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Barcellonapoli, da Guardiola a Sarri alla ricerca dell’azione perfetta (e del gol)

Il gol realizzato da Marek Hamsik contro il Cagliari al termine di una serie di 18 passaggi consecutivi con tutti gli undici uomini in campo coinvolti riporta in auge i paragoni tra la filosofia di gioco del Napoli di Sarri e quella del Barcellona di Guardiola (ma anche dei suoi successori Vilanova e Luis Enrique). Ma sono davvero così simili?
A cura di Michele Mazzeo
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La ricostruzione grafica del gol di Hamsik della Opta (fonte Twitter @sechesi)
La ricostruzione grafica del gol di Hamsik della Opta (fonte Twitter @sechesi)

Partiamo da due assunti universalmente riconosciuti, ossia che il calcio è un gioco di squadra e che il fine ultimo di ogni passaggio, di ogni recupero palla, di ogni contrasto, di ogni cross, di ogni tiro, di qualsiasi gesto o movimento fatto sul rettangolo verde è quello di realizzare un gol. Tenendo ben presente ciò, se è vero che la partita perfetta terminerebbe 0-0, è altrettanto vero che osservando la questione dal punto di vista di una sola delle due partecipanti la sublimazione del gioco si ha quando attraverso il lavoro dell’intero collettivo si arriva a battere il portiere avversario raggiungendo così il proprio scopo.

La più evidente rappresentazione di questo concetto la si ha certamente quando tutti gli undici effettivi in campo sono coinvolti, senza interruzioni, nella costruzione della manovra che porta poi a raggiungere il risultato, cioè realizzare un gol.

Se prima della “rivoluzione” cominciata da Arrigo Sacchi e conclusa da Pep Guardiola, partita dalla difesa attiva e proattiva, dal pressing alto e da una squadra cortissima, terminata quando a ciò si è aggiunto il dominio nel possesso palla, la ricerca continua di triangolazioni e il “moto perpetuo” di chi non è in possesso del pallone, soltanto l’Ajax e l’Olanda di Cruijff erano riuscite a segnare al termine di quella che possiamo definire, per i motivi fin qui elencati, l’azione perfetta. E non è un caso che oggi a farlo sia il Napoli di Maurizio Sarri, l’allenatore che più di tutti ha saputo cogliere l’essenza di questa rivoluzione sapendo però evolvere il proprio gioco per adattarlo alla qualità dei propri giocatori (Sacchi appena arrivato al Milan “ricevette” come regalo da parte della società Carlo Ancelotti, Ruud Gullit e Marco Van Basten; Guardiola al suo primo anno al Barça ebbe Sergio Busquets, Gerard Piqué e Dani Alves; il tecnico toscano invece dalla prima campagna acquisti sotto al Vesuvio ebbe in dono Reina, Chiriches, Hysaj, Valdifiori e Allan).

L'azione parte dal recupero palla di Allan e si sviluppa prima in avanti e poi indietro fino ad arrivare a Reina
L'azione parte dal recupero palla di Allan e si sviluppa prima in avanti e poi indietro fino ad arrivare a Reina

L’azione perfetta del Napoli

L’ultimo esempio di rete realizzata dopo che tutti gli undici componenti di una squadra hanno toccato il pallone, è quello relativo al gol del 3-0 siglato contro il Cagliari proprio dagli uomini di Sarri nell’ultima giornata di campionato. Alla Sardegna Arena s’è ammirata l’azione che tutti gli allenatori vorrebbero vedere orchestrata dalla propria “creatura”: una serie ininterrotta di 18 passaggi consecutivi con palla toccata da tutti gli undici calciatori partenopei (compreso il portiere Reina) e recapitata poi nei piedi di Marek Hamsik che con un sinistro imparabile fulmina il malcapitato Cragno. E ancora una volta, i paragoni con il Barcellona di Guardiola (ma anche dei suoi successori che ne hanno mantenuto intatta la filosofia di gioco) si sprecano.

Il lancio di Koulibaly trova Mertens che duetta con Allan e poi verticalizza su Hamsik che, dopo lo scambio con Insigne, batte Cragno realizzando il gol del 3-0.
Il lancio di Koulibaly trova Mertens che duetta con Allan e poi verticalizza su Hamsik che, dopo lo scambio con Insigne, batte Cragno realizzando il gol del 3-0.

La rete di Bojan con l’Almeria: 37 passaggi, 9 giocatori coinvolti

Tornando indietro, più precisamente al 15 marzo del 2009, infatti troviamo un esempio di azione perfetta di quello che è passato alla storia come il Barça del tiqui-taca: contro l’Almeria sono 9 i calciatori coinvolti e 37 i passaggi di fila che portano alla rete del 2-0 di Bojan Krkic.

Il pessimo impatto di Mou con il Clasico e con Guardiola

L’anno successivo, la vittima dell’azione perfetta è ancora più illustre. E così la gara del 10 novembre 2010 che sarebbe dovuta passare alla storia come il primo “Clasico” di José Mourinho da allenatore del Real Madrid, diventa il manifesto della “Guardiolismo”: al Camp Nou finisce 5-0 e la seconda rete la mette a segno Pedro terminale di 22 passaggi, 8 giocatori coinvolti e 58 secondi di possesso palla blaugrana ininterrotti.

Via Guardiola, la filosofia non cambia

Ma, come detto, il Barcellona ha continuato a giocar secondo le linee guida tracciate da Pep, anche quando quest’ultimo ha lasciato la panchina dei catalani per esportare il suo modo di fare calcio prima in Germania con il Bayern Monaco e poi in Inghilterra con il Manchester City, dove “l’evangelizzazione” del suo credo calcistico è ancora in corso. Non è strano dunque che i blaugrana anche con Tito Vilanova o Luis Enrique al timone abbiano continuato a realizzare gol al termine di “azioni perfette”: basta citare il gol di Andres Iniesta al Bernabeu nella stagione 2012/2013 al termine di una serie di 24 passaggi consecutivi e 8 giocatori coinvolti; o, sempre contro il Real Madrid, quello realizzato da Luis Suarez che chiude una striscia di 37 passaggi blaugrana; o ancora quello messo a segno da Lionel Messi in Champions League contro la Roma mettendo fine ai 25 tocchi dei compagni.

Paese che vai, usanze che importi: tiqui-taca in salsa inglese

Pochi dubbi dunque che la filosofia del Napoli di Sarri si avvicini molto a quella che il Barcellona porta ormai avanti da un decennio, così come ce ne sono ancora meno sulle “vicinanze” tra il tecnico toscano e Guardiola. Ultimo esempio di questa simile visione del modo in cui raggiungere lo scopo durante una partita di calcio, cioè segnare un gol, è appunto la rete realizzata dal Napoli a Cagliari e quella confezionata dal City in Coppa di Lega contro il WBA lo scorso 20 settembre: Gabriel Jesus batte il calcio d’inizio e due minuti e 26 secondi dopo, 52 passaggi dopo (con tutti gli 11 uomini in maglia celeste che hanno toccato palla) Leroy Sané sblocca il risultato ribadendo in rete la respinta del portiere (unico avversario ad aver toccato palla fin lì).

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