Bayern Monaco, Guardiola fa outing: “Allenerò in Premier”. Al City
Non ci sono segreti nell'addio anticipato di Pep Guardiola dal Bayern Monaco. Nessuna incomprensione con la dirigenza, nessuna motivazione dettata da scelte di mercato non condivise, nessun problema su eventuali rinnovi e prolungamenti di contratto. L'ex tecnico del Barcellona lascia Monaco a fine stagione solamente per un motivo semplice e chiaro: vuole allenare in Premier, in Inghilterra, la patria del calcio mondiale. Dove lo hanno cercato e voluto e dove andrà. Anche se ufficialmente non si sbilancia sulla destinazione: "Non ho firmato ancora".
Parole che provano a stemperare attriti oramai evidenti ma sempre gestiti in modo magistrale sia da parte del club tedesco che da parte dell'allenatore catalano. Parole forse di circostanza, forse banali ma di certo opportune. Perché salvano capra e cavoli: sia il prossimo futuro del Bayern che proverà a concludere alla meglio la stagione per consegnarsi nelle mani di Ancelotti nel modo più opportuno (possibilmente con la Champions, obiettivo primo), sia il presente del City (club in cui andrà Guardiola) che si sta giocando il campionato con Pellegrini in panchina.
Nel mezzo, un addio annunciato e telecomandato. Con una motivazione che in un certo senso spiazza complottisti e mal pensanti: "Il motivo della mia partenza e del mio mancato rinnovo col Bayern Monaco è semplice, voglio allenare in Premier League. Ci sono delle offerte, ma non ho firmato ancora nulla".
Un campionato che manca nel palmares di Guardiola che in Italia c'è stato da giocatore della Roma e del Brescia e che in Bundesliga e in Liga ha lasciato il segno soprattutto come allenatore. Adesso la Premier, l'Inghilterra, l'ultima tentazione con cui confrontarsi per dimostrare di saper e poter vincere ovunque. Anche in Europa, che sarebbe la classica ciliegina con cui salutare i bavaresi: "Voglio vincerla con il Bayern. Stare qui è stato un sogno, è un sogno. Ringrazierò sempre il club per l'opportunità che mi è stata data: non importa chi è l'allenatore. È importante che il club vinca"