Chi è Maitland-Niles, il talento inglese dell’Arsenal vuole stupire anche a Napoli
La partita del San Paolo tra Napoli e Arsenal, ci dirà quale tra queste due squadre sarà in grado di superare il turno di Europa League e accedere alle semifinali. Gli azzurri dovranno recuperare il 2-0 dell’andata a Londra e i Gunners dovranno cercare di fare nel loro meglio per evitare questo. E allora se da un lato Ancelotti si affiderà a Milik, rimasto in panchina all’Emirates Stadium 7 giorni fa, non si può dire lo stesso di Emery che potrebbe confermare la stessa formazione e quindi gli stessi uomini. Uno su tutti: Ainsley Cory Maitland-Niles.
Già, proprio lui, il giovane classe 1997 inglese che ha impressionato tutti nella sfida d’andata per rapidità di giocata e velocità di pensiero nelle trame di gioco dell’Arsenal. Una storia, quella di questo ragazzo, che parte da molto lontano. Da un provino superato quando entrò a far parte dell’Academy dei Gunners e al primo contratto firmato a soli 7 anni con il prestigioso club londinese. E’ il secondo giocatore più giovane dell’Arsenal ad aver mai esordito in coppe europee dopo Jack Wilshere. La vita, i primi approcci col calcio e gli esordi di Maitland-Niles in questo focus mirato sul talento inglese.
La storia di Ainsley
Ainsley Cory Maitland-Niles (non proprio difficile da ricordare come nome), è uno di quei ragazzi nati con la passione per il calcio. Fin da subito ha dedicato la sua vita a rincorrere un pallone, calciarlo e giocarci per ore e ore. Davanti agli occhi di mamma Jule e suo fratello Cordi, il piccolo Ainsley cresceva con il sogno di giocare un giorno in Premier League. Detto fatto, perchè Maitland-Niles, classe 1997, nazionalità inglese, aveva una gran voglia di riuscire nel suo intento.
Può giocare indifferentemente sia come esterno basso di difesa che come esterno alto, sempre a destra, ma a volte può essere anche utilizzato come centrale di centrocampo. Un talento cristallino che ben presto troverà al sua fortuna quando mamma Jule, impressionata dalla determinazione di suo figlio nel voler raggiungere questo suo obiettivo, decise di farlo osservare dall’Arsenal, mica una qualunque. E da lì in poi il futuro di Ainsley fu davvero da sogno.
Quel provino con l’Arsenal superato con successo
L’amore per il calcio è dunque immediato e diventare un giocatore professionista giocando nei campi prestigiosi della Premier League, era il grande sogno del ragazzo. Sicuramente non facile, fin quando, nell’estate del 2003, a soli 7 anni, sostiene e supera a pieni voti un provino per l’Arsenal che, senza pensarci due volte, lo aggrega all’interno del suo prestigioso vivaio. A quel punto tutti gli addetti ai lavori del club londinese si accorgono di lui e iniziano a limare il suo talento, addirizzare le sue qualità tecniche di base e affinarlo già, anche fisicamente, per il calcio inglese.
A impressionare è la sua incontenibile progressione, abbinata ad una imprevedibilità incredibile tanto che per gli addetti ai lavori dell’Arsenal era uno dei giocatori migliori dei suoi pari età. Le sue caratteristiche gli consentono, spesso e volentieri, di mettersi in luce quando c’è da attaccare la profondità e negli ultimi 40 metri non ha rivali grazie alla sua incredibile progressione.
All’Arsenal subito l’esordio in Champions League
Dopo diversi anni Maitland-Niles cresce e impressiona ulteriormente la dirigenza dell’Arsenal che osserva da vicino i suoi continui e costanti miglioramenti e, a questo punto, decide di blindarlo. Una svolta epocale per la sua vita che arriva infatti il 24 ottobre del 2014 quando il promettente talento londinese firma il suo primo contratto professionistico con i Gunners e a piccoli passi inizia ad allenarsi addirittura con la prima squadra. Niente di più speciale per lui che ha sempre voluto ambire a questo.
E così ecco il giorno del tanto atteso debutto che giunge il 9 dicembre dello stesso anno, durante la partita di Champions League contro il Galatasaray terminata 1-4 in favore degli uomini di Wenger. Maitland-Niles entra al minuto 46 al posto di Aaron Ramsey. Il suo ingresso gli permette di diventare, dopo Jack Wilshere, il secondo calciatore più giovane di sempre a giocare una gara in campo internazionale con la maglia dell’Arsenal.
Il prestito all’Ipswich per fare esperienza
Ma probabilmente non era abbastanza. Gli spazi erano pochi in prima squadra e allora proprio perchè il club ha sempre creduto in lui, la dirigenza dell’Arsenal prese una decisione drastica per farlo crescere in fretta. L’allora 17enne, fu mandato in prestito all’Ipswich Town nella stagione 2015-2016. Nell’esperienza in Championship (che rappresenta la nostra Serie B) l’ala offensiva totalizza 2 marcature personali e 3 per i compagni in 32 gare disputate.
Un bottino niente male, comunque importante come prima esperienza vera in un campionato professionistico, che convince l’Arsenal a farlo rientrare alla base. A Londra, nonostante non riesca a trovare molto spazio, conquista due Coppe di Lega e una Supercoppa d’Inghilterra. Inoltre, con la Nazionale Under 20, si laurea anche Campione del Mondo. Il punto più alto della sua carriera.
La sfida contro il Napoli per raggiungere un primo grande obiettivo
Quest’anno in Europa League, vuole lasciare il segno. Ha infatti già realizzato 1 gol e 1 assist, rispettivamente contro Rennes negli ottavi di ritorno e proprio il Napoli nella sfida d’andata. Un totale di 6 presenze nella competizione europee, la metà di quelle raccolte in Premier ma con lo stesso numero di gol e assist, contro Liverpool e Huddersfield. Nonostante una frattura capillare del perone che a inizio stagione l’aveva messo ko, il talento inglese si è rialzato alla grande e ora vuole vivere questa stagione da protagonista.
Indubbiamente sia l’Arsenal che il Napoli, senza dimenticare il Chelsea, sono le squadre più attrezzate per arrivare in fondo all’Europa League e buttare fuori dalla competizione i campani, sarebbe come un doppio colpo vincente per inseguire la tanto sperata finale. Dopo la conquista del campionato del mondo Under 20, sarebbe probabilmente il punto più alto della sua carriera e la sfida del San Paolo sarà però una crocevia difficile da superare.