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Nazionale, Conte: “La maglia dell’Italia va meritata”

La nazionale italiana ha un nuovo ct: Antonio Conte firma un biennale da 8.2 milioni di euro. “In Nazionale solo chi merita la maglia. Nulla è scontato, per niente e nessuno. Le scelte? Non subirò imposizioni, agirò in assoluta autonomia”.
A cura di Maurizio De Santis
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Quel pasticciaccio brutto della ‘discriminazione territoriale', cassata dal colpo di spugna come primo atto della sua gestione, dev'essere un nervo scoperto per Carlo Tavecchio. "E' un ct meridionale", afferma in conferenza stampa quando – a margine della presentazione di Antonio Conte – fa riferimento alle origini del nuovo commissario tecnico della Nazionale. "Orgoglioso di esserlo", aggiunge di rimando l'ex della Juventus. E già… vallo a spiegare agli italiani del Sud, a quelli ‘colerosi e terremotati che col sapone non si sono mai lavati' e che in molte Curve vorrebbero lavare col fuoco del Vesuvio, a quelli paragonati agli ebrei o a minoranze etniche in segno dispregiativo, a quelli che hanno spezzato le reni proprie (non altrui) lavorando sodo nelle fabbriche del Nord, a quelli appestati dai rifiuti tossici che le aziende del Settentrione hanno scaricato nei terreni del Meridione con la complicità e la promiscuità dei traffici indiscriminati di camorristi e politici, vallo a spiegare che a concederti "il bastone del comando" è un presidente che ha svuotato la norma che puniva gli ultrà razzisti e obbligava le società a una maggiore presa di responsabilità nei loro confronti. Ha fatto un favore agli uni – scontando la prima cambiale per la sua elezione dopo la gaffe sui mangia-banane – e agli altri  – i tifosi ai quali più che far saggiare "il bastone del comando" ha lasciato una carota da sgranocchiare -. Agghiacciante, vero Conte? E chissà cosa ne pensa il presidente del Napoli, De Laurentiis, di origini vesuviane (di Torre Annunziata, provincia di Napoli) e numero uno degli azzurri partenopei, che ha votato con altrettanto ‘orgoglio' per chi ha liberalizzato l'insulto nei confronti della piazza che la sua squadra rappresenta… pure questo silenzio è agghiacciante.

Conte no, però, non avrà condizionamenti. Dice il nuovo duce (sinonimo di condottiero, come lo ha definito Tavecchio… cosa avete capito?) del calcio italiano. "Nessuno m'imporrà le scelte", nemmeno lo sponsor Puma che nel piatto ricco ha ficcato un bel po' di quattrini… abbastanza da convincerlo a cedere diritti d'immagine e a mettere in gioco la fama di allenatore vincente conquistata alla guida della Juventus. E allora nemmeno Balotelli – uno di quelli al quale tirano le banane mentre anche i bambini fanno buuuuh allo stadio – ha più il posto assicurato in Azzurro. Né lui, né altri perché "la maglia della Nazionale non è scontata e bisogna meritarla perché io guardo prima all'uomo e poi al calciatore", sottolinea Conte. Agghiacciante… anche quando, memore della sua esperienza alla Juventus, prima conferma che il potere (e il dovere) di vincere logora chi non ce l'ha e poi (lo farà anche Tavecchio) svicola sul numero reale degli scudetti bianconeri. "Per me sono 8, 5 da calciatore e 3 da allenatore", mettendo una pietra sopra lo stomaco degli italiani (anche quelli non juventini) e sopra le polemiche tra il suo ex datore di lavoro (Andrea Agnelli, presidente della ‘vecchia signora') e la Federazione (allora rappresentata da Abete) che avrebbe voluto citare in giudizio per i danni procurati alla società da Calciopoli, dalla Procura federale e dalle decisioni della Giustizia Sportiva. Schizzi di fango che hanno colpito pure lui a causa di quella squalifica per omessa denuncia (in parte condonata) quand'era al Siena, che reputa "ingiusta" e lo sottolinea con decisione. Non si sputa nel piatto in cui s'è mangiato e poi il blocco bianconero, la saggezza tattica di Pirlo saranno la base dalla quale ripartire per le prossime, imminenti sfide: dall'amichevole con l'Olanda al debutto ufficiale con la Norvegia in vista di Euro 2016. Vincere o morire, alla guida dell'Italia come alla Juve.

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Il live della conferenza stampa di Conte

"Il mio stipendio nei parametri della Federazione". Antonio Conte precisa che il suo ingaggio è in linea gli investimenti preventivati dalla Federcalcio e, al tempo stesso "con un'immagine vincente che ho costruito nel tempo con le vittorie e che rappresentano un valore aggiunto della mia carriera. Finora non ha mai concesso la gestione dei miei diritti".

"Voglio che le mie squadre abbiano sempre una mentalità vincente. Si lavorerà per questo, com'è sempre stato in tutte le mie esperienze. Do tutto me stesso sul lavoro e chiedo agli altri di fare altrettanto". Quanto alle prossime scelte, Conte conferma che si ripartirà dal blocco bianconero che lo ha accompagnato nella sua esperienza. In particolare da Andrea Pirlo, con il quale avrà un dialogo personale alla luce delle parole del calciatore che, dopo il Mondiale, aveva annunciato il suo ritiro dalla maglia azzurra.

"Se riusciamo a dare un'impronta di squadra alla Nazionale, facciamo un passo importante per colmare il gap tecnico". Ansia positiva, così definisce Conte l'attesa da parte dei calciatori per una convocazione.

"Balotelli? In questo momento non parlo dei singoli… tutti i calciatori italiani sono convocabili. Nulla è scontato, per niente e per nessuno. Non mi fido di nessuna altro che non siano i miei occhi e i miei collaboratori. Quanto al codice etico, preferisco definirlo comportamento… e lo valuterò di volta in volta a seconda della gravità delle azioni che prenderò in esame".

"Nessuno m'imporrà delle scelte". Risposta netta, ferma di Antonio Conte a chi gli chiedeva della possibile ingerenza degli sponsor nella gestione e nelle scelte della Nazionale. "Una squadra come l'Italia, con quattro stelle, quindi quattro volte campione del mondo, deve tornare dove merita".

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"Squalifica ingiusta". Così definisce lo stop impostogli per il coinvolgimento nello scandalo calcio-scommesse, quando venne punito per omessa denuncia relativamente alla sua esperienza sulla panchina del Siena. Poi gli chiedono degli scudetti della Juventus. "Per me sono 8… 5 da calciatore e 3 da tecnico".

"Il talento deve essere a disposizione della squadra. La squadra deve esaltare il talento. Abbiamo buoni giocatori. Mi piacciono le sfide ardue, arrivo in un momento non semplice, ma sono convinto che possiamo risollevarci. Voglio un rapporto molto costante e intenso con tutti gli allenatori di club, confrontarmi con loro".

"Orgoglioso della Nazionale, sarò l'allenatore di tutti". Conte ribadisce la propria soddisfazione di essere al timone dell'Italia. "Sono sulla panchina sulla quale vorrebbero stare tutti gli allenatori. Per me è un orgoglio che Carlo Tavecchio abbia pensato a me. Adesso sono l'allenatore di tutti".

"La vittoria è una dolce condanna". Come alla Juve così in Nazionale. "Vincere o morire… per me è una caratteristica peculiare. Lo sanno tutti, quando perdo è come se finissi in uno stato di morte apparente – sorride Conte, in conferenza -. E allora voglio portare questa mentalità vincente che avevo alla Juventus anche in Azzurro".

"Finito un ciclo con la Juventus". L'ex allenatore bianconero chiarisce anche il proprio addio alla Juventus, con la quale ha vinto 3 scudetti consecutivi. "Molto più semplicemente – ammette Conte – s'era esaurito un ciclo. Abbiamo anche provato a continuare il nostro rapporto ma per il bene di tutti abbiamo capito che era meglio che le nostre strade si separassero".

"La Nazionale bisogna meritarla, nessuno sarà convocato a prescindere. Meglio avere 25 calciatori ‘scarsi' che gente presuntuosa". Il primo diktat di Antonio Conte: "Guardo sempre prima l'uomo e poi il calciatore. La maglia Azzurra bisogna meritarla con atteggiamenti giusti sia dentro sia fuori dal campo. Tutti sono convocabili ma, ripeto, ci sono tanti aspetti che rientreranno nella mia valutazione. Giuseppe Rossi? E' un patrimonio del calcio italiano e spero per lui che possa risolvere al più presto i problemi che ha".

"L'Italia merita di raggiungere un posto di rilievo nel panorama del calcio internazionale. E sono qui per riportarla ai suoi livelli, una sfida che ho voluto accettare come quando decisi di andare alla Juventus".

"Non pensavo di essere al timone della Nazionale – aggiunge Conte -. Inizialmente credevo che sarei rimasto fermo per un po', poi è arrivata l'offerta della Nazionale e adesso è questo il mio top club".

"Porte sempre aperte ad Arrigo Sacchi". Saluto e ringraziamenti di prammatica a Cesare Prandelli che lo ha preceduto sulla panchina della Nazionale, poi Antonio Conte rivolge un invito a un altro ex ct azzurro che di recente ha lasciato il proprio incarico federale, Arrigo Sacchi, responsabili delle selezioni giovanili della Nazionale. "Per lui ci saranno sempre le porte aperte per la grande esperienza che ha e per quanto fatto nella sua carriera".

Il contratto di Conte, Tavecchio lo spiega così. "Per ingaggiare Conte abbiamo usufruito del supporto dello sponsor, con un contratto innovativo. Ma la nazionale è affidata a Conte chiavi in mano: non ha bisogno di consigli. Puma è partner privilegiato, ma non ci sono situazioni compromesso".

"A Conte il bastone del comando". Il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, prende la parola e invita Conte a firmare il contratto in diretta. "Abbiamo fatto il matrimonio –  afferma il numero uno della Figc con ironia, poi spiega le ragioni della scelta -. Dopo i primi contatti telefonici (3 telefonate, precisa) ho capito che Antonio Conte era l'uomo giusto per la Nazionale così da consentirle di riemergere dopo la disastrosa esperienza in Sudamerica. E' un condottiero, a lui va dato il bastone del comando. E' lui la persona in grado di ricompattare un sentimento nazionale intorno alla maglia azzurra".

Mancava solo la firma. Antonio Conte l'ha messa in calce al biennale che lo lega alla Federcalcio e alla panchina della Nazionale per i prossimi due anni. Contratto da 8.2 milioni di euro poi conferenza stampa (accolto dalla ressa dei fotografi e dei giornalisti) e in serata presenza al San Paolo di Napoli per i playoff di Champions League tra i partenopei e l'Athletic Bilbao.

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"Conte è un condottiero, era quello di cui aveva bisogno l'Italia. E' l'uomo giusto". Le parole del presidente federale danno l'investitura ufficiale all'ex tecnico della Juventus, nuovo ct della Nazionale e coordinatore unico delle selezioni azzurre. Vincolo biennale, perché nel 2016 scade il mandato di Carlo Tavecchio alla guida della Federcalcio. Ingaggio da 1.9 milioni di euro netti a stagione (+200 mila rispetto a quanto guadagnava Cesare Prandelli), oltre a quelli (3 milioni) che arriveranno dallo sponsor tecnico della Nazionale (la Puma, che dunque elargirà una somma ulteriore rispetto all'intesa già in essere con la Federazione).

Nel complesso, il contratto tra la FIGC ed Antonio Conte prevede un compenso allineato ai costi della precedente gestione Prandelli, più bonus: uno per la qualificazione ad EURO 2016, un ulteriore bonus in caso di miglioramento del Ranking FIFA di almeno 5 posizioni, e un terzo bonus in caso di partecipazione alla Finale Euro 2016. Quanto basta per fare il neo ct una sorta di uomo immagine. Un'offerta economica importante che ha permesso di arrivare alla definizione dell'accordo tra l'ex allenatore bianconero e i vertici della Figc e di dare il via alla nuova avventura del tecnico pugliese come selezionatore delle nazionali azzurre. La notizia dell'intesa è arrivata poco dopo le 19.00, l'annuncio è arrivato alle 20.18 dello scorso 14 agosto.

La conferenza stampa di presentazione del nuovo C.T. è prevista per questa mattina 19 agosto alle ore 11.30 presso l’Hotel Parco dei Principi a Roma. Super coordinatore delle Nazionali azzurre: "Il nuovo ct ha condiviso con il presidente Tavecchio il progetto di rilancio della Nazionale e il progetto di formazione dei nuovi calciatori azzurri attraverso i centri di formazione federale – si legge nella nota della Figc -, con un forte impegno del ct nell’ambito del Settore Tecnico anche come coordinatore delle squadre giovanili, posizione già ricoperta da Arrigo Sacchi".

 

Tavecchio: "Nuovo modo di fare marketing"

"Con il contratto di Conte abbiamo dato il via a un nuovo modo di fare marketing – ha ammesso Carlo Tavecchio a Radio 24 -. Per me è un condottiero, la persone giusta per da una sterzata a questa situazione in cui ci troviamo. A noi interessava avere un grande tecnico e l'abbiamo avuto con condizioni convenienti"Nessun pericolo di condizionamento. La possibile ingerenza degli sponsor su Conte? Tavecchio la esclude così: "Conte è indipendente e sceglierà chi vuole. Non ci sarà alcuna pressione su di lui. E nessuno gli detterà la formazione".

Conte nuovo ct dell'Italia, le condizioni

Il ruolo di commissario tecnico non deve essere marginale rispetto agli allenatori di club e la possibilità di convocare stage deve essere una priorità per il nuovo coordinatore delle squadre azzurre. Antonio Conte, il ‘nuovo' selezionatore, ha chiesto di avere le mani libere sulla gestione della Nazionale, sulla scelta dello staff tecnico – Angelo Alessio, Massimo Carrera e il preparatore Bertelli lo seguiranno dalla Juve in azzurro – che dovrà affiancarlo (di cui farà ancora parte il dottor Castellacci, legato alla Federazione da altri due anni di contratto), regole disciplinari ferree, valide per tutti e non (ri)modulabili secondo la libera estensione interpretativa del ‘vecchio' codice etico più volte scandito a memoria da Prandelli e mai effettivamente attuato. Quanto guadagnerà Conte al timone dell'Italia? In bianconero percepiva un ingaggio di 3 milioni di euro. La somma di partenza per il ruolo di ct era di 1.7 milioni d'euro a stagione, la cifra è stata ritoccata verso l'alto fino a sfiorare i cinque milioni.

Come sarà la Nazionale italiana di Conte? Le possibili scelte

Il blocco della Juventus e un modulo (il 3-5-2) consolidato da adottare almeno all'inizio. Con ogni probabilità, Antonio Conte ripartirà dalla sua ex squadra – quella dei 3 scudetti consecutivi – per rifondare la Nazionale dopo il disastro Mondiale. Le gare di qualificazione per Euro 2016 (si comincia a settembre) non gli lasciano molto tempo a disposizione, servirà affidarsi ai ‘pretoriani' con i quali ha lavorato fino a qualche mese. Buffon tra i pali, Bonucci e Chiellini come centrali difensivi, Barzagli (forse, molto dipenderà dalle sue condizioni), Ranocchia (già sotto osservazione), poi De Sciglio e Darmian come esterni. Le chiavi del centrocampo verranno consegnate (e a chi, se no?) ancora una volta a Pirlo: toccherà a lui prendere per mano la squadra e condurla verso la qualificazione al Campionato che si giocherà in Francia tra due anni. Ci saranno Verratti, Marchisio e De Rossi mentre un'opportunità di vestire la maglia azzurra potrebbe averla di nuovo Giaccherini. La Juve lo sacrificò nonostante la grande stime che Conte avesse nei suoi confronti: dovesse mostrare segnali incoraggianti, una convocazione non gli verrebbe negata. E poi c'è Candreva della Lazio, altro calciatore che Conte avrebbe voluto avere alla Juventus. E in attacco? Sul terreno restano le macerie del Mondiale in Brasile: Balotelli da recuperare (per l'ennesima volta), Immobile volato in Germania (al Borussia), Cerci (poco utilizzato in Coppa dall'ex ct), Destro auto-emarginato quando ha rifiutato di essere del gruppo come riserva, Rossi che brama riscatto dopo il ‘tradimento' (a suo dire) di Prandelli e Osvaldo, che giocherà in A pure nella prossima stagione ma sulla sponda interista.

Le reazione alla nomina di Conte a ct dell'Italia

"Complimenti a Tavecchio e un grande in bocca al lupo a Conte! In pochi giorni siamo usciti dall'immobilismo delle ultime settimane – ha ammesso il presidente del Napoli, De Laurentiis -. Il calcio ha bisogno di poche chiacchiere e molti fatti concreti".  "Lo stipendio di Conte? La trattativa non contraddice gli impegni assunti, Figc e partner concorrono in modo distinto e separato – ha ammesso a Radio24, il presidente della Lega Serie B Andrea Abod -. Il concorso degli sponsor capita già in altri paesi con successo. Per la Figc il costo di Conte va visto come un investimento".

Il primo contatto telefonico con Tavecchio

Lunedì l'elezione a presidente della Federcalcio, martedì già al lavoro. Carlo Tavecchio non ha perso tempo ("mi sono alzato alla sette del mattino", dice dopo aver lasciato la sede della Figc) e s'è messo subito all'opera. La prima questione da risolvere, quella più impellente, è la scelta del prossimo commissario tecnico della Nazionale dopo la figuraccia al Mondiale e le dimissioni di Cesare Prandelli. Chi sarà il suo successore? Antonio Conte, l'ex tecnico della Juventus ne raccoglie testimone e incarico: dopo aver vinto tutto in A con i bianconeri, a meno di cambiamenti di rotta (tutto dipende dalla volontà del tecnico e dai termini dell'intesa economica) toccherà a lui avviare la rifondazione degli Azzurri e condurli fino all'Europeo del 2016. La trattativa è cominciata, c'è stato il primo contatto abbastanza proficuo da datare l'annuncio alle prossime ore: Una lunga chiacchierata al telefono ha fatto da apripista: "Ho sentito Conte e altri tecnici, tre o quattro – aggiunge Tavecchio -… anche Mancini (in lizza pure Zaccheroni e Guidolin, ndr). Non ho avuto ancora risposte, altrimenti ve lo avrei detto". Non si sbilancia, nulla lascia trapelare ma l'ex allenatore della ‘vecchia signora' è il principale candidato al ruolo di selezionatore. Il numero uno di via Allegri aggira così l'insistenza delle domande: "Conte è una persona per bene, ma non ho sentito solo lui… La scelta avverrà prima di lunedì". E si dice ottimista per la Federazione e per l'Italia. Già, perché l'impressione è il nome possa essere ufficializzato entro la giornata di sabato prossimo, anche prima del Ferragosto. Dipende da quanto tempo ci vorrà per raggiungere l'accordo. Si ragiona, si lima l'intesa ma il nocciolo della questione non è di tipo economico ma sostanziale. 

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