Classifica del possesso palla in Europa League: dominio sarriano, poi Arsenal e Napoli
Siamo agli sgoccioli di una competizione che, nelle fasi finali, ha poco da invidiare alla più prestigiosa Champions League. Oggi, difatti, si affrontano le migliori compagini della pista capaci di superare mille ostacoli e di presentarsi nel novero delle magnifiche otto dell'Europa League. Per farlo, hanno utilizzato diverse armi, come pure differenti metodi di gioco. Eppure, fra quelle accreditate al successo finale, ci sono quelle formazioni che hanno vinto, e il più delle volte convinto, affidandosi ad una unica strada maestra: il possesso palla. E così, nelle ore immediatamente precedenti l'andata dei quarti di finale, fra Arsenal-Napoli, Villarreal-Valencia, Slavia Praga-Chelsea e Benfica-Eintracht, ecco i club più abili nel gestire la palla e nell'ottenere la supremazia territoriale in campo internazionale. In quella che, in teoria, sarebbe la seconda manifestazione continentale del football.
Chelsea in testa, Arsenal secondo. Il Napoli di Ancelotti insegue i Gunners
Fra le formazioni superstiti c’è davvero tanta qualità, talento e, di conseguenza, una straordinaria gestione del possesso della sfera. Anche se, in questo nobile consesso, due club non arrivano a quota 80% per percentuale di passaggi riusciti. Ma questa, è un’altra storia ancorché indicativa del differente modo di intendere il gioco da parte delle sorprese del seeding, ovvero: Slavia Praga e Eintracht di Francoforte.
In testa, invece, non tanto e non solo per precisione dei passaggi tentati, circa 7.201, troviamo il Chelsea di Sarri che, anche in Europa, non conosce altro modo di conseguire il risultato se non col possesso palla ed il dominio, quasi totale, delle operazioni. I Blues, con 10 gare a referto, comandano in questa competizione col 65,2% del possesso della sfera. Anche se, c’è da dire, contro avversari non propriamente di prima fascia, nell’ordine: Paok Salonicco, Vidi, Bate Borisov, Malmo e Dinamo Kiev. A seguire, sul secondo gradino del podio, l’Arsenal dell’esperto Emery capace, proprio in questo contesto, di alzare in ben tre occasioni il trofeo finale. Spagnolo, amante del bel gioco e, dunque, di un baricentro alto che si sostiene sul controllo del gioco e su di una manovra ampia, vaporosa e armonica. Per un possesso medio, messo insieme in Europa League da Ramsey e soci, del 59,9%. Qualcosa di importante e che, col Chelsea, sostanzia un certo concetto: la Premier è, ormai, diventata terra di tiki-taka. Una terra che in El non trova rivali con solo il Napoli di Ancelotti, sia pure con un range minore di partite da analizzare, quattro, in scia con un rotondo 54,5%.
Le spagnole fuori dal podio. Eintracht e Slavia quasi agli ultimi posti
Fuori dalla top three c’è comunque una buona dose di piedi buoni anche se utilizzati il giusto. Di sicuro, meno del trittico formato da Chelsea, Arsenal e Napoli. Fuori dal podio, anche se di poco, rintracciamo il Villarreal di Fornals e soci, a proposito, lo spagnolo che piace al Napoli è fra i migliori assistman della competizione con ben 4 suggerimenti vincenti, con un possesso che sfiora il 53% e si accomoda sul 52,6. Per una percentuale buonissima, fra le migliori, ma che pure segna una certa differenza col rendimento del Submarino Amarillo in Liga: terzultimo a 30 punti, e col rischio di retrocedere, e con un possesso che cala, addirittura, fino al 48,7%. Effetto inverso, invece, quello del Benfica che, nella Liga Nos, tocca il 57,7%, oltre al condiviso primato col Porto, mentre in Europa si accontenta di un onesto 53,2% calcolato su appena quattro gare e contro Dinamo Zagabria e il forte Fenerbahce. A chiudere, infine, tre sodalizi che non si iscrivono, almeno in campo europeo, nell’alveo dei discepoli di Guardiola e del suo tiki-taka con un calcio più verticale, diretto, meno appariscente ma comunque proficuo.
Parliamo di Slavia Praga, Eintracht di Francoforte e Valencia, le prime due in El dall’inizio della stagione, capaci di agire di rimessa, ripartire in transizione attiva e colpire poggiando su modi differenti di aggredire l’avversario. I tedeschi, con un parco attaccanti, le cui prime donne sono Haller e Jovic, da 25 gol totali, i cechi, con corsa, dinamismo e voglia e gli spagnoli con qualità e pragmatismo. Per tre squadre, in fila, da 49, 48 e 47%.