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Cinque errori di Spalletti (gravi come quello di Abisso) che hanno danneggiato l’Inter

L’errore dell’arbitro Abisso nel match contro la Fiorentina ha fatto perdere due punti in classifica all’Inter. Ma il tentativo di Luciano Spalletti di usarlo come alibi durante l’esagerato sfogo nel post partita non tiene: ecco i diversi errori commessi dal tecnico di Certaldo in stagione che pesano quanto quello commesso da Abisso al Franchi.
A cura di Michele Mazzeo
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Il clamoroso errore dell’arbitro Abisso e la sfuriata fuori luogo contro i giornalisti/opinionisti di Sky di Luciano Spalletti hanno spostato l’attenzione sui presunti torti arbitrali subiti dai nerazzurri tanto che (volontariamente o involontariamente) lo stesso tecnico ha provato a farli diventare un alibi per sé stesso: “Quello di D'Ambrosio è petto netto, non potrebbe essere che gli è scivolata sul braccio. E' petto netto e si vede, non potrebbe essere niente. Tanto poi domani si dirà via Spalletti, arriva questo e quest'altro…” come a voler insinuare che se dovesse essere messo in discussione la colpa sarebbe esclusivamente dell’errore dell’arbitro o addirittura di Fabio Caressa e dei suoi ospiti in studio che hanno provato ad ipotizzare quale motivo abbia spinto Abisso a concedere quel rigore (per il quale è stato sospeso).

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Sinceramente ci sembra troppo semplicistico ridurre tutto ad un singolo episodio, per tanto va ricordato che, al netto del decisivo errore nel match contro la Fiorentina costato indiscutibilmente due punti ai nerazzurri e delle ottime cose fatte fin qui dallo stesso Spalletti (terzo posto in classifica in linea con le aspettative, ottavi di Europa League messi agevolmente in cassaforte e rivalutazione della rosa), fin qui in stagione sono stati già diversi gli errori (gravi quanto quello di Abisso al Franchi) commessi dall’allenatore di Certaldo dentro e fuori dal campo, errori che andremo ad analizzare meglio di seguito.

Falsa partenza in campionato

Muovendosi in ordine cronologico non si può dimenticare la falsa partenza in campionato dell’Inter che ha raccolto soltanto 4 punti nelle prime 4 giornate di campionato nonostante un calendario non impossibile (sconfitta a Sassuolo, pareggio casalingo con il Torino, vittoria a Bologna e ko interno contro il Parma). Anche in quel caso, fatto salvo qualche presunto errore arbitrale, non si può non ricordare come le scelte dello stesso Spalletti abbiano influito sul rendimento non ottimale dei suoi dato che in quelle 4 gare il tecnico ha rinnegato quasi tutto il lavoro fatto nel precampionato (per esempio schierando una difesa a tre mai provata prima, non dando fiducia al tandem LautaroIcardi che bene aveva fatto in estate o bocciando tutte le coppie di mediani provate durante le amichevoli estive) e non ha tenuto conto dei postumi del Mondiale affidandosi a giocatori evidentemente a corto di fiato e non in condizione fisica ottimale come i vari Vecino, Brozovic e Perisic.

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Gli errori con il Psv costati gli ottavi di Champions

Per quanto sia vero che al momento del sorteggio del girone di Champions League i nerazzurri erano sfavoriti rispetto a Barcellona e Tottenham per il passaggio del turno, è altrettanto vero che, per come è arrivata, l’eliminazione non può che lasciare tanti rimpianti in casa Inter per quel pareggio casalingo con il PSV Eindhoven già eliminato che ha reso del tutto nulla la correttezza dei blaugrana che contemporaneamente, nonostante fossero già sicuri del primo posto del girone, avevano fermato sull’1-1 i londinesi (rimanendo addirittura in vantaggio fino all’86’). E anche lì, dalle scelte di formazione (Candreva mezzala e la conferma da titolare di Asamoah nel peggior momento della sua stagione) all’atteggiamento remissivo dei nerazzurri dopo il pareggio (mantenere il risultato anziché andare alla ricerca del gol vittoria) fino ai cambi a partita in corso (fuori l’offensivo Politano, migliore in campo, per il terzino Vrsaljko), parte del demerito è da attribuire agli errori del tecnico di Certaldo.

I nove palloni persi da Brozovic e Candreva nel match di San Siro (fonte WhoScored)
I nove palloni persi da Brozovic e Candreva nel match di San Siro (fonte WhoScored)

Quei cambi di (retro)marcia

Alle errate sostituzioni va poi dedicato un intero paragrafo dato che alcune di queste sono costate diversi punti all’Inter in questo campionato. Esplicativa quella fatta contro la Juventus (Borja Valero per Politano al 12’ della ripresa) che ha spento di fatto la veemenza dei nerazzurri che fin lì si erano fatti nettamente preferire ai bianconeri. Ma, come questo, sono tanti altri i cambi che a posteriori si sono poi rivelati sbagliati, non tanto perché chi è subentrato non ha dato il cambio di marcia atteso, ma piuttosto per le tante volte in cui alcuni giocatori evidentemente sottotono e in giornata no sono stati lasciati in campo fino al novantesimo (spesso è capitato con l’opaco Perisic della prima parte di stagione, ma non solo). Conseguenza di ciò, tra le altre cose, è anche il fatto che statisticamente dopo l’ora di gioco la squadra risente di un evidente calo sia nel rendimento difensivo che in termini di equilibrio, che diventano fondamentali in una squadra che non ha un gioco offensivo spumeggiante e imprevedibile con varietà di soluzioni. Chiarificatore  a riguardo è il dato relativo ai 12 gol subiti in campionato dai nerazzurri dopo il 60° sui 18 incassati in totale.

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La chance persa in Coppa Italia

Qualche colpa il buon Luciano la ha avuta anche in quello che si può considerare il primo vero fallimento della stagione nerazzurra, ossia l’eliminazione dalla Coppa Italia che, soprattutto dopo l'uscita della Juventus e del Napoli, poteva rappresentare la migliore risposta all'invito della famiglia Zhang di ricominciare a vincere un trofeo come segno di crescita del progetto complessivo. Nel quarto di finale contro la Lazio la scelta di affidarsi al suo uomo, Radja Nainggolan (lontano dalla migliore condizione e nell’occhio del ciclone per quello sfogo privato diventato pubblico nel quale diceva di voler tornare alla Roma), non ha pagato, anzi. È stato proprio il belga con un rigore calciato male a tradire dal dischetto il tecnico.

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Le ‘invasioni di campo’ e le uscite ‘fuori asse’

Errori in campo dunque, ma qualche errore Luciano Spalletti in questa stagione lo ha commesso anche fuori dal campo. L’ultimo è stato quello di domenica sera ai microfoni di Sky, ma a livello di comunicazione qualche sbaglio lo aveva già commesso in precedenza. Dopo aver “bacchettato” pubblicamente l’amministratore delegato nerazzurri Marotta per “non aver lavato in casa i panni sporchi” della richiesta di cessione a gennaio da parte di Perisic, nella gestione del caso-Icardi è stato invece lo stesso toscano a “non lavare i panni sporchi in casa”. Qualche giorno prima che la questione relativa al centravanti argentino deflagrasse con la fascia da capitano tolta e tutto ciò che ne sta conseguendo, è stato lui infatti a chiedere davanti alle telecamere (e non in un incontro privato) alla società di chiudere in qualche modo la questione relativa al rinnovo di Icardi (invadendo inoltre per l’ennesima volta un campo che per ruolo non gli compete).

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