Achtung, Italia, con la Germania è la madre di tutte le partite
La madre di tutte le Italia-Germania e al tempo stesso di tutte le partite di calcio non può che essere quella del 17 giugno 1970, giocata allo Stadio Azteca di Città del Messico, dove è posta una targa in ricordo. Detta in un sol fiato “italiagermaniaquattroatre” è ormai un brand a sé stante oltre ad essere diventata anche il titolo di un film degli anni ’90. Prima e dopo quella partita, tutte le sfide azzurre contro la Germania hanno assunto una valenza diversa, come se quel riferimento unico colora sempre di epico ogni nostro incontro.
Nella storia ci sono tante altre Italia-Germania da ricordare. Quando eravamo noi a fare grande paura, ci sono due amichevoli indimenticabili: quella di Torino, allo Stadio Filadelfia, del 28 aprile 1929, persa a sorpresa con gol di Josef Hornauer, stella del Norimberga. Un anno dopo abbiamo subito restituito lo sgarbo, andando a vincere a Francoforte, grazie al nostro attacco-meraviglia: tutti insieme Baloncieri, Meazza e Orsi, con i primi due in gol per lo 0-2 finale.
L’Italia-Germania che tutti però ricordavano prima del 1970 è il pirotecnico 3-2 del 26 marzo 1939, a Firenze. Due volte Piola e Biavati ci fanno superare la Germania post-Anschluss in cui giocano alcuni calciatori austriaci del Wunderteam di Hugo Meisl. Dopo la II Guerra Mondiale non ci sfidiamo per molti anni, noi ricostruiamo con lentezza dopo la tragedia di Superga mentre la Germania Ovest risorge improvvisamente ai Mondiali del 1954. Un anno dopo ci presentiamo come vittime sacrificali al Neckarstadion di Stoccarda per un amichevole contro i campioni del mondo. Con una squadra con poco futuro per noi riusciamo a vincere 1-2 con gol di Frignani (contropiede che oggi Conte esalterebbe) e Pivatelli (tocco sotto che se oggi lo fa Cristiano Ronaldo ne parliamo per una settimana), battendo Rahn, Morlock e il moloch Fritz Walter.
La prima partita disputata in un grande torneo è giocata a Santiago del Cile per i Mondiali 1962. Pareggio senza gol nell’attesa delle altre due del girone considerate più deboli. Noi però giochiamo e perdiamo la “Battaglia di Santiago” e andiamo a casa. Nel 1970 c’è “la partita” e dopo otto anni ci ritroviamo nel girone di semifinale ad Argentina 1978. Dominiamo noi, prendiamo un po’ di pali, vari salvataggi sulla linea di porta tedesca ma non riusciamo a superare Maier, autore di grandi parate.
Da quell’incontro saltiamo direttamente all’11 luglio 1982. La squadra “argentina” è cresciuta, Paolo Rossi è tornato dalla squalifica e tutti sono in grande forma dopo aver battuto Argentina e Brasile. La Germania Ovest viene dalla semifinale-film contro la Francia di Platini e diventiamo campioni del mondo per la terza volta, con Bergomi diciottenne che annulla Rummenigge e Tardelli che urla e l’eco è in testa lo abbiamo ancora adesso.
Altro incontro per non farci male è la prima partita degli Europei 1988, con gol di Mancini, che vorrebbe ammazzare tutta la tribuna stampa e Brehme quattro minuti dopo. Pareggiamo a Manchester nel 1996, Zola si fa ipnotizzare da Illgner dagli 11 metri e lasciamo Euro 1996 con grandi rimpianti: in finale si sfideranno le due squadre del nostro girone. Nel nuovo millennio partiamo subito bene con un gol da videogioco realizzato da Vieri dopo un doppio triangolo con Totti e Del Piero, vincendo a Stoccarda, e prima del mondiale casalingo li battiamo in maniera perentoria a Firenze, con un 4-1 firmato da Gilardino, Toni, De Rossi, Del Piero e Huth. Lippi dirà tante volte che quella vittoria insieme ad un’altra in terra olandese ci hanno fatto capire che eravamo pronti per vincere Germania 2006.
Accadrà, dopo che in semifinale ribattiamo i padroni di casa, con il Grosso delle meraviglie e il coast-to-coast di Del Piero nei supplementari. Dopo la sconfitta di Dortmund i tedeschi non vorrebbero più incontrarci per un decennio almeno ma accade di nuovo a Varsavia, per la semifinale degli Europei di Polonia-Ucraina. Loro sono molto convinti di farcela ma si beccano la migliore partita di sempre di Balotelli. Mario segna due gol, Cassano dà le ultime energie alla causa e il resto difende molto bene. Questa vittoria un po’ ci scarica e arriviamo contro la Spagna in finale senza grandi pretese, prendendone quattro.
In questo Europeo abbiamo restituito alla Spagna la sconfitta di quattro anni fa (Chiellini ha sottolineato più volte quanto bruciava ancora quella partita) e adesso ai quarti passiamo dall’altra parte. Sono loro a voler vendicare le tante e fondamentali sconfitte che gli abbiamo inflitto. Noi dobbiamo recuperare energie, forse trovare un modulo nuovo con De Rossi non ce la fa e sperare che la striscia continui ancora. In fondo, è la madre di tutte le partite.