Com’è raccontata in Italia la denuncia a Cristiano Ronaldo di presunto stupro
In ritardo, ma anche la stampa italiana si è interessata alle pesanti accuse di stupro rivolte al cinque volte Pallone d’Oro, colpo del mercato estivo della Juventus, Cristiano Ronaldo, dalla modella Kathryn Malorga. Secondo l’accusa, l’episodio risalirebbe al 12 giugno del 2009, come rivelato dalla stessa donna al settimanale tedesco Der Spiegel, e avrebbe visto l’allora 25enne statunitense violentata dal calciatore in una stanza di un hotel di Las Vegas dove il portoghese si trovava in vacanza. Sul caso sta indagando la polizia di Las Vegas, ma il calciatore al momento non è indagato e, qualora dovesse essere ascoltato dagli inquirenti, sarà solo come persona informata sui fatti.
Le rivelazioni di Der Spiegel
Le parole della donna confermerebbero dunque la ricostruzione fatta dal giornale teutonico dopo esser venuto in possesso dell’accordo riservato stipulato nel 2009 da CR7 con la stessa Kathryn Malorga per non rivelare l'accaduto dietro pagamento di 375.000 dollari (riportato in un dossier pubblicato dal settimanale tedesco nell’aprile del 2017 con il titolo “Il segreto di Cristiano Ronaldo”) Negli ultimi giorni secondo i tabloid britannici (il Daily Mail e il Sun nello specifico) vi sarebbero anche altre donne che accusano l’ex Real Madrid dello stesso reato. Il 27 settembre, la sua causa viene depositata nel tribunale distrettuale di Clark County: una denuncia che contiene 11 reclami, tra cui l'abuso di persona vulnerabile e l'aver inflitto intenzionalmente disagio emotivo.
Sports Illustrated e Lineker contro la Juventus
L'attaccante portoghese ha respinto tutte le accuse con un comunicato: «Nego fermamente. Lo stupro è un crimine abominevole, contrario a tutto ciò in cui credo. Mi rifiuto di alimentare lo spettacolo mediatico creato da persone che cercano pubblicità a mie spese. Aspetterò con serenità l'esito di qualsiasi tipo di indagine perché la mia coscienza è pulita». E il 4 ottobre è arrivata la difesa della Juventus affidata a due tweet che all’estero hanno suscitato scalpore (definiti «terribili» da Gary Lineker, posizione «fuori tono» invece per la nota rivista statunitense Sports Illustrated) mentre in Italia ancora l’argomento non rientrava nell’agenda delle testate giornalistiche. Anche il Guardian critica i tweet della Juventus: «Era comprensibile che il club dovesse parlare pubblicamente del caso, ma i tweet pubblicati sul profilo ufficiale dei bianconeri mettono in correlazione aspetti che non potrebbero proprio essere avvicinati tra loro, veicolano la falsa idea che le qualità e i risultati di Ronaldo sul campo, insieme ai tanti anni che sono passati da quella notte a Las Vegas, potessero avere un impatto sulla questione. Ovviamente, non è così».
Guardian e Time contro la stampa italiana
Ma il quotidiano britannico va oltre attaccando anche l’informazione italiana: «Sia sabato che domenica, la prima pagina del quotidiano torinese (Tuttosport, ndr) descriveva Ronaldo come un giocatore “più forte del fango”. Il riferimento è a coloro i quali lo stavano attaccando. Tuttosport ha anche ospitato il commento di un ex magistrato, Pietro Calabrò, che in qualche modo metteva in discussione le motivazioni della vittima. Per fortuna, queste scelte editoriali sono state un’eccezione, non la norma. Anche se pure gli altri commenti mainstream si sono approcciati male alla vicenda, qualcuno ha scritto e detto che “Ronaldo ha dato la migliore risposta possibile ai suoi critici”, come se il suo problema fosse un semplice periodo di difficoltà sul campo». Gli fa eco la nota rivista americana Time: «Cosa c’entrano le imprese calcistiche di Ronaldo con un eventuale sodomia non concordata? Nel 2009, Kathryn stava ballando con Ronaldo: significa che ha in qualche modo “causato” lo stupro? Poi c’è da sottolineare l’insensatezza dei tweet della Juventus, ed anche la condotta della Federazione portoghese, che ha escluso Ronaldo dalla nazionale senza chiarire che si trattava di un’esclusione dettata da un’accusa gravissima. Anzi, la comunicazione è arrivata durante una conferenza stampa in cui si tessevano le doti del portoghese».
Il ritardo dell’informazione italiana
In Italia invece fino al 6 ottobre ci è limitati a riportare le dichiarazioni di Cristiano Ronaldo e della Juventus senza dare grande spazio alla cosa, soltanto dopo la macchina dell’informazione italiana ha cominciato a puntare i riflettori sulla vicenda dandole pari rilevanza a quella che ormai da oltre una settimana aveva nel resto del mondo: se ne parla sui giornali, nelle radio, sui social network e nelle trasmissioni televisive, ad eccezione di qualcuno, come Fabio Caressa nella trasmissione Sky Calcio Club (“Il termometro sulla vicenda Cristiano Ronaldo in Italia: 37 gradi, una temperatura non altissima, che corrisponde alla vita di tutti i giorni come chiunque al bar, c’è un interesse relativo. Nel mondo invece 38 gradi, un po’ più alta, ma anche qui non è temperatura record, anche perché ci stiamo un po’ abituando al mondo del #MeToo e di tutte queste cose qua») che ha preferito minimizzare la questione. C’è poi chi, come Giampiero Mughini nella trasmissione Tiki Taka in onda su Italia 1, nel tentativo di difendere la stella portoghese si è spinto fino al no-sense asserendo che «quello di Ronaldo non è stato uno stupro, ma un semplice rapporto non consenziente con una ragazza». Forse bisognerebbe prestare maggiore attenzione quando si parla di questa vicenda perché non si tratta di una sciocchezza, dato che riprendendo le parole dello stesso portoghese si tratta di un’accusa per un «crimine abominevole» per la quale, nel caso fosse provata, Ronaldo, se pur ad oggi non risulta indagato, potrebbe rischiare una condanna che va dai 15 anni di reclusione all’ergastolo.