Chapecoense un anno dopo la tragedia, Follmann: “Il dolore? Non si scorderà mai”
Un anno dopo. Ed essere felici di poterlo raccontare al mondo. A parlare è Jakson Follmann un miracolato nella tragedia aerea che ha spazzato via proprio un anno fa 71 vite, tra cui ben 19 giocatori della Chapecoense, piccolo club brasiliano reso famoso proprio quel triste evento. Oggi, 12 mesi dopo, Follmann non gioca più a calcio, non può perché nell'incidente ha perso una gamba. Poco male, di fronte al dolore delle famiglie di tanti amici. Adesso è ancora vicino al club brasiliano e conduce una vita normale.
Si racconta in esclusiva a Sportmediaset 366 giorni dopo quel terribile 28 novembre 2016, quando il mondo conobbe l'esistenza di un piccolo sconosciuto club calcistico brasiliano non per mirabolanti gesta sportive ma per lo schianto aereo che portò via 71 persone tra cui quasi l'intera squadra e tutto lo staff dirigenziale.
Jakson Follmann, oggi 24 anni, era il portiere della Chapecoense la squadra decimata dallo schianto aereo di Medellin. Uno dei soli 6 sopravvissuti alla catastrofe, miracolosamente salvatosi pur perdendo una gamba nello schianto. Jakson, dopo tre giorni di coma, si è risvegliato senza arto, amputato dal ginocchio in giù. Da quel giorno sulla sua carriera da calciatore è finita ma ne è iniziata un'altra grazie all'affetto della compagna, dei genitori, degli amici: “E' stato un anno difficile. Il dolore è una cosa eterna. Ho paura di volare, è normale. E quando lo faccio prego. Il giorno più emozionante è stato quando ho messo la protesi. Sono scoppiato a piangere”.
Adesso Follmann è dentro lo staff della Chapecoense, avrà un ruolo dirigenziale, non ha voluto abbandonare il suo club e la società non si è certo dimenticata di lui: " Frequento il club, ho il mio lavoro qui all'interno del club. È una vita normale. Non sto prendendo medicine, non vedo nessun dottore. Come ho detto, è una vita normale. Ringrazio i medici, i messaggi di supporto, i pensieri positivi che mi hanno aiutato molto ad essere qui"