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Clarence Seedorf, la nuova scommessa di Silvio Berlusconi

Olandese e milanista, come i tre “tulipani” che fecero grande il suo Milan. Dopo Sacchi, Capello e Leonardo, è lui la nuova scommessa di Silvio Berlusconi.
A cura di Alberto Pucci
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La prima scelta – Ha quasi sempre scelto lui e, raramente, si è dovuto rimangiare le decisioni prese. Anzi, nelle rare occasioni che si è fatto consigliare e convincere dagli altri, ha finito per constatare che era meglio se faceva di testa sua. Testardo e deciso, esattamente come la persona che ha individuato (da tempo) per sostituire il povero Massimiliano Allegri: mai troppo amato e, spesso, "cazziato" e sbugiardato davanti all'opinione pubblica. Silvio Berlusconi ha scelto Clarence Seedorf e pazienza se parte della dirigenza, della tifoseria e della critica, non stiano festeggiando per il ritorno dell'olandese. Il presidente vuol tornare ad occuparsi in prima persona della squadra e, dopo il triennio di Allegri, rivendica a gran voce il diritto di poter scegliere, in prima persona, il nuovo allenatore del Milan. Ma Clarence Seedorf, sarebbe l'uomo giusto al posto giusto? Può davvero riportare la squadra rossonera ai vertici del calcio italiano ed europeo, uno che sta diventando allenatore seguendo un corso online? Perplessità più che legittime che stanno attanagliando il mondo rossonero: migliaia di tifosi che, davanti a dubbi amletici, provano a farsi coraggio ripensando alle felici intuizioni del passato. Già, perchè Seedorf sarebbe l'ennesima scommessa di Berlusconi: l'ennesimo allenatore "fatto in casa" che verrebbe gettato nella mischia con la speranza di emulare i precedenti di Sacchi e Capello.

Clarence "multitasking" – Elegante, colto e dotato di un talento fuori dal comune, Seedorf entrò nel mondo Milan nell'estate del 2002, grazie ad una felice intuizione di Galliani che spedì Francesco Coco all'Inter, chiedendo in cambio l'olandese. Da sempre ritenuto un "allenatore in campo", Seedorf ebbe la fortuna di studiare da vicino Louis Van Gaal (negli anni dell'esordio nell'Ajax), prima di passare sotto le "grinfie" dei vari Capello, Lippi, Cuper e Ancelotti: un percorso "formativo" che, a distanza di anni, potrebbe tornar utile per la sua nuova (e molto probabile) carriera da allenatore. Carismatico, esperto (ha vinto in Europa con Ajax, Real e Milan) e dotato di una personalità "forte", Seedorf ha dalla sua un'eleganza e una cultura (parla correttamente diverse lingue) che lo avvicinano a Leonardo: l'ultimo, in ordine di apparizione, ad essere stato imposto dal presidente Berlusconi. Il coraggio certo non gli manca…dentro e, soprattutto, fuori dal campo dove si batte da sempre contro il razzismo nello sport (è uno dei testimonial scelto dalla Uefa), fa beneficenza e lotta per difendere i diritti dei minori (specialmente nel Suriname, sua terra d'origine) e, soprattutto, investe a 360 gradi ciò che il destino, e due piedi fatati, gli hanno regalato nella vita. In tutti questi anni ha fatto anche l'imprenditore investendo nel settore gioielli (una delle sue grandi passioni) e nel campo della ristorazione aprendo, a Milano, il ristorante "Finger's". E' rimasto nel campo dello sport rilevando una scuderia motociclistica nel 2003, pubblicando una rivista dedicata ai motori ed entrando come socio di maggioranza nel Monza calcio: club dove fece esordire il cugino Chedric che, in precedenza, aveva provato a "piazzare" anche al Milan.

L'esperienza in panchina – Letto così, il curriculum vitae di Seedorf, sembrerebbe a prova di "bomba". Il problema (non da poco) è la quasi totale mancanza di esperienza nelle vesti di allenatore. Riuscirà a cavarsela egregiamente anche senza il "pedigree" necessario? Lontano dai lamenti e mugugni di stampa e tifoseria italiana, "mister" Clarence tira dritto per la sua strada. Il corso online (messo a disposizione dalla federcalcio olandese) è quasi al termine e, una volta finito, la stessa Uefa gli riconoscerà la licenza "Uefa Pro": un pezzo di carta utile per guidare squadre di club nei campionati nazionali ed europei. Teoria, ma anche molta pratica: indispensabile per imparare al meglio e per mettere a tacere le malelingue. Pratica che Seedorf avrebbe fatto allenando i ragazzi di due selezioni juniores dello Stato di Rio de Janeiro: il Boavista e la Nova Iguaçu. Testardo, appunto….ma anche orgoglioso e pieno di sè, al punto di dichiarare: "Ho sempre pensato che farò l'allenatore, comincerei anche da una ‘big'. Ci sarà un modello Seedorf, un mix". E' proprio quello che si augura Silvio Berlusconi: un nuovo calcio spettacolare e pieno di successi firmato Seedorf. Avrà ragione ancora una volta lui?

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