Carvajal è una freccia, Rodrigo e Thiago geni del male. All’Inghilterra non basta Rashford
La Spagna riscatta l’eliminazione mondiale agli ottavi di finale con la Russia e mette ko per 2-1 l’Inghilterra quarta nella recente rassegna iridata nel giorno del duplice esordio in casa Roja: per la prima volta in Uefa Nations League e per la prima volta guidata, in panchina, dal neo-Ct Luis Enrique. Succede tutto nella prima frazione di gioco con gli inglesi a passare in vantaggio con Rashford e poi a subire la voglia di riscatto degli ospiti che, con Saul prima e Rodrigo poi, ribaltano l’iniziale svantaggio sciorinando, pure, un gioco di altissimo livello.
Eppure, la sfida, la supersfida del gruppo 4 della Nations League, si spegne nella ripresa con il grave incidente occorso a Shaw ad inizio secondo tempo, con un doppio fortuito contatto alla testa per lui, a spegnere gli ardori e le velleità di entrambe le selezioni nazionali. Gli inglesi, quasi gelati, difatti, non riescono mai, o quasi, a impostare una reazione credibile con gli spagnoli, da parte loro, sia pure senza troppe incursioni, a gestire il vantaggio fino al triplice fischio finale del signor Makkelie.
Shaw-Carvajal il gol corre sulla fascia
La classica del calcio europeo Inghilterra-Spagna è un raffinato dessert per i cultori del gioco con entrambe le selezioni nazionali, sia pure agli antipodi per quanto concerne il loro stato d’animo post-mondiale, ricchissime di talento. Un talento riconosciuto, esteso e diffuso. Come sulle corsie con, specie quella destra della Roja e sinistra dei ‘Tre Leoni’, Carvajal e Shaw a darsi battaglia e, pure, a garantire preziosi assist ai loro compagni. Il primo tempo, infatti, è una quasi loro esclusiva con quella zona del campo come terreno fertile per le migliori azioni di Wembley.
Apre, con un grande assist, il fluidificante mancino del Manchester United, che con questa cavalcata pare chiudere il suo conto con la malasorte e con l’infortunio che gli costò la tibia tre anni fa salvo poi uscire dal campo per un terribile scontro col #2 iberico, chiude, nel derby degli esterni, il terzino madridista che, pochi giri di lancette dopo, serve al centro per l’accorrente Saul per il gol del momentaneo 1-1.
Ma se per il primo, il suo meraviglioso suggerimento per Rashford pare il preludio, poi disatteso, ad un grande match personale finito in barella e con un intero stadio a preoccuparsi per lui, per il secondo, il pallone dentro per l’#8 di Luis Enrique, è l’inizio di una riscossa, di una revancha che lo porta a dominare, per il resto della gara, il suo confronto diretto con Shaw e poi con Rose.
Thiago e Isco illuminano, Henderson e Alli in difficoltà
Nella prima frazione di gioco, lo scarso pressing delle punte inglesi sui portatori di palla della difesa, Sergio Ramos e Nacho Fernandez, garantisce ai centrocampisti iberici una grande libertà in fase d’impostazione con Lingard, Alli e soprattutto Henderson a vagare per il campo in cerca dei propri avversari. Uno spazio, vitale, per i fini dicitori spagnoli in grado, con le loro qualità, di giostrare al meglio il pallone e regalare ampiezza e buoni passaggi per l’ispirato Carvajal e l’ottimo Marcos Alonso, al suo debutto dal primo minuto in nazionale.
E così, poco a poco, specie dopo un avvio non proprio eccellente, salgono in cattedra i mediani della Roja con, Sergio Busquets a parte, consueto uomo d’ordine e di organizzazione, Saul ma soprattutto Isco e Thiago Alcantara ad illuminare una manovra che, pian piano, diventa quasi inarrestabile, illeggibile con idee di gioco precise e variazioni sul tema importanti.
E poi, per chiudere, arriva la palla inattiva, una punizione in ‘famiglia’, con Thiago a disegnare una arcuata parabola alle spalle dell’immobile retroguardia inglese ed il cugino Rodrigo, nipote di Mazinho padre di Thiago e Rafinha, a beffare tutti dietro le enemy lines, le linee nemiche albioniche per il vantaggio, poi definitivo, degli ospiti.
Double R, Rodrigo e Rashford inarrestabili
Ti attendi Kane, premiato a inizio gara con la scarpa d’oro come miglior goleador del torneo iridato, e invece sul leggendario terreno di gioco londinese arrivano, puntuali, le mezze punte anglo-spagnole. Dapprima, infatti, ci pensa Rashford, poco impiegato nel Manchester United e semi-certezza in nazionale, a rompere il ghiaccio di piatto destro su misura (6 gol subiti su 7 tiri in porta nelle ultime gare per De Gea). Poi, per rispondere in maniera adeguata ai padroni di casa, ecco arrivare il terzo sigillo in dieci gare di Rodrigo che, sia pure con qualche difficoltà negli ultimi anni con una bussola quasi smarrita qualche tempo fa, a 27 primavere, capace di riprendersi la scena e, oggi, in maniera beffarda, Wembley. Un gol, che pareggia i conti con Rashford e manda in paradiso i due calciatori, punte d’appoggio, esterni offensivi di supporto ma non certo oggi, non certo stasera.
Kane grande assente, l’uragano gira a vuoto a Wembley
Al mondiale, nonostante la ‘palma’ di goleador della manifestazione che, come dicevamo, gli ha garantito la scarpa d’oro ricevuta prima del match di questa sera, la critica più feroce, e anche pesante, rivolta a Harry Kane era (ed è) quella relativa alla sua inefficacia, Colombia a parte, nelle gare che contano, quelle di cartello. Quelle, che prevedono i ‘Tre Leoni’ contro una grande del panorama calcistico internazionale, come la Spagna, per un apporto in questi contesti quasi insignificante. E anche questa sera, questo scomodo rituale, questa storica tendenza si ripete, puntuale, col #9 inglese e del Tottenham totalmente fuori dal gioco e mai partecipe della manovra dei suoi, sia come assistman, uomo sponda o pivot che come terminale ultimo. Insomma, la sua è una gara decisamente incolore con solo tre conclusioni, molto fuori dal bersaglio grosso, ed appena 20 palloni giocati.
De Gea meglio di Pickford, la Spagna vince anche fra i pali
Malgrado le difficoltà davanti dell’Inghilterra, in particolar modo del proprio panzer Kane, De Gea, in questo suo match, anche dopo gli errori mondiali, ha avuto molto da fare. E non ci riferiamo solo alle tante volte nelle quali il portiere spagnolo viene chiamato in causa con i piedi per proseguire ed alleggerire il fraseggio dei suoi, ma anche fra i pali col numero #1 iberico, nelle tre, quattro circostanze nel quale è stato impegnato, a farsi trovare prontissimo con interventi di primissima fascia. E tutti, contro l’unica arma, letale, di questa Inghilterra, con Rashford, suo compagno di squadra nei red Devils, sempre, salvo il gol dell’1-0, a vedersi intercettati i suoi ottimi tentativi.