Albero di Natale e nuovi calciatori, così può rinascere l’Italia di Ancelotti
Da dove ricominciamo? La scelta del ct è sicuramente il primo tassello per avviare la rifondazione della Nazionale ma è sbagliato credere che basti semplicemente sostituire una persona all'altra perché l'Italia possa tornare una squadra competitiva, cancellando l'infamia della mancata partecipazione al Mondiale. Non accadeva dal 1958 e allora la rassegna iridata era riservata a un numero di squadre molto più ristretto, 16 sulle 32 attuali. Ma questo, per quanto sia dura dimenticare, fa parte del passato e serve guardare avanti. Serve ripartire, rimettersi in carreggiata, rialzarsi dopo la batosta e puntare verso il primo obiettivo, l'Europeo del 2020.
Carlo Ancelotti è il tecnico che il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, ha intenzione di proporre al consiglio: chiederà la fiducia e al tempo stesso presenterà il suo programma per lasciarsi alle spalle il fallimento clamoroso ma per convincere l'ex allenatore del Bayern Monaco occorrerà esaudirne le richieste non tanto economiche ma di tipo organizzativo. Impensabile che il neo allenatore metta la propria faccia per un progetto che non abbia termini precisi a cominciare dalla compagine dirigenziale che dovrà affiancarlo nel proprio lavoro e in una maggiore autonomia relativamente a talune scelte. Lunedì prossimo c'è consiglio federale e sarà solo l'ennesimo passo di una strada ancora molto lunga.
Come può giocare la Nazionale con Ancelotti
Rifondare. E' il termine adatto per una Nazionale che dovrà necessariamente variare uomini e puntare tutto sul ricambio generazionale per ripartire. E allora in difesa Romagnoli, Conti, Rugani, De Sciglio sembrano nomi già pronti per la nuova avventura. Così come Benassi, Barella, Verdi, Murgia, Pellegrini, Bernardeschi, Immobile e, perché no, anche Balotelli (se mette la testa a posto) possono rientrare nel novero delle scelte. Ma è tutto solo un gioco in attesa che il nuovo commissario tecnico inizi a fare sul serio.
Il modulo 4-3-2-1
Proviamo a immaginare come potrebbe giocare la Nazionale e quali potrebbero essere i calciatori chiamati in Azzurro da Ancelotti. Allo stato dei fatti è come ragionare per assurdo però partiamo dal modulo prediletto dal tecnico, il 4-3-2-1: tra ‘vecchi' e nuovi spiccano i nomi di Chiesa della Fiorentina, Pellegrini della Roma, Jorginho finalmente in pianta stabile a centrocampo e una difesa che, eccezion fatta per i veterani Bonucci e Florenzi, annovera anche Caldara e Spinazzola. In attacco fiducia al ‘gallo' Belotti quale punta centrale.
Il modulo 4-2-3-1
La posizione di Insigne, al centro nel tridente alle spalle dell'unica punta Belotti e l'innesto di Berardi potrebbero essere una soluzione. Resta da valutare cosa accadrà a Candreva e se il tecnico – sia pure inizialmente – lo terrà ancora in considerazione. A centrocampo sembra consolidato l'asse di lotta e di governo Verratti-Jorginho mentre tra i pali la fiducia è tutta per Donnarumma.
Il modulo 4-3-3
Tridente puro in attacco con Belotti punta centrale affiancato da Insigne e Chiesa (oppure Verdi e Candreva). Centrocampo con Jorginho in cabina di regia, affiancato da Verratti e Pellegrini. Difesa invariata, sempre a quattro.