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Chi è Stefano Sensi, il regista di provincia che piace al Napoli di Ancelotti

Ecco la storia di Stefano Sensi, il regista della Nazionale partito dalla provincia del calcio italiano che interessa a Milan e Napoli: dalle origini nell’Urbania passando per il fallimento del Rimini, i due anni in Lega Pro col San Marino e poi all’esplosione di Cesena e alle conferme in Serie A col Sassuolo, tutto quello che c’è da sapere su valori di mercato, caratteristiche di gioco e posizione.
A cura di Salvatore Parente
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Dal sofferto addio di Marek Hamsik il Napoli sta cercando disperatamente di trovare un regista in grado di sostituire lo slovacco e rinverdire i fasti di Jorginho. Che, in quella posizione, tanto bene ha fatto nell’era sarriana. Gli azzurri, anche con Ancelotti, nel 4-4-2 dello scorso anno quanto nel 4-2-3-1 del prossimo, non hanno intenzione di prescindere da un playmaker in grado di far partire l’azione e alleggerire il pressing avversario in uscita. Motivo per il quale, quando il mercato è ancora nella sua fase embrionale e le liste dei talenti che piacciono è ampia, Giuntoli e soci hanno messo nel mirino Stefano Sensi che, per età, talento, valutazione e potenzialità sembra proprio tagliato per gli standard dei campani. Ora, sulle tracce del nazionale di Mancini conteso pure dal Milan, sia pure privo di guida tecnica. Qui, dalle sue caratteristiche agli esordi nelle Marche fino al debutto in Serie A e in Europa League, la storia del 23enne di Urbino.

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Gli inizi nell’Urbania, poi Rimini, Cesena, San Marino e Sassuolo

La carriera del 23enne nato a Urbino si è per lo più dislocata in una area geografica piuttosto definita: dalle Marche a San Marino per poi trovare la sua consacrazione in Emilia Romagna. Una regione che lo ha accolto, coccolato e allevato dopo gli inizi, già a 6 anni, nella formazione dell’Urbania, sua città di residenza. Qui, nella piccola comunità marchigiana, già tutti, sin da piccolo, lo ritenevano pronto per il grande salto e per una carriera importante. Tanto che, il suo allenatore nei Pulcini, per non squilibrare le squadre, lo impiegava in porta nelle partitelle in famiglia. Con i biancorossi compie tutta la trafila dai "Primi Calci" agli "Esordienti" prima di passare nel giugno del 2007 al Rimini. Che però, sfruttando la sua età, 11 anni, riesce pure ad evitare l’indennizzo alla società di appartenenza di 35mila euro. Nell’ottobre del 2011 però, il club di scena al ‘Romeo Neri' fallisce e Sensi si ritrova libero da vincoli con gli scout del Cesena abili a portarlo nel proprio vivaio. Dal quale esce nel 2013, a 18 anni, per poi aggregarsi alla prima squadra. Qui, Bisoli, che poi a fine anno raggiungerà la promozione in Serie A, non lo ritiene ancora pronto al grande salto spedendolo poi, per due annate di fila, al San Marino. Dove ad attenderlo c’è un suo grandissimo estimatore, il tecnico spagnolo Fernando De Argila che lo ritiene addirittura più forte dei giovani Xavi o Iniesta alla sua stessa età. Con i Titani, una salvezza (15° posto), una retrocessione ma anche 10 gol e 2 assist in 61 gare e tanta, tantissima esperienza che viene buona per il futuro.

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E per il Cesena che, nell’annata 2015/16, lo mette in squadra con mister Drago lucidissimo nell’affidargli le chiavi del centrocampo di fianco a Cascione e Kessié e davanti al giovane Caldara in difesa. Prima però l’ex tecnico del Crotone deve sventare l’assalto del neopromosso Teramo che, per averlo, aveva pensato ad una cifra vicina agli 800mila euro. Ma i guai della società abruzzese nel calcioscommesse e la resistenza di Drago lo salvano e gli consentono di esprimersi, da titolare, in Cadetteria. Quattro reti (2 rigori e una punizione), 5 assist in 33 sfide (di cui 27 da titolare), una sconfitta nei Playoff contro lo Spezia, tanti elogi da parte degli addetti ai lavori e la chiamata del Sassuolo e della Serie A. A gennaio del 2016 il patron Squinzi affonda e lo preleva dai bianconeri per 5 milioni di euro. Il resto, annessa convocazione con gol in nazionale ed esordio in Europa League, è storia recente col regista neroverde uomo in più della formazione di Di Francesco, Bucchi, Iachini e De Zerbi e, chissà, magari, mente in playmaking del prossimo Napoli di Ancelotti.

Caratteristiche tecniche, playmaker basso. Qualità e quantità in un fisico minuto

Nel mezzo, dove spesso ci sono botte da orbi, Sensi non si tira indietro, anzi. Dal suo esordio in Serie A ad oggi, infatti, il regista neroverde ha messo insieme tanti, tantissimi miglioramenti in fase di non possesso, riuscendo a sopperire ad un fisico, da 168 cm, non certo statuario. Lotta e aggredisce il portatore di palla, agisce d’astuzia negli anticipi e si rivela prezioso anche quando la palla ce l’hanno gli altri. E poi, quando è chiamato ad impostare il gioco, le sue qualità vengono fuori con estrema evidenza e prepotenza: lucidità nel passaggio, precisione, capacità di giocare di prima intenzione, letture chiare, lanci perfetti e anche un buon destro e un ottimo tiro dalla distanza. Per un pacchetto completo, o quasi, buono per qualsiasi club ma anche per la Nazionale col Mancio fra gli sponsor del classe ‘95.

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Valore di mercato: 12 milioni di euro. Ma per il Sassuolo vale molto di più

Qualità, abbinate ad un certo grado di maturità, quando Sensi è giunto all’alba dei 24 anni, che gli consentono di essere uno dei profili più interessanti ed appetiti del mercato, con Napoli e Milan in prima fila per servirsi delle sue prestazioni.

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Il portale Transfermarkt.it lo valuta 12 milioni di euro, il Cies, l’osservatorio del calcio europeo, fra i 10 e i 15, ma gli emiliani non intendono fare sconti a nessuno e chiedono almeno 25 milioni di euro dopo aver valorizzato un giovane talento dal grande potenziale. E, pure, per mettere insieme una buona plusvalenza, l’ennesima della storia del Sassuolo.

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Come giocherebbe nel Napoli: al centro nel 4-2-3-1 totale

Dovesse approdare all’ombra del Vesuvio Stefano Sensi si occuperebbe di sicuro del centrocampo napoletano e, in particolar modo, di compiti di regia e di costruzione della manovra. Il #12 del neroverde, difatti, per qualità, caratteristiche e storia sarebbe l’uomo ideale per ereditare il ruolo che fu prima di Jorginho e poi di Hamsik costruendo con Allan una mediana di sicuro non altissima ma assolutamente compatibile, complementare, perfetta.

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Muscoli, corsa, quantità e qualità con il regista della nazionale, fra i talenti nostrani con più passaggi in Serie A, 1.347 (col 90% di precisione nei tocchi), con maggiori passaggi chiave (che portano al tiro), 52, e con 4 assist, profilo a pennello per il complesso mosaico, i meccanismi ed il 4-2-3-1 nelle idee e nelle intenzioni di Ancelotti.

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