Torino, Urbano Cairo avverte Ljajic: “Se non è contento può anche andar via”

Urbano Cairo può essere contento del suo Torino. Dopo la sconfitta beffa con la Roma, maturata al 44esimo del secondo tempo, la formazione granata è uscita a testa alta da San Siro strappando un pareggio all'Inter di Luciano Spalletti. Intercettato telefonicamente da Radio 24, il presidente ha analizzato la sfida di domenica sera e commentato la situazione difficile che sta vivendo Adam Ljajic.
"E' stata una partita a due facce – ha esordito Cairo – Primo tempo brutto, in cui la squadra non mi è piaciuta e non è piaciuta neanche a Mazzarri. Nel secondo tempo, con i tre davanti siamo stati molto più aggressivi, a quel punto l'Inter non è riuscita più a far partire la giocata ed è arrivato il pareggio, abbiamo sfiorato anche il terzo gol. Questo è il Toro che mi piacerebbe vedere sempre".

Ljajic e il mercato
Entrato al quarto d'ora della ripresa, Adem Ljajic ha confermato di poter dare tanto alla squadra di Walter Mazzarri. Di questo ne è convinto anche Cairo, che però ha mandato un messaggio inequivocabile al giocatore che piace moltissimo al Besiktas: "L'ho acquistato due anni fa, a me piace moltissimo, rappresenta quel calcio bello da vedere, divertente e piacevole, se c'è uno a cui piace Ljajic sono proprio io che l'ho acquistato – ha aggiunto il patron – Si tratta solo di capire se anche lui, visto che la squadra si è molto potenziata e abbiamo tenuto tutti, accetta di restare nel gruppo senza pretendere un posto fisso".
La scaramanzia di Cairo
"Si può giocare dall'inizio, 20 minuti o anche non giocare. Si può essere decisivi in modi diversi, ma è importante non avere musi lunghi. Dipende molto da lui e dalle sue aspettative. Se dovesse partire, è solo perché non vogliamo giocatori scontenti. In spogliatoio serve concordia". L'ultima battuta Cairo l'ha spesa sul futuro della sua squadra: "Preferisco non fare dichiarazioni di obiettivi o altro – ha concluso il numero uno granata – Abbiamo fatto una campagna acquisti importante e abbiamo l'obiettivo di fare bene, ma dichiararlo non porta neanche bene e la superstizione nel calcio è importante".