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Berlusconi dovrà ricostruire sulle macerie rossonere, con o senza Allegri

La sconfitta in Champions, rischia di essere la penultima goccia di un vaso già stracolmo. Sabato prossimo servirà una vittoria contro il Genoa o, per Allegri, sarà esonero certo!
A cura di Alberto Pucci
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Silvio Berlusconi e Adriano Galliani

Il presidente alla finestra – Cambiano i fattori, ma il risultato è sempre lo stesso. Moduli, giocatori, motivazioni: il povero Diavolo di queste ultime settimane le ha provate, inutilmente, proprio tutte. Non sono serviti "cazziatoni" dirigenziali, ritiri punitivi e lavate di capo varie. Non sono servite neanche le esclusioni eccellenti come quelle di Boateng (in tribuna in Spagna), di Nocerino (a prender freddo in panca) o quella di Abate, rimasto a Milano per scelta tecnica. Non è servito neanche la mano pesante sul "mini Balotelli" rossonero Niang, ripreso a muso duro per le sue bravate e prossimo ad essere rispedito al mittente. Milanello, inutile girarci intorno, è una polveriera che rischia di saltare alla prossima sconfitta e Massimiliano Allegri è davvero ad un passo da un clamoroso esonero. Ieri, alla "Rosaleda" di Malaga, il mister rossonero ha tentato di rianimare una squadra che sembra sempre più in difficoltà tecnica, tattica e psicologica. Lo ha fatto cambiando ancora i protagonisti (Acerbi e Constant dall'inizio, ad esempio) e virando su un 3-4-3 di Zaccheroniana memoria. Un rimescolio inutile, un impasto risultato indigesto ai tifosi e alla dirigenza che, più che guardare il campo, teneva lo sguardo fisso sulla panchina rossonera. Una scelta coraggiosa, oltre che pericolosa, che dovrebbe aver mandato su tutte le furie Silvio Berlusconi che accantonata la politica, manco a farlo apposta, avrà ora più tempo per seguire da vicino la sua creatura. Il patron milanista, infatti, non è tipo da difesa a tre (chiedere a Zac, per conferma) e, soprattutto, non è persona solita a lasciar correre quando le cose vanno male. Magari con colpevole ritardo ma, c'è da scommettere, a breve arriverà anche la voce presidenziale e, in quel momento, potrebbero tremare i muri del quartier generale rossonero.

Genoa: ultima fermata – Tra 48 ore, dopo la sfida contro il Genoa, avremo una fotografia più nitida di quello che sarà il prossimo futuro del Milan. Dovesse portare a casa i tre punti, magari convincendo e divertendo il pubblico, l'esecuzione verrebbe rimandata a data da destinarsi, ma in caso di pareggio o (peggio ancora) di sconfitta, Allegri saluterebbe quello che è stato il suo stadio per questi ultimi anni. La partita contro il Grifone, non sarà delle più semplici per vari motivi. Vero è che mancherà Borriello (che avrebbe pagato di tasca propria per affondare la barca milanista), ma è altrettanto vero che, solitamente, il nuovo allenatore che subentra a quello esonerato (Del Neri, in questo caso) riesce quasi sempre a scuotere la propria squadra ottenendo risultati immediati.

“ Tutti dobbiamo tirare fuori un pizzico di orgoglio, chi per un motivo chi per un altro! ”
Daniele Bonera
E meno male che Ze Eduardo, preso in giro questa estate dalla giuria dell'X Factor rossonero, si è accasato a Siena, altrimenti avrebbe dato tutto (e di più) per dare un dispiacere alla società di Via Turati. Magre consolazioni a cui aggrapparsi, di fronte ad un ostacolo che è diventato, tutto ad un tratto, duro come e quanto il Real Madrid di Mourinho. Immobile come CR7? Il paragone profuma di sacrilegio ma, a queste condizioni e dopo aver visto quanto è povero questo Diavolo, tutto ci può stare. Cosa passa per la testa di Allegri, in questo momento, non è dato a sapersi. Come affronterà il Genoa e con quale squadra, ancor meno. Possibile il rientro di alcuni giocatori come De Jong (per quello che può valere) ed il ritorno in campo dei vari Yepes, Antonini, Nocerino e Boateng. Il resto sarà, come al solito, la minestra insipida che il popolo rossonero sta mangiando da mesi. Basterà per passare una domenica tranquilla?

Occorre uno "ceffone" per dare una scossa – Undici partite ufficiali: 6 sconfitte, tre vittorie e due pareggi. Numeri impietosi che sbattono con le spalle al muro società, tecnico e giocatori.

“ Siamo preoccupati per l'attuale situazione ”
Daniele Bonera
Risultati che, fossero arrivati qualche centinaio di chilometri più a sud di Milano, avrebbero provocato non solo l'allontanamento del tecnico ma anche l'esclusione di molti componenti della prima squadra, a scapito di qualche ragazzino della Primavera. Milano, però, non è Palermo e probabilmente non è neanche preparata per affrontare tale sisma calcistico. E' stato onesto e coraggioso Bonera, nel post gara contro il Malaga, a dichiarare: "Siamo preoccupati per l'attuale situazione". Parole coerenti e sincere che contrastano con le dichiarazioni "politically correct" di dirigenti e staff tecnico che, ad onor del vero, stanno cominciando a stufare il tifoso come e quanto il gioco visto in campo. Che fare, quindi, dopo i novanta minuti contro il Genoa? O in un senso, o nell'altro, servirà una scossa. Un piano programmatico da seguire tutti insieme, senza che allenatore e giocatori facciano di testa propria. Servirà una società più presente che sappia far rispettare determinate regole e che censuri (come del resto si è sempre fatto) gli atteggiamenti poco professionali dei suoi giocatori. Ci vorrebbe uno schiaffone ben assestato, uno "shampoo" del capo, in grado di risvegliare l'orgoglio sopito. Il popolo rossonero, a questo punto, spera nell'arrivo dell'elicottero. Spera di rivedere quello stesso mezzo con cui, molti anni fa, Silvio Berlusconi inaugurò la sua avventura rossonera. Servono i rinforzi e che arrivino dal cielo, o da terra (russi o arabi, fate voi), a questo punto poco importa. C'è da salvare un immagine sporcata da troppe figuracce e da ricostruire (da zero) una squadra credibile. Altro che "club più vincente al mondo"!

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