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Raiola: “Guardiola non ha le palle per parlarmi. Donnarumma non va al Real”

Il procuratore di Pogba e Ibra spara a zero contro Guardiola: “Non lo odio, ma il suo calcio mi annoia” e chiude alla trattativa tra Donnarumma e il Real Madrid.
A cura di Alessio Morra
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La vigilia del derby di Manchester è caldissima. Ieri Zlatan Ibrahimovic ha postato un video su Instagram in cui provoca il nuovo portiere del City Claudio Bravo, mentre adesso mette ulteriore pepe sulla caldissima sfida Mino Raiola, procuratore dello svedese, di Pogba e di Mkhitaryan, che dopo aver pesantemente attaccato Klopp nei giorni scorsi, questa volta punta il dito nei confronti di Pep Guardiola, che come noto con Ibra ha un pessimo rapporto. Il procuratore italo-olandese non usa troppi giri di parole per definire il tecnico catalano sia a livello umano sia tattico: “Guardiola? Non ha le palle per sedersi a parlare con me e la cosa non mi piace. Non lo odio ma non mi piace. Lui è un buon allenatore, ma il suo calcio mi annoia profondamente, mi fa addormentare”.

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Raiola, che recentemente a Miami ha acquistato la villa che appartenne ad Al Capone, confessa di non avere alcun tipo di rapporto con il numero uno del Real Madrid: “Con Florentino Perez non ho un brutto rapporto, anzi la verità è che non ho nessun rapporto. Non ho bisogno ad essergli amico o nemico”. E questo mancato legame potrebbe precludere all’ipotetico passaggio ai ‘blancos’ di Donnarumma, altro giocatore gestito da Raiola: “Se continua a crescere in questa maniera Gigio diventerà il miglior portiere del mondo. Il Real Madrid non si è interessato a lui”.

Nell’intervista rilasciata a ‘El Partidazo de Cope’ il super procuratore che Forbes ha inserito tra i cinque più potenti al mondo ha parlato dei calciatori più famosi che gestisce: Ibra il perfezionista, Balotelli, che sarebbe potuto essere uno dei migliori in assoluto, e Pogba, che nel suo ruolo è un campione: “Ibra è molto più perfezionista di Balotelli. Se Mario fosse come Zlatan sarebbe uno dei migliori al mondo. Poggia? Lui è il miglior giocatore nel suo ruolo, l’importante è che si trovi dove voleva essere”.

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