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Agnelli alza la voce: “Il rinnovamento non giustifica il 14° posto in Serie A”

In occasione dell’assemblea dei soci il presidente ha voluto spronare la squadra. Buone notizie dal bilancio, finalmente in attivo grazie a ricavi da record.
A cura di Marco Beltrami
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Andrea Agnelli alza la voce e sprona la sua Juve. Il presidente bianconero è intervenuto in occasione dell'assemblea degli azionisti della società di corso Galileo Ferraris e non ha usato mezze parole per fare il punto sulla situazione della squadra di Allegri. Il processo di rinnovamento e la minirivoluzione estiva non devono essere degli alibi per nessuno, secondo il patron che chiama tutti ad un pronto riscatto: "Eravamo consapevoli che il processo di rinnovamento della rosa della Juventus avrebbe potuto creare qualche difficoltà, ma non è assolutamente una giustificazione del 14/o posto attuale in classifica". L'imperativo dunque è quello di rialzarsi subito, con la Juve che nell'ultimo mercato, e anche nel futuro si dimostrerà sempre pronta a puntare sui giovani e a sfruttare ogni opportunità: "Gli investimenti per Dybala, Lemina, Rugani, Morata, Sturaro, Pogba e Zaza ci garantiscono un grande futuro. Siamo sempre vigili sul mercato e siamo pronti a sfruttare situazioni come quella di Tevez".

Il bilancio fa sorridere la Juventus

I numeri premiano la Juventus anche a livello economico. I bianconeri dopo 5 anni sono tornati all'utile con 2.3 milioni di euro di profitti. Un ottimo risultato considerando che nel 2011 il buco era stato di 95 milioni, merito anche dei ricavi da record che hanno toccato quota 348 milioni di euro. Agnelli non può che essere soddisfatto: "Il turn around che avevamo iniziato nel 2010 si può dire completato. Adesso abbiamo sfide davanti a noi se possibile ancora più difficili e solo con una struttura equilibrata dei ricavi si puo' competere ad alto livello". Immancabile anche la stoccata ai vertici della Figc, a cui si chiede ancora una volta un rinnovamento: "Dagli ultimi eventi accaduti dopo la mia lettera agli azionisti emerge l'enorme bisogno di un cambiamento della governance del calcio a livello nazionale ed internazionale che permetta al mondo del calcio di riacquisire la centralità verso tutti gli stakeholder e soprattutto verso i tifosi".

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