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Calciomercato, perché la Juve deve cedere (e vendere magliette di CR7 non basta)

Qual è l’impatto sul bilancio 2019/2020 delle operazioni già concluse dalla Vecchia Signora in questa prima parte della sessione estiva del calciomercato? Chi e a quali cifre devono cedere per poter effettuare un altro colpo da novanta? Il rapporto tra il costo della rosa attuale e le stime dei ricavi attesi svelano i programmi della Juventus per quest’ultimo mese di trattative.
A cura di Michele Mazzeo
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Quanto può spendere ancora la Juventus in questa sessione di calciomercato? Qual è la situazione attuale delle casse bianconere? Vendere è un imperativo oppure una scelta? Basta l’aumento dei ricavi (sulla spinta dell’arrivo di Cristiano Ronaldo) per tenere in ordine i conti? Prima di rispondere a tutte queste domande va innazitutto ricordato che negli ultimi due anni la politica economica della Juventus è cambiata: con l’acquisto di Cristiano Ronaldo e relativo cospicuo investimento il piano economico della Vecchia Signora ha subito una svolta epocale aprendo di fatto la fase espansiva del piano di crescita quinquennale con vista 2023. Di questa fase espansiva fa parte anche l’operazione, sempre molto costosa, che ha portato Matthijs de Ligt in bianconero.

  • Detto ciò andiamo ad analizzare qual è l’impatto sul bilancio 2019/2020 delle operazioni già concluse dalla Vecchia Signora in questa prima parte della sessione estiva del calciomercato, da qui potremo poi fare una previsione su ciò che potranno o meno fare i campioni d’Italia in questi 25 giorni che mancano alla chiusura del mercato.

Costi e ricavi: alla ricerca del mercato “sostenibile”

Come detto la svolta è arrivata lo scorso luglio con l’acquisto del cinque volte Pallone d’Oro Cristiano Ronaldo dal Real Madrid, acquistato per 100 milioni più 15 di contributi e commissioni capitalizzati e a cui è stato garantito un quadriennale da 31 milioni di euro netti a stagione. Tra ammortamento e ingaggio al lordo il campione portoghese infatti pesa annualmente a bilancio circa 85 milioni. Investimento importante che ha fatto impennare i costi della società piemontese ma anche quello registrato nei ricavi grazie alla spinta dell’affare CR7. Ed è proprio il rapporto tra il costo della rosa (stipendi lordi + ammortamenti + costo dei prestiti) e i ricavi attesi per la stagione 2019/2020 uno dei principali fattori che potrebbe influenzare le prossime mosse di mercato dei bianconeri.

  • Affinché il costo della rosa sia considerato “sostenibile” infatti tale rapporto, dovrà essere compreso tra il 50 e il 70%, in caso invece superi la soglia del 70% bisognerà pensare a fare plusvalenze e alleggerire il monte ingaggi e il totale degli ammortamenti attraverso le cessioni.
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Plusvalenze: Kean e Cancelo portano in dote 50 milioni

Per comprendere quale sia ad oggi 7 agosto la situazione di tale rapporto ci siamo affidate alle stime fatte da John Stock sul sito specializzato Calcio & Finanza. Innanzitutto va evidenziato come finora il chief football officer della Juventus, Fabio Paratici, in questa sessione di mercato ha completato otto acquisti a titolo definitivo, per un investimento complessivo di 176,7 milioni di euro, i cui effetti economici si manifesteranno nel bilancio al 30 giugno 2020. Sul fronte uscite, invece, le due operazioni che avranno effetti economici tangibili sul prossimo bilancio sono la cessione di Moise Kean all’Everton per 27 milioni, che si tradurrà in una plusvalenza di 22,5 milioni sui conti della società bianconera, e quella di Joao Cancelo al Manchester City con una valutazione di 60 milioni di euro (28 milioni cash più il cartellino del brasiliano Danilo valutato 32 milioni) realizzando così una plusvalenza di 28,24 milioni, per un totale dunque di 50,74 milioni di plusvalenze.

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Rapporto costo della rosa/ricavi attesi

Se il mercato si chiudesse oggi quindi il costo della rosa della Juventus per la stagione 2019/2020 (stipendi lordi + ammortamenti + costo dei giocatori in prestito) sarebbe quindi di 414,14 milioni di euro, in crescita di circa 69 milioni rispetto ai 345,26 milioni della stagione 2018/2019. Rapportando dunque il costo della rosa ai circa 550,74 milioni di euro di ricavi attesi per la società del presidente Andrea Agnelli al 30 giugno 2020 secondo le stime di Banca IMI, appare evidente come il rapporto di cui sopra attualmente si attesti al 75%, quindi oltre la soglia massima del 70% (e abbondantemente oltre quel 57% cui si dovrebbe attestare tale rapporto per il bilancio 208/2019). A meno che la società non decida non intenda chiudere i conti con uno sbilancio tra ricavi e costi, per poi correggere il tiro negli esercizi successivi o procedere con cessioni nel mese di giugno, dunque sembra quasi scontato che bisognerà ancora una volta ricorrere alle cessioni con relative plusvalenze per rientrare nei parametri e far quadrare i conti.

Cessioni necessarie: chi e come deve vendere la Juventus

A partire dunque potrebbe essere Paulo Dybala che venduto tra i 70 e gli 80 milioni produrrebbe una plusvalenza di 53/63 milioni (il suo valore residuo di bilancio è di 16,65 milioni) oltre ad un risparmio di 18,5 milioni tra ingaggio lordo e ammortamento. La cessione dell’argentino alle cifre sopra indicate farebbe scendere dunque il rapporto tra i costi della rosa e i ricavi attesi ad una percentuale che oscillerebbe tra 66% e il 64% facendolo così rientrare entro i parametri standard. Per piazzare un altro colpo di mercato importante però, oltre alla Joya, i bianconeri dovrebbero effettuare altre cessioni che riducano il monte ingaggi e gli ammortamenti e possibilmente producano plusvalenze.

  • I candidati più papabili sono Blaise Matuidi (valore residuo di bilancio 7,6 milioni, ammortamento 7,6 milioni, ingaggio lordo all’anno 7,4 milioni), Mario Mandzukic (valore residuo di bilancio 8 milioni, ammortamento 4 milioni, ingaggio lordo all’anno 7,4 milioni), Gonzalo Higuain (valore residuo di bilancio 36,6 milioni, ammortamento 18,3 milioni, ingaggio lordo all’anno 13,9 milioni), Sami Khedira (valore residuo di bilancio 0,2 milioni, ammortamento 0,1 milioni, ingaggio lordo all’anno 7,4 milioni), Mattia Perin (valore residuo di bilancio 9,2 milioni, ammortamento 3,1 milioni, ingaggio lordo all’anno 4,3 milioni) e Daniele Rugani (valore residuo di bilancio 1 milione, ammortamento 0,25 milioni, ingaggio lordo all’anno 5,5 milioni).
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