Ancelotti e Mourinho da pericolanti a vincenti, grazie alla Champions League
Tutto il mondo è paese – Se in Italia, la faccia della disperazione è quella di Massimiliano Allegri, fino a pochi giorni fa in Francia ed in Spagna aveva le sembianze di due allenatori che, dalle nostre parti, qualcosa di buono lo hanno fatto. A dimostrazione che, in ogni angolo del continente, a pagare per primi sono gli allenatori, sotto il fuoco della critica (in momenti diversi) sono cascati anche Carlo Ancelotti e Josè Mourinho: due dei tecnici più quotati e stimati dell'intero panorama calcistico. Tralasciando le evidenti differenze tra la situazione del mister rossonero e quella dei due colleghi (qualità della rosa, in primis), colpisce il fatto che anche le panchine di PSG e Real Madrid hanno traballato al punto di rischiare di crollare dopo poche giornate di campionato. Il grande Vujadin Boskov, che a Genova non ha solo insegnato calcio ma anche dispensato perle di saggezza, era solito dire: "Nel calcio c'è una legge contro gli allenatori: giocatori vincono, allenatori perdono". Niente di più vero, anche se le vittorie sono il miglior medicinale per curare i sintomi di una panchina barcollante. A Milano, a quanto pare, il servizio di "trasporto urgente di medicinali" non è ancora riuscito a raggiungere San Siro, mentre ad Ancelotti e Mourinho la pozione magica sembra essere arrivata in tempo, prima che tutto crollasse sopra la loro testa.
Il sopracciglio impazzito – L'attuale allenatore del Paris Saint Germain, se l'era vista brutta già nella precedente stagione. Ancor prima degli arrivi dei vari Ibrahimovic, Thiago Silva, Lavezzi e Verratti, il tecnico di Reggiolo aveva sofferto la contestazione vivace di una parte della stampa francese. Il "coach en panne", com'è stato definito recentemente dall'Equipe, riuscì infatti a buttare al vento l'occasione di entrare subito nella storia del club parigino, perdendo in un "amen" la possibilità di vincere la Coppa di Francia e, soprattutto, il vantaggio che aveva accumulato in Ligue 1 nei confronti del Montpellier che, a sorpresa, superò Pastore e compagni all'ultima curva, vincendo il titolo con tre punti di vantaggio proprio sulla squadra di "Carletto". E dire che l'avventura oltralpe era partita benissimo con una striscia positiva di 12 risultati utili consecutivi: un exploit di tutto rispetto che aveva acceso facili entusiasmi sugli spalti del Parco dei Principi. Euforia che, però, durò poco. La gioia e la speranza dei tifosi del PSG, che già intravedevano la possibilità di conquistare quel titolo che manca dalla stagione 1993/1994, si trasformò ben presto in rabbia e delusione: un mix letale di sentimenti che, per poco, non provocarono il ribaltone sopracitato. Anche quest'anno, nonostante la spesa faraonica dello sceicco Al-Thani e del principe Tamin, gli spifferi gelidi della protesta hanno colpito il faccione di Ancelotti. I tre pareggi, nelle prime tre partite, di Ligue 1 avevano deluso fortemente la proprietà del Qatar e fatto tornare di moda il "dagli addosso all'allenatore": pratica che Ancelotti subì a Londra, quando venne esonerato dopo una stagione inferiore alle aspettative. Prima di Mourinho (lo Special One, arrivò al Chelsea qualche tempo dopo di lui), come Mourinho. L'esplosione dei "top player" e la prima vittoria in Champions contro la Dinamo Kiev, ha finalmente riportato il sereno sopra la Tour Eiffel e rimesso al suo posto (cioè, sopra il meritato piedistallo) l'allenatore italiano che, subito dopo il 4 a 1 contro gli ucraini, ha anche avuto parole d'incoraggiamento per l'attuale tecnico rossonero: "I momenti difficili arrivano, ma passano in fretta". A Parigi lo hanno capito e aspettato. In via Turati, con Massimiliano Allegri, sapranno fare altrimenti?
Speciale anche nelle polemiche – Anche a Madrid, fino a qualche giorno fa, il vento delle polemiche soffiava forte. Josè Mourinho, complice la partenza disastrosa dei suoi in campionato ed alcune critiche con la vecchia guardia dei Blancos, è stato ad un passo da un clamoroso esonero. Nonostante la vittoria in Supercoppa, contro gli odiati blaugrana, lo "start up" dei campioni di Spagna è stato deludente: una sola vittoria, un pareggio e ben due sconfitte nelle prime quattro giornate della Liga e otto punti di ritardo da un Barcellona lanciatissimo: troppo per la dirigenza e, specialmente, per i tifosi che hanno cominciato a mugugnare. La vittoria in Champions League, contro i "Citizens" è servita per riportare un pò di serenità tra tecnico e giocatori, dopo le pesanti "sparate" di alcuni giornali spagnoli secondo i quali i rapporti tra lo Special One ed alcuni componenti della rosa madridista non sarebbero più idilliaci come un tempo.