Allegri, perché Barzagli? La difesa a tre diventa un regalo a Mou
Le partite si vincono e si perdono anche in corsa. Tante volte Allegri ha inserito Barzagli per congelare il risultato nel finale. Stavolta, invece, il passaggio alla difesa a tre consegna una vittoria ormai inattesa a un Manchester United dominato tatticamente per 80 minuti e oltre. Stavolta i cambi li azzecca Mourinho. Dentro Mata, che pareggia su punizione, e Fellaini, attaccante aggiunto che la sfiora in occasione del gol vittoria. La mossa del cavallo.

Ronaldo parte da seconda punta
Il 4-3-3 di Mourinho, con Lingaard e Sanchez a completare il tridente "piccolo" con il capocannoniere Martial fa intravedere in avvio un possibile piano offensivo. Sulla destra Ronaldo non segue Young quando si sgancia in avanti, Lingaard taglia dentro in anticipo e fa stringere Alex Sandro lasciando possbilità di cross. I bianconeri difendono con un 4-4-2 ed è Betancur, gran bel primo tempo il suo, che si allarga in copertura nella zona di Ronaldo.

La presenza del portoghese però preoccupa Lindelof e Smalling che non accorciano in pressing e gli concedono di tagliar dentro. Allegri chiede a Dybala di partire più largo a destra, così da allargare la linea difensiva dello United. esacerbare le difficoltà di Pogba o Matic di coprire fra le linee in quella zona di campo e diventare un jolly quando gli ospiti si addensano in copertura dal lato di CR7. Anche perché a sinistra, la Juve di spazi ne trova diversi sia con il portoghese, sia con le sovrapposizioni di Alex Sandro, ed è in quella zona che Betancur agisce e verticalizza. Più attento e disciplinato, invece, De Sciglio che contiene Martial, capace comunque di saltare l'uomo quattro volte su sei nei primi 45′, e offre un contributo meno continuo in appoggio davanti
I Red Devils difendono bassi e stretti
I Red Devils difendono bassi, con Pogba a galleggiare da mezzala, oscilla da destra a sinistra nel tentativo di cucire una manovra un po' macchinosa nel portare il pallone in avanti. La Juve non accelera, fraseggia lentamente dietro, lo United completa 39 passaggi diretti nella trequarti offensiva contro i 32 dei bianconeri che, e non sorprende nessuno, affidano la regia a Pjanic che effettua poco meno di un passaggio al minuto e si abbassa sistematicamente fra i due centrali per offrire una prima uscita agevole del pallone a Bonucci. E' una Juve più decisa, 6 contrasti a 1 nei primi 20′ , mentre gli inglesi preferiscono difendere chiudendo le linee di tiro e passaggio: i due intercetti a uno, il doppio dei pallomni respinti e il triplo di rilanci nei primi venti minuti lo dimostrano.

Almeno per mezz'ora l'intenzione di Mourinho è chiara, vuole che i bianconeri facciano defluire la manovra verso le fasce e lontano dall'area. La linea difensiva rimane strettissima, i due terzini agiscono appena fuori dai lati corti dell'area, per cui sono ali e mezzeali a portare la prima e seconda linea di pressing su Cuadrado e Betancur. L'autorevolezza del possesso palla della Juve costringe gli inglesi a rinunciare subito ai primi, improvvisi ma decisi, tentativi di pressing alto. Ripiegano ancora, stretti e compatti, ma non considerano le risorse offensive di una Juventus che disegna l'azione migliore del primo tempo con i due attaccanti fuori dall'area. C'è Khedira in quello spazio, sul cross da destra di Ronaldo, Lindelof è in ritardo sul contromovimento di Khedira che ne occupa lo spazio e si smarca con due passi indietro (Smalling è schiacciato su Young): il palo sulla girata di prima in diagonale certifica l'affanno dello United.

I numeri del primo tempo
I 13 tiri a 3 nel primo tempo raccontano bene, invece, il livello di controllo nel match di una Juventus che non prende rischi, non cerca di strafare davanti ma direziona 92 passaggi a 73 verso l'ultimo terzo di campo. Verticalizza di più la Juventus, che tenta anche più passaggi lunghi per favorire gli inserimenti alle spalle di centrocampisti o difensori avversari. Pjanic e Chiellini ne completano più di tutti, di appoggi (35 e 28 rispettivamente): Herrera, Shaw e Matic sono invece gli unici Devils sopra quota 20.
Ronaldo si sblocca con un capolavoro
La traversa di Dybala che illumina l'inizio del secondo tempo, su un magnifico sinistro a giro, evidenzia ancora quanto lo United possa pagare per le conseguenze del proprio atteggiamento difensivo. La Joya ha spazio per controllare, girarsi e tirare, la linea dei Devils è stretta e nessuno esce dalle proprie posizioni per chiudere la linea di tiro all'argentino.
E' un movimento continuo, davanti, quello che la Juventus crea negli ultimi 20-25 metri. Ronaldo si allarga in appoggio ad Alex Sandro poi lo vedi in area mentre Cuadrado e Betancur si invertono le posizioni. Nella ripresa, si vede anche qualche errore in appoggio da parte dei bianconeri, soprattutto nell'uscita bassa del pallone. Khedira è evidentemente stanco, e Allegri lo sostituisce con Matuidi. L'ingresso del francese porta Betancur ad adattare la sua posizione, a giocare più da centrale in quello che diventa più propriamente un 4-3-3.
Il gol meraviglioso di Cristiano Ronaldo è il manifesto di una squadra che dimostra quante strade possa battere per arrivare in area. Il lancio morbido di Bonucci, cinque metri davanti la linea mediana, è anticipato dallo scatto del portoghese che detta la profondità alle spalle di Lindelof che guarda la palla e non lo prende più. La coordinazione da fenomeno stupisce tutto lo stadio, a parte il figlio molto composto in tribuna. Una costruzione simile conduce al tiro di Pjanic che arriva a rimorchio sulla sponda, uomo giusto al momento giusto, e potrebbe chiudere la partita.

Mou vero Special One, azzecca tutti i cambi
Mourinho toglie Lingaard per Rashford, l'uomo che ha tirato di più finora in Champions per lo United. Ma ormai i Devils, con un Matic completamente nullo in copertura, si spezzano senza riuscire a gestire le transizioni. Così Cuadrado, superata la prima linea di pressing, può andare da solo in contro-fuga per 30 metri senza avversari nello spazio di mezzo a destra. Ronaldo lo segue, i due dialogano in area mentre i centrali avversari non sanno bene cosa fare e dove mettersi: aspettano e sperano, ma il 2-0 non si avvera.

Mou mette Fellaini e Mata per Sanchez e Herrera. Diventa un 4-4-1-1 con Rashford centravanti, Fellaini trequartista, e all'occorrenza seconda punta per dare una soluzione in più davanti sui lanci lunghi, visto che è bravo a far scivolare palla di testa verso l'area. Lo spagnolo va a giocare da ala sinistra, e finisce per disegnare una squadra spaccata in due, con quattro uomini dichiaratamente offensivi e quasi zero copertura a centrocampo. Allegri si adatta, e contro i centimetri di Fellaini cambia la struttura difensiva: dentro Barzagli per De Sciglio, difesa a tre e Cuadrado arretrato sulla linea di centrocampo con Alex Sandro a tutta fascia.
E' la mossa del cavallo. Mata pareggia su punizione, Fellaini entra nell'incredibile gol del sorpasso. La sfiora coi capelli, sulla punizione di Young, che nasce peraltro da un errore di Barzagli. Sandro che lo tiene in gioco è l'ultimo a toccare dopo il doppio rimpallo sul secondo palo. Le mosse giuste le fa tutte lui. La Juve rimanda la qualificazione.