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Russia, reagisce ad insulti razzisti e viene espulso

Episodio in Russia, durante Spartak Mosca-Ufa: il centrocampista Emmanuel Yaw Frimpong, ex dell’Arsenal, bersagliato di insulti.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Ancora un brutto episodio di razzismo in un campo di calcio. E stavolta a farne le spese è stato proprio il giocatore vittima degli insulti razzisti: Emmanuel Yaw Frimpong. Il giovane centrocampista ghanese, ex dell'Arsenal ma attualmente in forza ai russi dell'Ufa, è stato preso di mira dai tifosi dello Spartak Mosca durante il match di Prem'er-Liga terminato poi sul punteggio di 2-2. Ma Frimpong, a quel punto, ha reagito ai pesanti insulti dei tifosi moscoviti, mostrando loro il dito medio: un gesto che non è passato inosservato all'arbitro, che lo ha espulso.

Il calciatore ha poi chiesto scusa ai propri tifosi per la reazione e per l'espulsione, ma si è lasciato andare ad un duro sfogo su Twitter, nel quale punta il dito "non contro i veri tifosi dello Spartak, ma quelli che invece ne sono la rovina", per poi ricordare che in Russia nel 2018 "si giocherà un Mondiale al quale parteciperanno tanti calciatori africani, che verranno nel paese soltanto per giocare a calcio". Insomma, un'esortazione a fare qualcosa visto che il problema del razzismo è sempre più diffuso in Russia, e che potrebbe portare a seri problemi durante le gare delle nazionali calcistiche africane durante la rassegna iridata. Il club dell'Ufa, in ogni caso, ha deciso di non prendere provvedimenti verso il proprio calciatore.

Il problema del razzismo, non soltanto in Russia ma in generale in tutti gli stadi, è un fenomeno che sembra sempre più in aumento. Tantissimi i casi in tutte le categorie, e nessun paese ormai può dirsi al sicuro da questa autentica piaga. I casi più emblematici, come la banana tirata a Dani Alves in Spagna dai tifosi del Villarreal, passando per quelli più recenti capitati con la Dinamo Kiev ed il Feyenoord, entrambi in Europa League negli scorsi mesi, senza dimenticare gli addetti ai lavori: emblematico anche il caso dello scout del Manchester United licenziato per un post razzista su Facebook, mentre in Italia l'ultimo scandalo, dopo quello ormai famoso degli "optì-pobà mangiabanane" di Carlo Tavecchio, è scoppiato dopo le presunte dichiarazioni di Felice Belloli, presidente della Lega Nazionale Dilettanti, che aveva definito "quattro lesbiche" le calciatrici italiane.

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