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Allegri, che lezione a Guardiola. Poi esce Morata e il Bayern si scatena

La sconfitta di Monaco rimarrà impressa nella memoria dei tifosi per molto tempo. La squadra del tecnico toscano è stata superiore per larghi tratti, prima di arrendersi alla sfortuna e al ritorno degli indomabili guerrieri di Guardiola. Decisiva l’uscita dal campo dell’attaccante spagnolo: fino a quel momento imprendibile per i tedeschi.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo la bruciante sconfitta di Monaco, al tifoso bianconero rimane solo la consolazione di aver visto in campo una grande squadra. Il bicchiere che sarebbe servito per festeggiare una clamorosa qualificazione, però, non solo è rimasto mezzo vuoto ma, alla fine, è anche andato in frantumi. La Juventus che esce con il cuore a pezzi e con gli occhi lucidi dall'Allianz Arena, è stata per più di un'ora la formazione più bella di questi ultimi mesi. Davanti ad un avversario oggettivamente più forte, e in un catino rumoroso come quello bavarese, la squadra di Allegri ha dimostrato di avere attributi a sufficienza per giocarsela con tutti: compresa la squadra del tanto decantato Guardiola che, di fronte ad Allegri, ha subito una lezione tattica per larghi tratti di gara. Il primo tempo dei vice campioni d'Europa è stato perfetto per orgoglio, carattere e cuore e ha trasmesso in eurovisione l'intelligenza del suo allenatore: sottovalutato e messo in ombra dalla luce accecante del collega spagnolo.

Guardiola imbavagliato

Per più di un'ora, Allegri ha stravinto la sfida contro il suo dirimpettaio, dopo aver sopperito alle pesanti assenze e azzeccato il modulo giusto per fermare il Bayern Monaco: un 4-5-1 di partenza, che in fase offensiva diventava un 4-3-3, grazie al lavoro di Pogba e Cuadrado ai lati di un devastante Morata. Fino al 72esimo, Allegri non ha praticamente sbagliato nulla. Lui, come i suoi ragazzi: perfetti nell'evitare di farsi schiacciare nella propria metà campo. Sessanta secondi dopo, invece, il tecnico toscano ha probabilmente commesso l'errore imperdonabile. Con l'idea di tener palla e far salire la squadra (che stava cominciando ad arretrare), ha tolto Morata e inserito Mandzukic. Strategia che si è rivelata sbagliata, soprattutto perchè Morata aveva fino a quel momento messo in angoscia la difesa teutonica e dimostrato di "sentire" particolarmente il profumo delle grandi notti europee, dopo aver mandato in estasi tutto lo stadio, con la splendida azione del 2-0 di Cuadrado.

L'errore del cambio di Morata

Il tutto è successo sessanta secondi prima del gol di Lewandowski: furbo a beffare la difesa juventina e a battere Buffon dall'area piccola. Una coincidenza? Di certo un segno del destino perché dal gol del polacco, la Juve si è praticamente spenta e fatta travolgere dalla marea tedesca. A nulla sono serviti gli ingressi di Sturaro e di Pereyra. Innescata la rabbiosa reazione del Bayern e pagato profumatamente il prezzo della sfortuna (il gol di Muller è arrivato al 90esimo), la straordinaria squadra che tutti avevano ammirato per buona parte dell'incontro ha finito per soccombere nei due tempi supplementari: giocati, ad onor del vero, solo nell'area di Buffon. La carrozza con la quale i piemontesi avevano viaggiato fino al 90esimo, si è purtroppo trasformata in zucca proprio ad un passo dal trionfo. La Juve saluta, se ne va e dà appuntamento a tutti per la prossima edizione. Se l'è giocata fino in fondo ma, purtroppo, non è bastato.

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