Calhanoglu: “La prima maglia che ho baciato è stata quella del Milan”
Hakan Calhanoglu è uno dei calciatori che più ha giovato della cura Gattuso. Le doti tecniche del centrocampista arrivato al Milan nella scorsa estate per 22 milioni di euro non sono mai state in discussione, ma dopo una prima parte di stagione opaca, nel girone di ritorno sotto la guida di Ringhio ha preso maggiore confidenza con il tatticismo italiano, rivelandosi una pedina imprescindibile per i rossoneri. Alla vigilia del big match contro la Juve, il duttile calciatore turco in un'intervista ha affrontato diversi temi a partire dal feeling con il Milan.
La prima maglia che ho baciato è stata quella del Milan, parola di Calhanoglu
Calhanoglu si è raccontato ai microfoni de "Il Corriere della Sera". Impossibile non partire dal già fortissimo legame con i colori del Milan. In pochi mesi, il classe 1994 si è inserito nel migliore nell'ambiente rossonero. Basti pensare che dopo il gol al Chievo, il ragazzo turco si è reso protagonista di un gesto mai fatto in precedenza nelle esperienze professionali precedenti: "Dopo il goal al Chievo ho baciato la maglia del Milan: d’ora in poi farò così. È stato il mio primo bacio, non lo avevo mai fatto in Germania, né con l’Amburgo, né con il Bayer Leverkusen".
Il centrocampista del Milan mette la Juve nel mirino
E il calciatore ci ha preso gusto e spera di ripetersi presto, già nella sfida contro la Juventus in programma sabato 31 marzo all'Allianz Stadium. Un appuntamento in cui sarà vietato sbagliare per il Milan, in ottica rincorsa Champions: "Spero di rifarlo contro la Juventus, la mia fiducia cresce, mi sento bene, in campo e fuori. Nei mesi scorsi abbiamo giocato buone partite, ma i match importanti arrivano ora, la Juve e subito dopo l’Inter. Dobbiamo vincere, non è importante se segno io. Dobbiamo giocare da squadra, se lo facciamo possiamo vincere anche contro di loro".
Cosa è cambiato al Milan da Montella e Gattuso
Sicuramente la capolista di Allegri dovrà fare molta attenzione alle doti balistiche e non solo di Calhanoglu. Un calciatore al quale la gestione Gattuso ha fatto bene restituendogli lo smalto dei tempi migliori. Ecco i motivi del suo cambio di marcia, legato anche alla posizione in campo: "Da Montella a Gattuso? C’erano nuovi giocatori, nuove facce, nuovi caratteri. Ci vuole tempo per metterli assieme e farli diventare amici. Per esempio, ora io so come giocano Suso e Bonaventura, li conosco, capisco i loro movimenti. Poi nel calcio è così, gli allenatori vanno e vengono, e ciascuno ha i suoi metodi, la sua filosofia, il suo sistema di gioco, magari cambiano anche piccole cose e un giocatore si trova meglio o peggio. A sinistra avevo già giocato nel Leverkusen e mi trovo molto bene, riesco a comunicare bene con Rodriguez e Jack. Gattuso ci spinge a dare il 101% in tutti gli allenamenti e questo ci piace. La squadra ha iniziato a giocare bene. A me ha aiutato moltissimo, mi ha parlato e mi ha fatto sentire la sua fiducia ".
La cura Gattuso e gli effetti su Calhanoglu
Ma oltre agli aspetti tecnico-tattici il merito di Gattuso e anche della dirigenza del Milan, è stato quello di aver aiutato il calciatore dal punto di vista psicologico: "Il mister ha detto che avevo la testa piena e dovevo liberarla, pensando solo a giocare. Mentalmente mi ha reso più forte. Ma non solo lui, tutto il suo staff ha creato una bellissima atmosfera a Milanello. Anche i compagni, Mirabelli e Fassone mi hanno aiutato nei momenti brutti. Inizialmente non capivo la lingua e per me era difficile comunicare. Il primo mese poi vivevamo in albergo con mia moglie Sinem e non avevamo casa. È stata dura, ma ora mi sono ambientato e va tutto molto meglio ".