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Argentina, Olé attacca Wanda Nara: “E’ un ostacolo per la carriera di Icardi”

Il popolare quotidiano sportivo argentino ha sparato a zero contro Wanda Nara: “Le recenti parole contro l’allenatore e i compagni di squadra del marito, hanno messo Icardi in una situazione di non ritorno nei confronti dell’Inter. Ognuno può esprimere la sua opinione, ma è anche responsabile delle conseguenze”.
A cura di Alberto Pucci
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La telenovela che vede protagonisti Mauro Icardi, Wanda Nara e l'Inter ha fatto il giro del mondo ed è ovviamente arrivata anche in Argentina. A poche ore dalle parole postate dall'attaccante nerazzurro, anche il prestigioso quotidiano Olé ha commentato il momento negativo del giocatore interista. Per farlo, i colleghi sudamericani non hanno usato giri di parole e indicato subito il principale colpevole di questa guerra mediatica tra la famiglia Icardi e la società milanese.

In un editoriale pubblicato di recente, Olé ha infatti attaccato la modalità con cui Wanda Nara ha difeso il marito: "Icardi non è esattamente il miglior esempio di discrezione di basso profilo, ma la sua carriera è stata più volte ostacolata dai post inopportuni della moglie – si legge nell'articolo – Le recenti parole contro l’allenatore e i compagni di squadra del marito, hanno messo Icardi in una situazione di non ritorno nei confronti dell’Inter. Ognuno può esprimere la sua opinione, ma è anche responsabile delle conseguenze. Questo al netto della completa indipendenza che ha come agente di Icardi e del suo legittimo dovere di difendere i suoi interessi".

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Il codice di riservatezza

Sul banco degli imputati, secondo il giornale argentino, c'è dunque l'utilizzo spropositato dei profili social da parte di Wanda Nara: "Ci sono diversi giocatori che non sembrano essere consapevoli del fatto che ciò che scrivono sui social network non è come fare un commento nel salotto di casa loro o mentre sono a tavola – ha aggiunto l'editorialista di Olé – Non sanno che esiste un codice di riservatezza. E più di uno ha subito le conseguenze. Succede ai giocatori di calcio e anche alle persone comuni. Ma una cosa è dover rispondere delle proprie azioni e un'altra è andare in difficoltà sul lavoro a causa delle opinioni diffuse da chi ruota attorno al giocatore".

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