Chi sono i calciatori che percorrono più chilometri in Serie A
Il calcio, come è noto, è una splendida fusione di doveri, compiti, ruoli e estemporanee magie. Un gioco dove il singolo conta più degli altri solo quando quest’ultimo decide di estrarre il coniglio fuori dal cilindro e risolvere il match. Eppure, l’alchimia di squadra, la chimica fra i giocatori e l’intesa fra i reparti non può prescindere dai cosiddetti gregari. Quei calciatori cioè, spesso collocati nella linea mediana del campo, che pur non essendo baciati da madre natura per doti tecniche si impegnano a fondo, lottano su ogni pallone e si segnalano per generosità e cuore.
Insomma, quegli uomini barometro, quei prospetti indispensabili che, con la loro corsa ed i loro polmoni, restituiscono equilibrio a tutto il resto del club. Protagonisti in tono minore, con meno prime pagine ma una importanza strategica fondamentale. E così, cercando di restituire lustro a questi giocatori, ecco i migliori corridori della Serie A, ovvero: i 5 calciatori che, in media, percorrono più Km nel corso di ogni singola gara, ogni maledetta domenica.
Erick Pulgar il motorino cileno che entusiasma Bologna
In prima posizione in questa specifica graduatoria che vede come protagonisti i ‘Forrest Gump’, i ‘runner’ più infaticabili della Serie A, troviamo Erick Pulgar. Il calciatore felsineo, infatti, che abbina qualità e tanta quantità nel suo Bologna, è il profilo che corre di più nel nostro massimo campionato con ben 12.256 metri coperti in media per partita.
Un bell’andare per il cileno in grado, in ogni singolo incontro, di coprire una distanza come quella che divide Castel Maggiore e la stessa città di Bologna, pur non perdendo troppo smalto in fase di impostazione davanti alla difesa. Insomma, un’ottima presa per gli emiliani che lo hanno prelevato nel 2015 dalla Universidad Catolica con Donadoni che ora può vantare fra le sue fila un vero e proprio centrocampista moderno: un ‘volante’ col piede educato e due polmoni enormi, anzi, sconfinati.
Marco Parolo, un ciclista prestato al calcio
A poche centinaia di metri di distanza dal predetto Pulgar, invece, troviamo un habitué di questo genere di classifiche. Nello specifico: Marco Parolo. Uno che, su queste caratteristiche ha fondato le fortune di una intera carriera. E sì perché il centrocampista biancoceleste pur non lesinando discrete doti tecniche, oltre che un pronunciato senso del gol, si fa sentire nell’economia globale della sua squadra soprattutto per il dinamismo, il recupero della sfera, gli inserimenti senza palla e la sua consueta aggressività nei confronti degli avversari. Specifiche, queste, che lo costringono a dare fondo a tutto il suo cuore, a tutta la sua voglia di inseguire il pallone e attaccare gli spazi correndo 12.057 metri per match. Una distanza considerevole ma che per un ragazzo cresciuto a pane, calcio e ciclismo, con papà Daniele grandissimo appassionato delle due ruote, non è poi così esagerata: il sacrificio, difatti, è nel suo dna.
Castagne miglior fluidificante del torneo: quasi 12 km per match
Arrivato in estate per diventare, sia pure con un po’ di tempo, il nuovo Conti, il belga Castagne, chiuso da Hateboer, non sembra aver risposto al meglio alle predette attese. Eppure, la giovane età, la nuova realtà ed un ingresso negli schemi di Gasperini non sempre facile per i nuovi arrivi, lo mettono al riparo da frettolose bocciature. E così, la sua stagione, propedeutica ad una futura esplosione, può essere contraddistinta dall’assist col Sassuolo, dalle 9 gare in campionato ma anche da un vero elemento di vanto, ovvero: l’essere sul podio dei migliori ‘runner’ del campionato. Nei poco meno di 900’ giocati, infatti, l’ex Genk ha percorso più e più volte la corsia destra orobica, arando la fascia e dimostrandosi pendolino inesauribile con dei numeri davvero invidiabili. Su quell’out, Castagne fa il vuoto rispetto ai suo omologhi in quella specifica zona del campo con 11.815 metri ‘prodotti’ a partita.
Vecino l’uruguaiano tutto fare che corre per due (fasi)
Appena fuori dal podio, rintracciamo, per soli 3 metri di distanza dal predetto Castagne, il centrocampista dell’Inter Vecino. Lui pure figlio di una generazione di centrocampisti col calcio nel sangue ma anche la volontà di sacrificarsi e mettere pressione all’avversario, l’uruguaiano ex Fiorentina si sta ben comportando nell’annata a due volti della sua Inter con un rendimento medio accettabile ed un dinamismo quasi difficile da prevedere. E invece, gli 11.812 metri per gara, sono il frutto della sua propensione a mettersi in visione, farsi dare la palla, creare gioco ma anche della sua grande predisposizione al pressing alto e all’attacco frontale al portatore di palla.
Danilo Cataldi, la consacrazione nell’Inferno di Benevento
La stagione della sua squadra, il Benevento, non sembra di certo volgere per il verso giusto con, malgrado il recente successo casalingo col Crotone, solo 10 punti accumulati in 25 gare di campionato. Eppure, l’annata di Cataldi sembra diametralmente opposta a quella del suo club. Con tanti minuti nelle gambe ed una titolarità pressoché indiscussa, infatti, l’ex Genoa e Lazio è riuscito a ritrovare quelle certezze che lo avevano condotto nel novero dei giovani più promettenti del nostro calcio. E così, le sue geometrie, la sua forza fisica e le stimmate di centrocampista dai piedi buoni hanno raggiunto una imprevista evoluzione con il romano bravo a diventare efficace interditore e a coprire chilometri su chilometri. Circa 11 a partita che lo conducono nell’élite del calcio nostrano e lo eleggono fra i migliori ‘runner’ della Serie A.