Carlo Ancelotti, Re di Coppa in Spagna. Ora la “decima” con il Real Madrid

I cori beceri che accompagnarono la sua breve esperienza con la Juventus, dopo l'apprendistato come secondo di Arrigo Sacchi in Nazionale e dopo Reggio Emilia e Parma, sono ormai sepolti sotto le macerie di quello scempio che portava il nome di Stadio Delle Alpi. A distanza di anni Carlo Ancelotti, vecchio cuore rossonero e, ancor prima, giallorosso, non solo ha dimostrato che può allenare ma anche, e soprattutto, che può vincere. Dai bassifondi della Coppa Intertoto, conquistata con la Juventus, fino al tetto d'Europa e del Mondo toccato con mano dal suo Milan, passando dai successi in Inghilterra con il Chelsea, in Francia con il Paris Saint-Germain e in Spagna con il Real Madrid: il verbo di Carlo Ancelotti, un "esperanto" vincente compreso ad ogni latitudine europea, continua a diffondersi e, la magica serata di Valencia, è solo una fermata intermedia dell'Inter-Rail partito da Reggiolo.
Carletto tra i grandi della panchina "made in Italy" – Buono come il pane e cortese ed educato come pochi, Carlo Ancelotti è il tecnico che molti presidenti italiani ed europei vorrebbero per la loro squadra. Ha eguagliato lo "Special One" Josè Mourinho, trionfando nella coppa nazionale in tre paesi diversi e come Fabio Capello, Luciano Spalletti, Marcello Lippi, Roberto Mancini, Giovanni Trapattoni ed Alberto Zaccheroni ha saputo tener alto il nome della panchina italiana anche all'estero. Rispetto a molti di loro, però, Carlo Ancelotti sa vincere e farsi amare. Lontano anni luce dallo stereotipo dell'allenatore sopra le righe, Carletto fa del suo "aplomb" la sua arma vincente. Difficile vederlo contrariato, ancor più raro assistere a scenate isteriche per un rigore non dato o per un fuorigioco inesistente. La sua "cartina tornasole" è il sopracciglio che, a seconda dello stato di nervosismo, alza o abbassa sopra il suo occhio sinistro. Come ad Istanbul, quando il suo Milan perse una partita che aveva già vinto.
La decima Coppa e il "Triplete" – In Europa, e non solo in Champions League, si parla italiano. Una magra consolazione per il nostro calcio, un motivo d'orgoglio per quei tecnici che, in un modo o nell'altro, si sono formati e "specializzati" in Italia dove, la scuola di Coverciano e la storia e la cultura del nostro "football", rimangono un "must have" per tutti coloro che sognano di diventare allenatori. Anche lo stesso Mourinho, vecchio proprietario della panchina dei "blancos" e oggi, con Ancelotti, tra i quattro potenti d'Europa, ha saputo prendere (e dare) durante la sua esperienza interista. Il "Triplete" del tecnico portoghese è proprio il traguardo a cui punta Ancelotti. Per arrivare a festeggiarlo occorrono altri due grandi trionfi: in Liga, dove il Real Madrid è secondo a 3 punti dall'Atletico, e in Champions League, dove è atteso dai Campioni d'Europa del Bayern Monaco. Traguardo difficile, ma non impossibile, per uno dei più grandi allenatori italiani. Con "Carletto" sognare è lecito, ne sanno qualcosa i tifosi di Milan, Chelsea, PSG e Real…e meno male che dicevano che non poteva allenare!