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Champions League e Ramadan: ‘problema’ digiuno per Ajax e Liverpool e come aggirarlo

Ieri sera è iniziato il mese del digiuno per i musulmani: i calciatori dell’Ajax Ziyech e Mazraoui hanno scelto di osservare il precetto islamico (né cibo né liquidi dall’alba al tramonto) anche se mercoledì c’è la semifinale di ritorno col Tottenham. Il Liverpool, impegnato domani ad Anfield contro il Barcellona, potrebbe avere lo stesso problema con Mané. Ecco come i vari staff tecnici hanno cercato di trovare rimedi per limitare al massimo il calo di prestazioni dei calciatori durante il mese del digiuno.
A cura di Michele Mazzeo
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Calcio e religione non sempre vanno a braccetto ma difficilmente l’una rischia di essere da ostacolo all’altro. Non ditelo però ad Erik ten Hag, deus ex machina dell’Ajax dei miracoli che nel preparare la fondamentale semifinale di ritorno della Champions League contro il Tottenham dovrà anche fare i conti con il Ramadan.

Ziyech e Mazraoui a digiuno prima del Tottenham

Da ieri sera infatti è iniziato il mese del digiuno per i musulmani: Hachim Ziyech e Noussair Mazraoui hanno scelto di osservare il precetto islamico, anche se c’è la semifinale di ritorno col Tottenham. Sia l’esterno offensivo che il terzino, entrambi di origini marocchine, dunque fino al 4 giugno dall’alba al tramonto non assumeranno cibo e liquidi, 16 ore giornaliere di digiuno che senza dubbio inficeranno le loro prestazioni, tutto questo a pochi giorni dalla decisiva partita di ritorno valida per la semifinale di Champions League in casa del Tottenham in programma mercoledì. Una scelta che potrebbe compromettere non solo la preparazione al match ma anche la gara stessa dato che il sole dovrebbe tramontare solo venti minuti dopo l'inizio della partita che è fissato per le 21 e solo allora i due giocatori potranno mangiare e dissetarsi.

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‘Grattacapo’ Ramadan anche per Klopp

Ten Hag non è però l’unico allenatore tra i quattro semifinalisti di Champions a dover affrontare questo ‘problema’. Stesso discorso infatti vale per Jurgen Klopp che nell'altra semifinale con il suo Liverpool dovrà affrontare il Barcellona per tentare di rimontare il 3-0 subito al Camp Nou nella gara d’andata. A preoccupare il tecnico tedesco è soprattutto Sadio Mané dovrà decidere se osservare o meno il Ramadan prima della sfida di domani contro i catalani. Tra le fila dei Reds anche Mohammed Salah è un musulmano praticante (nella finale di Champions del 2018 decise di non avvalersi dell'esenzione concessa da un'alta autorità religiosa agli sportivi di alto livello) ma l'infortunio subito nell’ultimo turno di Premier League in casa del Newcastle dovrebbe comunque toglierlo dai giochi a prescindere dalla sua decisione.

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Da Pjanic a Calhanoglu: Serie A e Ramadan

Guardando in casa nostra invece, oltre agli allenatori delle squadre impegnate nelle due semifinali di Champions, sono diversi i tecnici di Serie A che nelle ultime giornate di campionato dovranno fare i conti con il Ramadan. Anche in Italia infatti sono tanti i giocatori di fede musulmana che potrebbero decidere di seguire il precetto religioso: dagli juventini Pjanic, Emre Can e Khedira, ai milanisti Calhanoglu e Bakayoko, che peraltro hanno già assolto a un altro dei doveri, ossia il pellegrinaggio alla Mecca, fino all’interista Asamoah, al napoletano Ghoulam e ai romanisti Dzeko, El Shaarawy e Under.

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I ‘rimedi' al Ramadan

Un ‘problema' per tante squadre dunque dato che l’atleta che rispetta il Ramadan può avere un calo della prestazione, come ovvio che sia, che può arrivare anche al 20 per cento. Per questo i vari staff tecnici hanno cercato di trovare dei rimedi per limitare al massimo il calo prestazionale dei calciatori durante il mese del digiuno: alcuni cercano di colmare la lacuna proteica che si viene a creare optando per i legumi da far mangiare dopo il tramonto mentre le società più importanti invece, hanno creato ormai un percorso nutrizionale e di allenamento su misura. Questi calciatori devono bere molto, assumere anche integratori, quando è possibile e adeguare gli orari del sonno, dato che la cena è spostata più tardi.

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