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Adesivi antisemiti con Anna Frank, solo una multa di 50 mila euro alla Lazio

E’ così che il Tribunale Federale Nazionale chiude il caso scoppiato lo scorso 22 ottobre nonostante la mozione più severa della Procura Figc che oltre all’ammenda aveva chiesto anche due turni a porte chiuse.
A cura di Maurizio De Santis
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Un'ammenda di cinquantamila euro alla Lazio. E' così che il Tribunale Federale Nazionale, presieduto da Cesare Mastrocola, chiude il caso degli ‘adesivi con Anna Frank', le immagini anti-semite che alcuni tifosi biancocelesti avevano affisso nel settore di curva Sud dell'Olimpico prima della sfida dello scorso 22 ottobre contro il Cagliari. Una decisione che solleva polemiche a fronte della mozione ben più severa da parte della Procura Figc che aveva chiesto anche la disputa di due gare a porte chiuse per punire quell'atto gravissimo commesso dai sostenitori capitolini.

In parziale accoglimento del deferimento del Procuratore Federale – si legge nel comunicato del Tribunale Federale Nazionale-, ha sanzionato la Lazio con un'ammenda di 50mila euro in merito a quanto accaduto lo scorso 22 ottobre in occasione del match casalingo con il Cagliari valevole per il campionato di Serie A, quando alcuni tifosi avevano introdotto e affisso all'interno della Curva Sud dello Stadio Olimpico diversi adesivi riportanti l'effige di Anna Frank con indosso la maglia della Roma.

Non è goliardia, è miseria umana. Il caso ha diviso la stessa tifoseria della Lazio, finita sotto i riflettori per il gesto sconsiderato di un gruppo ristretto di sostenitori. Attraverso un comunicato apparso sulla pagina Facebook ‘We Love Lazio' alcuni supporters hanno voluto prendere le distanze dall'accaduto, senza derubricare né sminuire la portata dell'accaduto.

Se anche l'orrore fosse stato su ogni bandiera, noi avremmo comunque protestato vedendolo sulle nostre – si legge nel comunicato edito sul social network -. Perché non c'è nulla di divertente o goliardico nel ridurre l'orrore a sfotto'. Non c'è ragione comprensibile per tradurre il dolore, la disumanità e lo sterminio di Massa su un terreno di ‘rivalità sportiva'. Sono due lingue in antitesi che non devono parlarsi.

Non c'è giustificazione possibile per lo svilimento reiterato di ferite profonde e ancora aperte a battute dai tifosi annoiati del ‘terzo reich', che infanga non solo il nome della Lazion ma anche quello di Maestrelli a cui quella curva è dedicata, ‘er maestro' della Lazio più bella, un grande uomo che da giovane ha combattuto in prima fila per la libertà del nostro paese. Non è goliardia, è miseria umana. Una miseria che abbiamo il dovere di combattere in nome della bellezza che ancora rimane.

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