Pato(logia) di un campione: 15 infortuni, 2 gol e un capriccio
I due gol consecutivi segnati in Champions League hanno fatto scoperchiare il personale vaso di Pandora di Alexander Pato, il brasiliano triste del Milan. Proprio in un momento a lui positivo e dopo un paio di prestazioni convincenti, l'attaccante 23enne ha dato un segnale ben preciso alla dirigenza e all'allenatore, non certo di distensione.
Parole dolci come il miele, nella serata del passaggio agli ottavi di finale battendo 3-1 l'Anderlecht conquistando il secondo turno di Champions League per la decima volta consecutiva nella storia del Milan, non sono mancate: "Avevo annunciato il gol al mister, gli ho detto che sarei entrato e avrei chiuso la partita".
Musica per il tecnico che ha visto confermare sul campo quanto detto dal giocatore. Ma non è mancato l'acuto arrivato subito dopo dallo stesso Pato: "Voglio giocare di più, sta arrivando il mio procuratore. El Shaarawy sta facendo molto bene, vedremo".
Per non parlare di Berlusconi, il presidente-allenatore che da sempre si innamora facilmente di giocatori che hanno talento nei piedi ancor prima che nella zucca. Era capitato tempo fa con l'argentino Borghi, era riaccaduto con Van Basten e il trio olandese, passando per Pirlo e Inzaghi, fino all'amore mai celato per il ‘Papero‘.
Tanto da far rischiare una figuraccia internazionale al buon Galliani nell'inverno scorso.
Allora, l'ad rossonero aveva tessuto una trama fittissima e vincente di mercato: una trattativa andata a buon fine (non senza dispendio di energie e di concessioni) per portare l'Apache del City, Carlos Tevez a Milanello, considerandolo il top-player in avanti che mancava per la perfezione del Diavolo e concedendo all'amico rivale Carlo Ancelotti proprio Pato, davanti ad un'offerta parigina da oltre 35 milioni di euro.
Tutto fatto, tutto pronto ma come tutti sappiamo, l'affare sfumò nella notte prima delle firme, ad opera proprio di Berlusconi che – non convinto delle trattative – considerò Pato incedibile, con il giocatore che dichiarò amore eterno ai colori rossoneri.
Il motivo è chiaro: con Allegri il feeling non c'è mai stato (basti rivedere le dichiarazioni datate 27 dicembre 2011 quando dichiarò "il tecnico non parla con me!", ndr).
Il livornese è oramai conosciuto per avere idee certe e – a volte – radicali. Ne sa qualcosa Inzaghi e anche Gattuso ha assaggiato il pane duro dell'allenatore. Adesso tocca a Pato, cui sembra essere preferito giustamente l'intoccabile El Shaarawy, ma anche Bojan Krkic nonchè, in seconda battuta, Giampaolo Pazzini.
Eppure il Milan nel brasiliano ci ha sempre creduto.
Per Pato ha messo in dubbio anche l'operato di MilanLab, il fiore all'occhiello dell'avanguardia medica non solo rossonera ma anche dell'intero movimento calcistico italiano per la tutela e la ricerca sui giocatori. Non fu un caso che davanti all'ennesimo infortunio del giocatore e alle pressanti critiche sull'operato dei preparatori e dello staff medico, la società di via Turati spinse il professor Jean Pierre Meersseman, il guru di MilanLab, alle dimissioni (era il 5 aprile 2012, dopo Barcellona-Milan: Pato rientra dopo lo stop, al Camp Nou e dopo soli 14 minuti di gioco arriva l'ennesimo crack muscolare con relativa stagione finita per il Papero, ndr) accettando l'onta di non sapere più come poter curare il giocatore.
Dal Milan non sono arrivate risposte ufficiali alle sue ultime esternazioni, al momento ci si sta godendo la qualificazione e si sta preparando la sfida contro la Juventus in campionato.
Ma le parole di Pato non possono nè devono passare inosservate.
La sua presenza è già costata il licenziamento del capo progetto di MilanLab, una figuraccia internazionale a Galliani, un rapporto ancor difficile con Allegri e un giocatore che – per colpa di nessuno – è a libro paga senza fornire il contributo richiesto: le misere 23 presenze del 2011-2012 (tra serie A, Coppe e amichevoli, ben 5) sommate alle quasi inesistenti 25 della stagione precedente sono lì davanti agli occhi di tutti.
Pato negli ultimi due anni è riuscito a giocare un intero campionato. Per non parlare delle sole 8 presenze stagionali con l'ultima rinascita del Papero.
Probabilmente è il giocatore attualmente in debito con la società e i tifosi che l'hanno sempre aspettato e tutelato. Quindi non è già questo sufficiente a non farsi venire l'ennesimo mal di pancia di stagione che assomiglia tanto ad un capriccio fuori luogo?