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Blatter non ha solo vinto le elezioni FIFA, ha confermato il proprio potere. Assoluto

Cinque mandati consecutivi, in FIFA dal lontano 1977, è riuscito nel momento peggiore della sua presidenza a far piazza pulita di oppositori, avversari e nemici. In barba ai dossier, alle accuse di corruzione, alle richieste di dimissioni. Mentre il mondo del calcio si scandalizzava, Blatter tesseva gli ultimi fili della sua tela che lo ha reso oggi potente come mai prima.
A cura di Alessio Pediglieri
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Alla fine ha vinto lui, Joseph Benjamin Blatter, ricandidatosi e rieletto per la quinta volta consecutiva alla presidenza della FIFA, il massimo organismo calcistico mondiale. Riconfermando il proprio potere, contro tutto e contro tutti. Lo ha fatto nel suo inverno più rigido, in coda ad uno tsunami di corruzione e pestilenza che ha coinvolto il cuore della FIFA, mentre gli si chiedevano le dimissioni, si minacciavano ritorsioni, si auspicavano cambiamenti radicali. Ma lui non ha ceduto e ha imposto nuovamente la propria autorità nel modo più incisivo che potesse esserci, stravincendo il primo scrutinio con una maggioranza bulgara che ha costretto l'avversario di turno, il principe giordano Ali bin Al Hussein a dimettersi prima di affrontare l'onta della disfatta al secondo turno di votazione.

Prima, durante e dopo le elezioni del 65° congresso FIFA, Sepp Blatter non ha mai accennato ad un tentennamento. Nulla ha potuto un dossier di oltre 350 pagine partorito da un'inchiesta interna su 20 anni di corruzione (Blatter è da 16 anni Presidente ma nella FIFA c'è dal lontano 1977); nulla è servita la ‘gola profonda' di Chuck Blazer che ha fatto da talpa ai servizi segreti; nulla è valso il monito di Platini che ha consigliato all'ingombrante amico di dimettersi; a nulla le denunce di Maradona, di Raiola, di Luis Figo che ha rinunciato alla candidatura e nemmeno le minacce inglesi di boicottaggio ai Mondiali del 2018. Nel discorso pre elezione, Blatter ha sostenuto il ruolo integerrimo del buon padre di famiglia cui è stato riferito che vi fossero dei problemi di gestione, pronto a fare pulizia e colpire i colpevoli; nel discorso post elezione, si è fatto beffa dei suoi avversari sorridendo e stringendo mani con la promessa di un futuro più roseo.

Un uomo solo al comando ancora per altri 5 anni, autore perfetto di una oligarchia assoluta, cerimoniere eccelso del mecenatismo e del clientelismo più radicale, capace di accontentare tutti e ottenere consensi in ogni parte del mondo. Mentre Russia e America si accusavano di conflitti d'interesse per una guerra fredda del calcio 2.0, Blatter aveva già ottenuto il consenso dell'intera Associazione asitica (dove aveva già dispensato i Mondiali del 2018), quello del MedioOriente (con il Qatar in testa) e dell'Africa, così come parte del Centro e del Sud America. Ai suoi avversari ha lasciato ancora una volta il livore degli sconfitti e gli sberleffi di rito: "Potevo ricevere anche più voti, ma va bene così: andiamo avanti". Dove, si vedrà.

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