Bologna a Verona con Sinisa Mihajlovic in panchina nonostante la leceumia
La leucemia non lo ha fermato. E se proprio credete di essere caduti, di non avere la forza per raddrizzarvi, alzate la testa e guardate oltre. Vi accorgerete che lì, in piedi nonostante tutto, c'è un esempio di quel che vuol dire vita. Sinisa Mihajlovic, affetto da un male silente, dimagrito per le medicine che devono guarirti ma sembrano succhiarti anche l'anima, era regolarmente in panchina a Verona, in occasione del debutto in campionato del suo Bologna contro l'Hellas. Pensate a lui mentre saluta la Curva, al suo sguardo fiero sotto il cappellino. Pensate all'uomo che fa il suo lavoro ed è al suo posto. Ecco, prima di dire ‘non ce la faccio' immaginate che ‘potete farcela' e vi accorgerete di esservi rialzati.
E' questa la notizia più bella dell'ultima ora filtrata da fonti interne alla società rossoblù: una meravigliosa sorpresa per i tifosi rossoblù, un gesto di grande attaccamento da parte dell'allenatore nei confronti della squadra che mai avrebbe lasciato da sola in un momento così delicato come la prima sfida della stagione, per giunta contro una formazione che lotterà per non retrocedere e proverà a fare del fattore campo il principale alleato per raccogliere i primi punti.
In campo dopo 40 giorni di cure specialistiche
Dopo oltre un mese di terapie specialistiche sostenute all'ospedale Sant’Orsola, il tecnico ha rotto gli indugi e ha scelto di raggiungere il gruppo che alloggia in albergo a Verona nell'attesa dell'incontro delle 20.45. Ha guardato negli occhi i suoi ragazzi parlando loro come sempre ha fatto poi ha messo la mascherina e s'è accomodato in panchina. Ha seguito tutte le precauzioni necessarie per tutelare la propria salute nonostante fosse una follia catapultarsi sul rettangolo verde, sottoporsi allo stress dell'incontro dopo aver trascorso un lungo periodo in assoluto isolamento all'interno del Reparto di Oncologia dove è rimasto ricoverato.
La leucemia acuta lo ha costretto a passare la mano ai collaboratori più stretti [il vice Tanjga e De Leo] ma non ne ha fiaccato lo spirito che resta quello di sempre: una persona che per indole – non solo sportiva – non molla mai. E non poteva farlo nemmeno quest'oggi.
La promessa fatta alla squadra e a se stesso
"Ho finito le lacrime e sono pronto a combattere", le parole di Mihajlovic in una lettera che scrisse qualche giorno dopo aver dato la notizia delle proprie condizioni di salute e aver comunicato la necessità – a malincuore – di prendere un periodo di riposo e stare lontano dai campi e dalla passione per il calcio.
E Sinisa non si è arreso, termine che nel suo vocabolario non può esistere. Era una promessa che aveva fatto a se stesso e più ancora ai calciatori, ai collaboratori di cui in queste settimane ha seguito costantemente il lavoro attraverso l'ausilio della tecnologia che gli ha permesso di ‘essere presente' agli allenamenti e osservare i movimenti della squadra [anche in partita, come accaduto in occasione della gara di Coppa Italia contro il Pisa e in amichevole].