente satellitare. Il motivo? Vialli ha dovuto giocare la partita importante della sua vita, contro il cancro. L'ex centravanti in un'esclusiva intervista ai microfoni del Corriere della Sera ha raccontato la sua battaglia contro un tumore.
Cosa è successo a Gianluca Vialli, la malattia dell'ex bomber
Gianluca Vialli pubblicherà martedì il suo libro, dal titolo: "Goals: 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili". E la sfida più difficile della sua vita, è stata senza dubbio quella contro la malattia, raccontata in una lunga intervista con Aldo Cazzullo. L'ex centravanti e allenatore ha parlato per la prima volta della sua battaglia contro il cancro, e lo ha fatto alla sua maniera: "Ne avrei fatto volentieri a meno. Ma non è stato possibile. E allora l’ho considerata semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con coraggio e dalla quale imparare qualcosa".
Ecco la volontà di cercare di trasferire la sua esperienza in un libro, per cercare attraverso alcune frasi motivazionali di aiutare gli altri: "Ho iniziato a scrivere il libro per aiutare le persone a trovare la strada giusta Così ho raccolto alcune frasi motivazionali, alcuni mantra, intervallandoli con storie di grandi sportivi, che aiutano a capire. Perché le citazioni non funzionano, se non sei tu che funzioni".
Gianluca Vialli racconta la sua battaglia con il cancro
L'opinionista Sky ha deciso di raccontare la sua convivenza con la malattia. Una malattia difficile da accettare: "Sapevo che era duro e difficile doverlo dire agli altri, alla mia famiglia. Non vorresti mai far soffrire le persone che ti vogliono bene: i miei genitori, i miei fratelli e mia sorella, mia moglie Cathryn, le nostre bambine Olivia e Sofia. E ti prende come un senso di vergogna, come se quel che ti è successo fosse colpa tua. Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano. Poi ho deciso di raccontare la mia storia e metterla nel libro".
Come sta Gianluca Vialli, le sue condizioni di salute
Ma come sta adesso Gianluca Vialli? L'ex centravanti ha fatto il punto sulle sue condizioni di salute, con la speranza di vincere quella che ha definito come "la sua partita": "Ora sto bene, anzi molto bene. È passato un anno e sono tornato ad avere un fisico bestiale – scherza Vialli – Ma non ho ancora la certezza di come finirà la partita. Spero che la mia storia possa servire a ispirare le persone che si trovano all’incrocio determinante della vita. E spero che il mio sia un libro da tenere sul comodino, di cui leggere una o due storie prima di addormentarsi o al mattino appena svegli. Un’altra frase chiave, di quelle che durante la cura mi appuntavo sui post-it gialli appesi al muro, è questa: ‘Noi siamo il prodotto dei nostri pensieri‘. L’importante non è vincere; è pensare in modo vincente. La vita è fatta per il 10 per cento di quel che ci succede, e per il 90 per cento di come lo affrontiamo. Spero che la mia storia possa aiutare altri ad affrontare nel modo giusto quel che accade. Vorrei che qualcuno mi guardasse e mi dicesse: E' anche per merito tuo se non ho mollato".
Vialli, la Champions con la Juventus e i rapporti con Mancini
Nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Gianluca Vialli ha parlato anche di calcio e della sua avventura da calciatore. Da Maradona, considerato il giocatore più forte mai affrontato, all'ultima Champions vinta dalla Juventus: "Finale all’Olimpico di Roma. Segna subito Ravanelli, pareggia Litmanen. Grande partita, finita ai rigori. La chiude Jugovic segnando il quarto. Il quinto o sesto rigore sarebbe toccato a me. Fu un sollievo infinito. All’Olimpico avevo sbagliato un rigore al Mondiale del '90 contro gli Stati Uniti, e mi ero rotto un piede tirandone un altro contro la Roma. Quella notte sapevo che era la mia ultima occasione per vincere la Champions. Pensi gli incubi, se no. La maledizione Juve in Champions? No. È la pressione. Non è facile trovare l’equilibrio tra tensione e serenità, nella consapevolezza che puoi anche perdere. Se poi hai contro Messi e Cristiano Ronaldo".
E non può mancare anche una battuta sulla sua super Sampdoria, trascinata ad un passo dalla vittoria della Champions, con il gemello del gol Roberto Mancini: "Con Roberto siamo più che amici, fratelli. Quando hai la stessa età e hai condiviso per tanti anni il campo di battaglia, puoi stare molto tempo senza sentirti, ma il rapporto rimane per sempre".
Tanti i messaggi d'incoraggiamento che sono arrivati all'ex calciatore, tutto il mondo del calcio s'è stretto intorno a Vialli: avversari, ex compagni di squadra e altre figure di spicco del rettangolo verde di oggi e di ieri. Gianni Rivera, l'ex golden boy del Milan che Brera definì ‘abatino', ha parlato di lui come un guerriero coraggioso. E guerriero è il termine che lo stesso Vialli adotta nel post di ringraziamento per la solidarietà ricevuta. Un cuore rosso che batte sulla maglia azzurra accanto al testo "Il vostro supporto mi rende più forte. Grazie. Non sono un sopravvissuto, ma un guerriero".