Allegri: “Il rosso a Meret c’era. Se la Juve mi vuole ancora, resto”
La testa di Massimiliano Allegri è già al prossimo 12 marzo, quando la sua Juventus dovrà cercare di conquistare il passaggio del turno in Champions League. A permettere al tecnico bianconero di pensare solo alla sfida europea con l'Atletico Madrid, è il 2-1 sofferto che la vecchia signora ha conquistato al San Paolo contro il Napoli: "Lo scudetto? Con 16 punti di vantaggio, più gli scontri diretti, la nostra è una posizione importante ma la matematica non c'è ancora – ha spiegato Allegri a Sky – Aspettiamo, battiamo l'Udinese venerdì per prepararci al meglio all'Atletico".
"Nel secondo tempo abbiamo sofferto. Lì mi sono addormentato io, perché avrei dovuto togliere Pjanic dopo la prima ammonizione. Con l'espulsione abbiamo perso ordine, loro hanno preso forza e sono stati spinti anche dallo stadio intero. Potevamo andare sul 3-1 ma poi abbiamo subito fino al rigore e li si è chiusa. Noi dovevamo fare meglio, ci sono state troppe imprecisione nei passaggi. L'espulsione di Meret? A norma di regolamento viene punita anche l'intenzione di colpire un avversario. L'arbitro ha comunque deciso e arbitrato bene".
Il futuro di Allegri
"La squadra ha dimostrato di saper soffrire – ha continuato Allegri – Con l'Atletico Madrid ci vorrà freddezza, loro al 78′ erano 0-0 all'andata e potrebbe capitare anche a noi, e non vuol dire che sei fuori. Quale squadra manderò in campo? Non so se sarà questa la formazione. Se non recuperiamo Douglas Costa questi saranno gli uomini, quindi vedremo".
Nel domani del tecnico, oltre alla sfida da dentro o fuori con i Colchoneros, c'è anche il destino della sua panchina: "Quando il Presidente vorrà ci siederemo e parleremo. Io sono molto contento di essere e di restare alla Juve, ma dobbiamo incontrarci e bisogna essere in due, perché io posso essere contento e lui no o viceversa. La mia decisione di chiudere i canali social? Sono utili, ma se vengono messi in mano a tutti è un disastro. E' come mettere in mano i mitra a chi va a fare la guerra, sparano. Non possono essere dati a chi quando hanno distribuito l'intelligenza era da un'altra parte".