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Campionato ricco di sorprese, la top 11 delle rivelazioni della Serie A per media voto

Dall’eterno Fabio Quagliarella capace, a 35 anni, di continuare a gonfiare la rete con estrema continuità al portiere del Parma Luigi Sepe fino ai centrali Bruno Alves, Mancini e Kevin Bonifazi della Spal, in prestito dal Torino, ecco le rivelazioni, per media voto, di questa prima parte di campionato.
A cura di Salvatore Parente
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Il 2018 sta per finire e con esso se ne va anche il girone d’andata di una Serie A, targata 2018/19, ricca di spunti, temi e icone da tenere sempre aperte. Restando nei confini angusti, ma sempre eccitanti del campo, e quindi senza divagare sui recenti fatti di cronaca, il campionato propone un affare scudetto se non deciso, piuttosto orientato, ma anche altri scottanti argomenti che restano vivi, anzi vivissimi.

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La bagarre per la Champions, la lotta senza quartiere per qualificarsi in Europa League, con diverse squadre in un range di punti molto ristretto, e l’infinita traversata che, fra mille curve e tempeste, porta dritti all’inferno della B e ad una retrocessione che tutti, dal Chievo al Bologna, dal Frosinone all’Udinese, intendono evitare. E poi, oltre agli obiettivi di squadra, ci sono quelli individuali con tanti, tantissimi interpreti decisi a far bene e a segnalarsi al grande pubblico. Ed è proprio a loro, a questi talenti del nostro calcio, che va ora la nostra attenzione, a elementi che, mossi dalle più disparate motivazioni, hanno fatto benissimo in questa prima parte di campionato diventando le sorprese, le notizie più liete per le rispettive squadre. E così, in questa top 11, ecco le rivelazioni della Serie A, di questo avvio di Serie A.

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Sepe al top: ecco l’occasione giusta per lui

Esordio precoce in A, in un Fiorentina Napoli stagione 2008/09, un po’ di gavetta, una ottima avventura con l’Empoli di Sarri e poi tanta panchina, con lo stesso tecnico, ma nella sua città, nel suo stadio, il ‘San Paolo’. E poi una voglia, matta, di dimostrare il suo talento e di conquistare minuti. Anche altrove, anche in provincia. E così, il #55 azzurro si trasferisce al Parma dove ritrova continuità, minutaggio ed un rendimento importante. Lui, difatti, è una delle pedine, è uno dei motivi principali dell’ottimo avvio dei gialloblù che, anche grazie alle parate ed ai salvataggi del nativo di Torre del Greco, si ritrovano, non a caso, nelle zone alte della classifica. Sepe gioca bene, para, garantisce sicurezza alla sua retroguardia, magari si propone per una convocazione in nazionale, e fa registrare un voto medio, per match, di 6.22.

Difesa a tre: Mancini, Bruno Alves e Bonifazi

In difesa, davanti al portiere campano, è giusto mix fra centrali giovani e stopper con grande chilometraggio internazionale. Un mix di elementi provenienti da realtà non di primissima fascia ma che ugualmente, e forse anche in forza della scarsa pressione che grava su di loro, sono stati capaci di dimostrarsi efficaci, produttivi e continui. Parliamo di difensori goleador, 6 reti in tre, e di marcatori con piedi educati e bravi a far partire l’azione dalla retroguardia. Ci riferiamo al lusitano Bruno Alves (6.26 di media voto) a Mancini dell’Atalanta (6.25) e di Kevin Bonifazi della Spal, in prestito dal Torino (6.06).

Fabian Ruiz e molti altri: ecco la mediana delle sorprese

Sulla mediana, è apoteosi di classe. Tutte le sorprese, le rivelazioni del torneo, difatti, sono dotate di grandissime qualità tecniche, di estro, fantasia, dribbling e visione di gioco. Tutti, hanno messo insieme una crescita, quasi istantanea, repentina, capace di lanciarli in pasto al grande pubblico che ne apprezza, a sua volta, nel gioco delle parti, ogni aspetto. Ci riferiamo a giovani talenti come Zaniolo (6.28), che hanno avuto un impatto straordinario con la capitale, la nuova realtà e la Serie A, ma anche a Fabian Ruiz (6.4), fiore all’occhiello del nuovo Napoli di Ancelotti, e a calciatori che, per diverso tempo, avevano smarrito la diritta via.

Joao Mario, letteralmente riabilitato dalla cura Spalletti, ora finalmente sintonizzato sulle frequenze del torneo e della sua Inter, bravo addirittura a mettere in piedi un rating medio di 6.28, in compagnia dell’argentino De Paul (6.22) dell’Udinese, autentica forza della natura, luce e condottiero di una Udinese, quest’anno, sempre sullo scivoloso crinale fra retrocessione e salvezza, fra gare maschie e vigorose e partite arrendevoli e discutibili.

https://www.youtube.com/watch?v=01pbsQvvL9s

Attacco atomico: Quagliarella, Piatek e Mandzukic

A chiudere il terzetto offensivo delle sorprese del campionato ecco tre calciatori, in questo fantastico tridente da oltre trenta gol totali, con storie e previsioni della vigilia non certo promettenti.

Tutti, infatti, da Quagliarella (6.5) a Mandzukic (6.53) a Piatek (6.44), per diverse ragioni, non erano visti di buon occhio dalla critica con la stagione 2018/19 a presentarsi come una delle più complicate della loro carriera. Per il polacco del Genoa, per il difficile impatto con la nuova realtà e competitiva categoria, per il croato, per la quasi impossibile convivenza con CR7 e per il numero #27, per un’età non più verde. E invece, contro ogni pronostico o, forse, proprio in virtù di questo scetticismo generale, ma non generalizzato, i tre attaccanti del nostro massimo campionato hanno dato, almeno fin qui, il meglio riuscendo non solo a ricacciare in gola le previsioni agostane ma anche a segnare tanto e ad alzare la propria media voto gara dopo gara.

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