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Calcioscommesse: Criscito prosciolto da ogni accusa. Ma interessa a qualcuno?

Si ritorna a giocare e tutto passa in secondo piano. Anche le ultime importanti novità sull’inchiesta del Calcioscommesse lontano dal concludersi. Ma se non c’è il grande nome da sbattere in prima pagina, non importa nulla a nessuno.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' brutto dirlo ma la realtà è questa: oramai l'inchiesta sul calcioscommesse non fa quasi più notizia, gli interrogatori e gli ultimi aggiornamenti (sconcertanti) passano quasi inosservati. Nella vita, dopotutto, ci si abitua a tutto e anche nel calcio la regola non cambia: si parla di schemi, partite, infortuni e risultati, ancor più adesso che si riprende a giocare.
Del resto, ci si accorge solamente se vengono coinvolti grossi nomi, come le settimane in cui Antonio Conte ha aperto le prime pagine dei quotidiani e i principali telegiornali non solo sportivi, per il suo coinvolgimento in ‘Last bet'.
Ma adesso che le indagini hanno archiviato alcune gare sospette (il derby della colletta, Sampdoria-Genoa) o aperto nuovi inquietanti retroscena (i conti cifrati e il tesoretto svizzero), tutto scorre liscio e – quasi – senza destare più stupore.

Il ‘tesoretto' svizzero e il colpevole già scritto – E' passata quasi sotto silenzio, ad esempio, la ripresa delle audizioni della procura federale che ha fissato per la settimana prossima, più precisamente da martedì, la convocazione per l'allenatore dello Spezia Michele Serena e degli ex giocatori del Grosseto, Luigi Consonni e Antonio Narciso.
Al di là della mancanza di nomi roboanti da schiaffare in prima pagina, queste audizioni sono fondamentali perchè segnano l'avvio di una nuova tranche di interrogatori nell'ambito delle indagini relative al filone dell'inchiesta sul calcioscommesse, aperta dai magistrati di Cremona oramai due estati fa.
Non solo, perchè nei prossimi giorni si capirà anche cosa ci sia dietro all'ultima clamorosa notizia di conti cifrati in Svizzera su cui stanno indagando i magistrati elvetici che hanno dato notizia ai colleghi italiani.
Il Ministero pubblico svizzero sta lavorando da mesi e prossimamente sentirà cinque persone i cui nomi sono già emersi nel corso del procedimento in occasione degli arresti avvenuti tra giugno e dicembre del 2011 e alcuni compiuti nello scorso maggio. Tra i destinatari della rogatoria svizzera ci sarebbe anche un calciatore di prima fascia  (ed ecco la ricomparsa del ‘mostro') la cui identità resta (e speriamo resterà fino alla fine) segreta.
L'identikit però c'è già: si tratterebbe di un giocatore che ha già avuto problemi con la giustizia per fatti simili ed è indagato a Cremona per associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. E' assai probabile che il giocatore sia convocato dagli uomini della squadra mobile e dello "Sco" di Roma per rispondere alle domande del gip Guido Salvini, alla presenza del procuratore capo Roberto Di Martino in vista delle indagini elvetiche.
I sospetti? Tutti hanno puntato il dito subito (e senza valide prove se non le troppo abusate proprietà transitive) Cristiano Doni, uno dei grandi architetti delle gare che hanno coinvolto l'Atalanta e che, dopo il carcere, gli interrogatori e le sentenze oggi è su un'isola del Mediterraneo a curare gli affari di un suo nuovo locale sulla spiaggia, di cui è proprietario proprio con le stesse persone che furono indagate per i loschi affari del calcioscommesse.
Gli accertamenti da cui sta nascendo un nuovo sviluppo d'indagine sarebbero stati effettuati dalla Procura di Berna-Mittelland, che si sarebbe detta certa che dietro a Scommessopoli ci sia la criminalità organizzata ed il riciclaggio. Dalla Svizzera avrebbero fatto sapere dunque che il tesoro dell’organizzazione sia tutto in un conto intestato ad un importante giocatore italiano.

sculli-doni scommesse

Ancora Lazio, ancora Sculli – Tornando però ai fatti e all'attività della procura federale, il ‘pentito' Erodiani ha parlato di altre due gare chiacchierate della Lazio: una con l’AlbinoLeffe in Coppa Italia (3-0, 25 novembre 2010) e l’altra col Siena nella stagione 2006-07.
Per quanto riguarda la prima gara citata, il tabaccaio col vizietto delle puntate illecite avrebbe indicato agli ispettori federali come parte alla combine addirittura alcuni esponenti della stessa dirigenza laziale, ennesimo particolare di troppo trapelato dopo l'interrogatorio dello stesso Erodiani che aveva specificato anche la fonte (al momento sconosciuta ai media).
Però i particolari non mancano: le puntate erano sull’over (2-0) nel primo tempo e anche come risultato finale.
Di questo incontro (3-0 sull'Albinoleffe in Coppa Italia) aveva riferito già alla procura di Cremona anche Carlo Gervasoni, ma il procuratore capo Di Martino potrebbe ritenere opportuno, per verificare quanto raccolto in merito anche sull'altra partita, l'incontro con il Siena, di sentire (ancora) il presidente Massimo Mezzaroma.
A breve giro di boa, seguirebbero Claudio Lotito e Andrea Iaconi, evidentemente per comprendere se fossero realmente persone informate sui fatti. E per non farsi mancare nulla, le ultime indiscrezioni infilano nel mirino della magistratura anche Giuseppe Sculli, già inserito tra i giocatori monitorati per la vicenda Criscito (poi prosciolto) e l'incontro all'Osteria del Coccio e per quell'informativa arrivata da Alessandria.  Un calciatore ‘compromesso' tra pentiti e intercettazioni ma per il quale non si comprende il perchè del mancato arresto.

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L'innocenza non fa notizia – Se il ‘tesoretto' svizzero ha solleticato la morbosità generale, altrettanto non è avvenuto per la richiesta di archiviazione per Domenico Criscito e altri giocatori attorno al famoso derby della Lanterna e dell'incontro a Genova al ristorante ‘Coccio' filmato dalla polizia e che aveva portato alla clamorosa esclusione del difensore dall'avventura azzurra all'ultimo Europeo.
Quando a maggio ci fu il blitz della polizia a Coverciano con ciò che ne seguì, non c'era italiano che non sapesse scrupolosamente i fatti e fornisse la propria verità.
Oggi che è arrivata la richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero Biagio Mazzeo della procura di Genova proprio per gli ex giocatori del Genoa Criscito, Milanetto, Dainelli e Palacio, indagati per presunta frode sportiva nell'ambito dell'indagine sul derby Genoa-Sampdoria del maggio 2011, nessuno ne parla.
Analoga richiesta è stata formulata anche per il capo ultrà genoano, Massimo Leopizzi, per le dichiarazioni su una vicenda già prescritta, quella relativa alla combine Genoa-Venezia del 2005 e su cui il tifoso era tornato in una telefonata con Sculli in cui sottolineava come il presidente Preziosi si fosse ‘salvato' dalla legge solamente per l'intervento diretto dello stesso Leopizzi.
A seguito del proscioglimento di Domenico Criscito, è arrivata puntuale la soddisfazione del presidente della Figc Giancarlo Abete:

La valutazione data in quel momento non era collegata ad una logica di presunzione di colpevolezza, che non si effettua neanche quando ci sono richieste di rinvio a giudizio, ma in relazione al momento particolare che stava vivendo il giocatore ed anche tutto il gruppo azzurro, con la perquisizione all’alba a Coverciano che avrebbe creato una dimensione mediatica che avrebbe accompagnato il giocatore e la squadra per tutta la durata dell’Europeo. Ora La Procura ha deciso l’archiviazione ed è un grande momento per il ragazzo che ha manifestato la volontà di tornare in Nazionale e viene meno una situazione di grande difficoltà che è quella di rimanere indagati per molto tempo.

Abete e Albertini, i vertici figc

Parole giuste, dovute, ma anche leggermente beffarde. Se in quel maggio del 2012 davanti all'arrivo degli inquirenti a Coverciano, la Figc non avesse ‘scaricato' anzitempo il giocatore, così come fece per Bonucci, probabilmente oggi non ci sarebbe motivo di tornare sulla vicenda. Ed invece, tornandoci, la Federcalcio si è ‘dimenticata' di scusarsi con quella scelta sbagliata soprattutto oggi che per Criscito si è arrivati allo stesso finale avuto per Bonucci.
Il giocatore lo sa, e – confermando di essere più maturo e responsabile malgrado a suo tempo lo si sia voluto dipingere come un ragazzino completamente incapace e in balia degli eventi – passa oltre, non senza lanciare qualche frecciatina anche all'etico Prandelli:

Sono stato indagato per una foto, ma io ero lì per parlare di tutt’altro. Non so qual e’ il motivo per cui non mi hanno più richiamato in Azzurro, ma non e’ una domanda da fare a me, io devo solo pensare a giocare a calcio, e’ quello che sto facendo, con lo Zenit ho iniziato molto bene, spero di continuare così anche in Europa.
Io spero di tornare in Nazionale, perche’ per me la maglia azzurra é il massimo per ogni giocatore.

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Sommersi e salvati – Ma questo, non fa notizia. E oggi Criscito si ritrova ai margini del nosto calcio, soprattutto Azzurro.
Le parole di Abete che abbiamo riportato per intero, hanno confermato che la FIGC non tornerà quasi certamente sui propri passi (al di là della ‘speranza' di circostanza) e che per l'ex Genoa il ritorno in Nazionale potrebbe non arrivare mai più. Troppo scomodo, troppi controsensi, troppe spiegazioni da dare e troppe domande a cui rispondere senza ammettere le proprie colpe. I pesi e le misure sono state evidentemente diverse per il difensore dello Zenit e per Bonucci, in due situazioni – in quel preciso istante – molto simili. La federazione adottò delle preferenze, forse anche spinta dal fatto che un Bonucci serviva al progetto Eruopeo più di un ‘semplice' Criscito, perfetto capro espiatorio per salvare la tanto discussa etica prandelliana.
Nessun vittimismo da quattro soldi, intendiamoci, ma semplicemente i fatti: altri giocatori, ben più compromessi dell'ex azzurro, prosciolto, sono tornati in prima squadra, ad indossare la fascia di capitano o reintegrati in squadra al rientro dal prestito, senza che nessuno si sia scandalizzato o l'abbia fatto notare. Altri, hanno goduto della cavalcata europea della Nazionale, che ha sfiorato il sogno infranto solo nella finale con la Spagna.
Difficile dare una valida spiegazione come farsi una ragione di differenze evidenti e ingiustizie acclarate dai fatti. Un malcostume che continua ad andare a braccetto con l'ipocrisia, la stessa che oggi ha riportato sulle prime pagine il nome di Simone Farina, l'eroe di scommessopoli e ‘incredibilmente' senza una squadra, simbolo di un calcio omertoso che rifiuta e confina chi parla troppo, emarginandolo.
Senza pensare che forse, a 31 anni e dopo una carriera vissuta nelle serie cadette, lo stesso Farina sia semplicemente a piedi perchè – risolto il contratto col Gubbio – non rientra nei piani tecnici di nessun club.

Ma che non si dica in giro.

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