Anomalie cardiache, dribbling e ripartenze: chi è Angel Correa, nuova stella del Milan
Dopo qualche settimana di attesa, il Milan trova finalmente il colpo del suo calciomercato, l’affare atteso, sognato, nato sotto traccia, che potrebbe finalmente sbloccare la campagna acquisti rossonera. Fuori André Silva, direzione Monaco, dentro Angel Correa dall’Atletico Madrid. Per una staffetta perfetta per i meccanismi tattici di Giampaolo che abbraccia la sua seconda punta chiamata ad affiancare Piatek e a rilanciare le ambizioni del Diavolo alla disperata ricerca di una qualificazione Champions che, ormai, manca da tanto, troppo tempo. E così, dalle sue origini nella città di Rosario passando per le prime stagioni al San Lorenzo, al suo passaggio all’Atletico di Simeone e poi all’operazione al cuore che gli ha salvato la vita, ecco chi è il puntero argentino Angel Correa pronto a vestire il rossonero nella prossima stagione.
Gli inizi, l’arrivo all’Atletico Madrid e l’operazione al cuore
Angel Correa nasce il 9 marzo 1995 a Rosario e più precisamente nel difficile quartiere di Los Flores. Qui, nella città che ha dato i natali, ad esempio, a fenomeni come Messi, Di Maria o Icardi, il calcio è una autentica religione. Molto più spesso, una via di fuga per uscire dai problemi del rione argentino e, pure, per aiutare famiglie di sicuro non agiate. È la storia di tanti ragazzini ed è la stessa, forse anche più complicata, parabola di Angelito. Che, fra i vicoli di quartiere, affina la sua tecnica, si destreggia nei polverosi e improbabili campetti del barrio fino ad attrarre le mire degli scout del San Lorenzo de Almagro. Club che, a 12 anni, decide di integrarlo nei suoi settori giovanili. Prima però, la vita presenta ad Angelito i primi ostacoli di un’esistenza tutt’altro che tranquilla. A dieci anni Correa perde il padre, a 12, il fratello, e tutte le responsabilità di famiglia ricadono su di lui.
Che, dunque, decide di fare l’impossibile per non far mancare niente a sua madre e al suo nucleo familiare diventando un calciatore importante. E questa sua ambizione, queste sue motivazioni sono linfa vitale, sono benzina per un piccoletto col cuore grande, il baricentro basso, 174 cm di statura e una grinta, una garra eccezionale. Il San Lorenzo, come dicevamo, continua a fare affidamento su di lui e, dopo averlo coccolato nelle giovanili, lo fa esordire nella squadra di Papa Francesco (che lo ha anche cresimato) a 18 anni sotto l’allenatore Juan Antonio Pizzi nella sconfitta dei suoi per 2-0 contro il Newell’s Old Boys del 31 marzo 2013. È la prima in assoluto del ragazzo che, poi, in maglia Ciclon raccoglierà una Copa Libertadores, quella targata 2013/2014, 12 reti e 17 assist in 58 gare totali.
A metà 2014, l’Atletico Madrid che già lo monitora da tempo, lo acquista per 7.5 milioni di euro. È la svolta della sua carriera, il turning point della sua vita, finalmente, la sua famiglia può dormire sonni tranquilli. Ma qualcosa va storto. Durante le visite mediche di rito, al talento soprannominato Monstruo, viene diagnosticato un tumore benigno ad un ventricolo. L’operazione immediata è l’unica soluzione: non solo per continuare col calcio giocato ma anche per salvarsi ed evitare conseguenze gravissime. La vita, ancora, gli presenta un altro ostacolo. Ma Angelito non si sottrae alla sfida, si opera e, pochi mesi dopo, già a dicembre del 2014, torna ad allenarsi per poi farsi trovare pronto per il Sudamericano Under 20 del 2015.
Qui, con la voglia di chi vuole giocare e dimostrare tutto il suo potenziale, trascina la Seleccion al titolo finale, in tandem col Cholito Simeone evidenziando una miracolosa e pronta guarigione guadagnando, pure, il titolo di miglior calciatore del torneo. Poi, a settembre del 2015, e dunque nove mesi dopo l’ingaggio ufficiale da parte dei Colchoneros, arriva il suo debutto con i Rojiblancos del Cholo. Che lo tiene sempre in altissima considerazione, gli regala spesso chance importanti sia pure a partita in corso. Delle 188 presenze totali, difatti, solo 92 sono dal primo minuto mentre 96 sono le gare dell’albiceleste da elemento nei tre cambi dell’ex allenatore del Catania.
Con i biancorossi di Madrid arrivano 188 partite totali e poi 30 reti e 28 assist, due secondi posti in Champions League, una Europa League ed una Supercoppa Europea. Prima di un altro evento sconvolgente per la sua vita: la morte di un altro fratello, trovato senza vita fra le strade di Los Flores, nel 2017. Da quell’evento, Angel trasferisce tutta la sua famiglia in Europa. E poi, dopo quattro anni fra il Vicente Calderon e il Wanda Metropolitano, arrivano l’addio a Madrid, al Cholo e la nuova avventura di Milano, nel Milan dove è attesa, a 24 anni, la sua definitiva esplosione, anche, in zona gol.
Caratteristiche tecniche: seconda punta, esterno e dribblatore seriale
Angel Correa paragonato in passato al Kun Aguero e ritenuto, da molti, uno degli astri nascenti del calcio albiceleste, non ha mantenuto appieno le promesse di inizio carriera. E sì perché dopo aver incantato tutti in Argentina, in Europa Correa non è stato in grado di effettuare quel passo verso la consacrazione, quel salto di qualità atteso da tutti. Soprattutto in zona gol. E infatti, Angelito nelle sue quattro annate a Madrid, non è mai andato in doppia cifra in Liga rivelando tanta qualità nel dribbling, una buona dose di estro, fantasia, tecnica individuale e gamba a dispetto di una mira, sotto porta, non precisissima.
Colpa della sua eccessiva frenesia nel momento di concretizzare ma anche di un ruolo, spesso da esterno, che lo ha tenuto lontano dal bersaglio grosso e con compiti tattici non esclusivamente offensivi. Insomma, nel 4-4-2 del Cholo si è spesso disimpegnato sulla fascia sinistra di centrocampo smarrendo quelle doti che, nel centro del campo, nella zona nevralgica del gioco, potevano essere ancora più decisive, determinanti. Versatile quindi, capace di saper interpretare più ruoli ma fondamentalmente trequartista o seconda punta. Ruoli che gli saranno affidati nel Milan di Giampaolo e che potrebbero condurlo verso vette, anche realizzative, mai lambite prima.
Valore di mercato: 35 milioni di euro, 5 in meno rispetto alla cifra investita dal Milan
L’accordo fra Milan e Atletico Madrid dovrebbe aggirarsi sui 40 milioni di euro. Almeno, per quanto riguarda la base fissa. A cui, ovviamente, vanno aggiunti i bonus del caso. Una cifra, dunque, che consentirebbe ai Colchoneros di mettere insieme una plusvalenza da 32.5 milioni ma che pare emblematica della considerazione del club per il ragazzo di Rosario. Per cederlo, infatti, Simeone e il Ds dei Rojiblancos Berta hanno accettato una cifra monstre, una cifra superiore ai 35 milioni di euro stimati dal portale specializzato Transfermarkt.it.